Cosa dice e di cosa parla la nota del Vaticano sull'elogio alla monogamia nel matrimonio cristiano: “non nega la libertà ma esalta la promessa di infinito”
LA NOTA DEL VATICANO SULLA MONOGAMIA CONFERMA LA DOTTRINA DELLA CHIESA E APPROFONDISCE IL VALORE DEL MATRIMONIO
Il matrimonio cristiano era, è e sempre rimarrà un’unione coniugale solo tra una donna e un uomo: ma la Nota dottrinale “Una caro. Elogio della monogamia” pubblicata dal Vaticano con il Dicastero della Dottrina della Fede dice molto più della centralità pur fondamentale dell’unione cristiana tra due sposi. Dalla monogamia alla complessità del “poliamore”, dal tema delicato della sessualità al valore della libertà cristiana affettiva, andando controcorrente ad un mondo che a parole esalta la libertà ma che nei fatti rischia di creare disagi e “dipendenze” molto più subdole.
La nota dottrinale sul valore del matrimonio come unione esclusiva e apparenza reciproca era attesa da tempo in Vaticano, con il Prefetto cardinale Fernandez che ha ricevuto il via libera da Papa Leone XIV (lo scorso 21 novembre 2025) dopo che già mesi fa con un suo semplice ribadire la fattualità del matrimonio cristiano come unione “tra un uomo e una donna” aveva suscitato polemiche e attacchi.

Il testo è stato preparato meticolosamente il testo suddiviso in 7 capitoli con radici nella teologia delle origini, con le innovazioni del pensiero moderno e fino alla Teologia del Corpo di San Giovanni Paolo II, con l’apporto prezioso delle tematiche sull’amore cristiano messe a punto dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, poi Benedetto XVI. Quel “noi due”, quel rapporto tra l’io e il tu sono dinamiche complementare di un amore realmente totalizzante «che non recide la libertà ma anzi la fa fiorire completamente», ponendo a sostegno tanto la dignità della donna quanto la libertà di ogni singolo individuo.
La nota “Una caro” (letteralmente “una sola carne”) parla dell’indissolubilità del matrimonio dovuta in sostanza al fatto che solo donando se stessi pienamente all’altro è da considerare rapporto monogamo a tutti gli effetti: solo in due è possibile donare se stessi ad un altro, «altrimenti sarebbe un dono parziale di sé che non rispetta la dignità del partner». La monogamia non nega affatto la libertà, ma anzi è una ulteriore «promessa di infinito» che due sposi possono giurarsi davanti a Dio: non nega ma anzi “libera” l’essenza più intima della propria umanità e del proprio amore, come da tempo la Chiesa insegna nella dottrina del matrimonio cristiano.
PIENEZZA, LIBERTÀ E INFINITO: TUTTO SUL MATRIMONIO CRISTIANO, LA MONOGAMIA E IL “POLIAMORE”
Molto probabilmente questa nota dottrinale verrà commentata da chi non è propriamente “esperto” di questioni ecclesiali e si dirà che per la prima volta nella storia Papa Leone XIV apre alla possibilità di ritenere la sessualità come non solo legata alla procreazione della prole: invece già San Giovanni Paolo II nella sua Teologia del Corpo non solo teorizzava ma “incarnava” il tema della sessualità all’interno della complessa e affascinante prospettiva del matrimonio cristiano. Come spiega la nota dottrinale approvata oggi, il fine unitivo della sessualità non può ridursi solo a garantire la procreazione, ma insieme aiuta anche «l’arricchimento e il rafforzamento dell’unione unica ed esclusiva e del sentimento di appartenenza reciproca».
Non solo nelle parti del mondo meno legate alla tradizione cristiana, ma anche in Occidente è sempre più frequente la libera scelta di diverse coppie di vivere la dimensione del “poliamore”, sempre esistito a livello riservato e segreto nel corso della storia ma ora decisamente più “pubblico” nel suo manifestare. Ecco, secondo l’analisi della Santa Chiesa Cattolica, il valore dell’unità matrimoniale non è solo da preservare ma è una realtà dinamica chiamata ad uno sviluppo continuo: il testo della Chiesa entra nel dettaglio in maniera delicata ma non retorica, spiegando come col padre del tempo è inevitabile che l’attrazione fisica e la possibilità di rapporti sessuali diminuisca, «ma questo non toglie che l’appartenenza reciproca non è destinata alla dissoluzione».

Il testo pubblicato dal Dicastero per la Dottrina della Fede, presentato oggi in Vaticano (qui sotto il video integrale, ndr) sottolinea come l’opzione per l’unione dei due sposi, l’effettiva monogamia, si modifica e trasforma nel tempo senza perdere espressione intime di «affetto esclusive» di quell’unica unione matrimoniale, «che non può essere offerta ad altre persone senza sperimentarne un’inadeguatezza».
La nota del Vaticano sulla monogamia prende spunto da un mondo attuale dove l’individuo viene presentato come una creatura “senza limiti” e dunque senza dare giusto valore all’amore esclusivo tra due persone: le discussioni avute con alcuni vescovi dell’Africa sul tema lì molto incidente della poligamia, la Chiesa Cattolica ha voluto rispondere a livello globale con il ribadire la dottrina sull’eccezionalità e profonda unità matrimoniale cristiana e monogama, a paragone continuo dell’unione inscindibile tra Cristo e la sua sposa amata, la Chiesa stessa. Si può appartenere ad un altro solo se realmente liberi, liberi di cuore per appartenersi l’uno all’altro con solo Dio che vede e ama quell’unione «senza perturbare la libertà e l’identità della persona».
