Tra oggi e domani il vertice dei leader del Centrodestra sulle Elezioni Regionali 2025: i nodi aperti, il rebus Veneto e il caos anche a sinistra

IL PRANZO A PALAZZO CHIGI COI LEADER DEL CENTRODESTRA: COSA SUCCEDE OGGI E QUALI NODI POTREBBERO RIMANERE

Secondo i ben informati dovrebbe tenersi oggi attorno alle 13-13.30 il pranzo a Palazzo Chigi per il vertice dei leader del Centrodestra, alla peggio stesso orario ma slittando la data a domani: sul tavolo, la data (o le date) delle prossime Elezioni Regionali 2025 e ovviamente i candidati da mettere in campo contro gli avversari del “campo progressista” (tutt’altro che compatto tra l’altro, ndr). In primo luogo v’è da decidere quando fissare la data delle Regionali e non è un tema da poco sia per quello che vi abbiamo raccontato qui ieri sulle richieste partorite dalla Conferenza delle Regioni, e sia per l’opportunità politica di creare un “blocco” unico di voto a favore/contro il Governo.



Salgono però le quotazioni per preparare un “Election Day” a fine ottobre dove porre alla fine tutte le 6 Elezioni Regionali in programma: Veneto, Campania, Puglia, Toscana, Marche e Valle d’Aosta. Al vertice del Centrodestra saranno presenti la Premier e leader FdI Giorgia Meloni, con il segretario della Lega Matteo Salvini, il presidente di Forza Italia Antonio Tajani e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi: sul tema data Regionali la convergenza sembra andare comunque per la data unica, sia per una riduzione dei costi generali e sia per “minimizzare” in un unico weekend l’eventuale sconfitta elettorale, con almeno 3 Regioni considerate molto difficili da strappare al Centrosinistra (ovvero le giunte uscenti di De Luca, Giani e Emiliano).



Matteo Salvini e Luca Zaia a Pontida (ANSA 2023, Michele Maraviglia)

La Lega con Salvini rivendica il Veneto sottolineando che una squadra che vince da così tanto tempo su quel territorio, con consensi e risultati ancora ottimali, «non ha senso cambiarla»: il Carroccio ha spinto per il terzo mandato, trovando però l’opposizione di Tajani e Forza Italia, ma è disposto a capire con gli altri leader del Centrodestra quale possa essere lo scenario migliore per presentare i candidati ideali contro la sinistra. Se nelle Marche il nome è quello del Governatore uscente Francesco Acquaroli (contro il sindaco Pd di Pesaro Matteo Ricci), sulle altre Regioni il dato è molto più in bilico. In Toscana dovrebbe spuntarla il meloniano Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia molto amato dai concittadini e stimato in questi ultimi anni; per la Puglia invece il nome potrebbe essere quello di Mauro D’Attis, proposto da Forza Italia.



IL REBUS IN VENETO SU LUCA ZAIA TRA INCARICO NEL GOVERNO E LISTA “SOLITARIA”. CAOS ANCHE A SINISTRA

A quel punto, a rigor di logica, in Veneto dovrebbe permanere un nome in quota Lega mentre sul fronte Campania il rebus resta apertissimo: Noi Moderati e Forza Italia puntano ad un nome come quello di Martusciello (azzurro), Meloni rilancerebbe con Cirielli (FdI), la Lega vorrebbe invece un nome civico per contrapporsi alle scelte tutt’altro che decise del Centrosinistra (che punta con Roberto Fico all’eredità di De Luca).

Il vero rebus dunque rimarrebbe la Regione “dominata” dal “doge” Luca Zaia praticamente ininterrottamente dal 2010 in poi: il derby interno tra Lega e Fratelli d’Italia pare non del tutto chiuso, con il vertice del Centrodestra che vedrà i leader discutere su voti anche “lontani” come le Comunali di Milano, le Regionali in Friuli e Lombardia. Se infatti Salvini dovesse strappare il candidato del Veneto, dovrebbe a quel punto “lasciare” le istanze sui voti lombardi dei prossimi anni, tema dunque non da poco da dirimere.

L’alternativa è quella di rompere l’alleanza in Veneto, presentando la lista Zaia con un candidato fuori dalla coalizione di Centrodestra (si pensa ad Alberto Stefani, tra i vice di Salvini e leader della Liga Veneta): questo però esporrebbe la coalizione del Governo Meloni ad un ulteriori “strappo” interno che potrebbe anche pesare nell’economia degli altri voti Regionali, così come nelle dinamiche nazionali. L’alternativa nell’alternativa è quella di presentare una Lega con dentro il simbolo il nome di Zaia per poter attirare più voti possibili e rivendicare il candidato poi appoggiato da FI (che vorrebbe Tosi) e FdI (che invece spinge per Donazzan come alternativa propria).

Resta comunque un rebus in casa Centrodestra, così come è tutt’altro che completo lo scacchiere per il campo largo progressista: lo scontro tra M5s e Pd sul nome di Giani mette a rischio la coalizione anche in Campania, dove i grillini vogliono candidato Fico contro l’area pro-De Luca che invece è invisa tanto a Schlein quanto ai 5Stelle. Più semplici le altre candidature con Decaro in Puglia e Ricci nelle Marche che paiono già pronti, mentre in Veneto il campo progressista completo punta sull’ex sindaco di Treviso Giovanni Manildo, scelto direttamente dal segretario Pd veneto, Andrea Martella.

Leader Pd Elly Schlein con Eugenio Giani, Governatore Toscana (ANSA 2024, Fabio Di Pietro)