I vescovi italiani attaccano i No Vax e tutti coloro (una frangia comunque residuale della popolazione italiana) che negli ultimi mesi stanno protestando contro il Green Pass. Nel messaggio inviato in concomitanza della 44esima Giornata Mondiale della Vita, la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) denuncia infatti il comportamento di coloro che manifestano “egoismo, indifferenza e irresponsabilità” in questa situazione storica. Manifestazioni che secondo i vescovi sono caratterizzate inoltre da “una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti”.
Nel messaggio di cui sopra, infatti, la CEI spiega che le posizioni dei No Vax sono egualmente lontane dal Vangelo e dalla Costituzione, pur tuttavia operando una distinzione all’interno del fronte di coloro che sono contrari alla vaccinazione contro il Covid-19 oppure all’introduzione da parte del Governo Draghi del lasciapassare sanitario elettronico, oggetto del contendere. “Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia” precisa il messaggio della CEI che mostra dunque comprensione verso chi protesta perché spinto da ansie e paure e non animato da motivazioni bellicose o aprioristiche.
LA CEI CONTRO I NO VAX: “IRRESPONSABILI ED EGOISTI, SONO LONTANI DAL VANGELO E…”
Tuttavia, i vescovi ricordano pure che “in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione”, indicando come modello il comportamento di tutti coloro che si sono dedicati sin dall’inizio della pandemia a tutelare gli altri. Quella “malintesa affermazione di libertà” viene poi richiamata nel messaggio della Conferenza pure in merito al tema dell’aborto e anche della prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente. “La riaffermazione del ‘diritto all’aborto’ e questo referendum vanno nella medesima direzione” si afferma, con riferimento alle pratiche di cui sopra che vanno contro il Vangelo.
E aggiungono: “Senza voler entrare nelle importanti questioni giuridiche implicate, è necessario ribadire che non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire” prosegue il messaggio ribadendo che “c’è solo il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”. Secondo la CEI, inoltre, chi soffre andrebbe accompagnato nella ricerca delle ragioni per cui vivere e “occorre chiedere l’applicazione della legge sulle cure palliative e la terapia del dolore” dal momento che per i vescovi l’unico diritto da rivendicare è “quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita”. In relazione al tema etico del fine vita, il messaggio si conclude dicendo che “mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia”. Dunque, come comunità cristiana, si deve fare “continuamente l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta e incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza”.