Valeria Bruni Tedeschi ricorda a Verissimo: "Ho elaborato la violenza subita, la condivisione mi ha aiutata a superarla"
Reduce dal successo al Festival di Venezia con il film Dune, Valeria Bruni Tedeschi ha fatto tappa nel salotto di Silvia Toffanin a Verissimo, dove si è raccontata tra ricordi e aneddoti: “Nella vita ho pensato di fare il medico e la ballerina, mi piaceva scrivere. Poi un giorno facendo un corso di teatro ho provato il piacere della verità sulla scena, quella volta ho capito qualcosa di eccezionale che poteva succedere, il fatto di poter vivere qualcosa che non avevamo deciso mi intrigava.
La mia infanzia è stata un mix di angoscia allegria, pensavo sempre alla morte, a Dio, ero molto angosciata dalla morte. Però io amavo ridere quando era proibito ridere, lì è una delle cose più belle della vita. Ho vissuto una violenza che credo di aver elaborato, non l’ho vissuta da sola, ero con la mia amica Silvia e abbiamo avuto la stessa esperienza, ne abbiamo parlato e ci abbiamo riso, la condivisione dell’esperienza mi ha salvata. Ho avuto la fortuna di fare psicoanalisi, poterne parlare nel mio lavoro è stato catartico, la mamma questa cosa l’aveva dimenticata, all’epoca non si faceva tanta attenzione a queste cose. La mia vita è poi andata in conseguenza di quell’episodio lì, ho avuto la fortuna di elaborare tutto questo”.
Valeria Bruni Tedeschi e il dramma della morte del fratello
Sulla scomparsa del fratello Valeria Bruni Tedeschi ha raccontato a Verissimo nel salotto di Silvia Toffanin: “Era malato da tanti anni di AIDS, tutti gli anni sono stati difficili fino alla morte. La nostra vita è stata così non so neanche se ho reagito, mia madre e mia sorella sono fatte di questa storia qui, abbiamo continuato a vivere, nella nostra famiglia deve esserci qualcosa di vitale che ha fatto in modo che potessimo andare avanti.
Con mia sorella le cose vanno bene, a volte siamo in conflitto o non siamo d’accordo su alcune cose. Però c’è molta vitalità e molta tenerezza, mia sorella piccola devo proteggerla”.