Nel giorno in cui inizia in Italia la campagna di vaccini anti-Covid, intervistato da “Il Fatto Quotidiano” il virologo Massimo Clementi prova a fugare le ultime “paure” scatenate nei giorni scorsi dalla cosiddetta “variante inglese”, la mutazione del Covid-19 scoperta a Londra che pare renda altamente più diffondibile il contagio del Sars-CoV-2. «Non cambia niente. Si chiama così perché gli inglesi l’hanno individuata per primi grazie alla loro particolare e interessante rete di studio sul sequenziamento. Ma il 18 dicembre, quindi prima della rivelazione inglese, un caso è stato registrato a Loreto, in Italia», spiega il professor Clementi sottolineando come non ci si debba preoccupare più di tanto visto che nella storia delle epidemie «è assai difficile che le varianti siano più patogene».
In un certo modo, la variante è una evoluzione “positiva” della pandemia, nel senso che ogni virus cerca di replicarsi il più possibile piuttosto che “danneggiare” l’ospite: ancora Clementi, «Quasi tutti i soggetti con la “variante” sono addirittura asintomatici. Si diffonde maggiormente e potrebbe nel tempo prevalere sulle altre varianti, cosa già in parte successa con quella spagnola rilevata la scorsa estate».
CLEMENTI: “NEL 2021 VINCEREMO IL COVID-19”
Secondo Clementi, se da un lato non si può certo dire che una maggiore diffusione del Covid-19 sia da salutare con “gioia”, dall’altro l’allarmismo scatenato sulla variante inglese è stato finora davvero eccessivo: «su questa variante ci mettere una pietra sopra» dato che il vaccino non sarà meno inutile, come dimostrano i primi casi già vaccinati in Regno Unito. Secondo il professore dunque non bisogna temere su questa variante in quanto sì più contagiosa ma anche “meno” pericolosa: «i vaccini Pfizer e Moderna con Rna sono straordinari non solo per efficacia», spiega ancora al Fatto il virologo, «ma anche perché si tratta di vaccini modulabili, in poche settimane possono essere modificati sulla base delle nuove “varianti” del coronavirus e questo si collega anche alla domanda precedente». Secondo Clementi il 2021 sarà l’anno in cui verrà vinta la battaglia contro il Covid-19 anche se, avverte, «Bisognerebbe, insieme
ai vaccini, iniziare a utilizzare seriamente anche gli anticorpi monoclonali come elemento di profilassi, non solo come farmaco per la terapia. Non su grandissima scala, ma nelle rsa per esempio. Questo permetterebbe di far ancora prima».