Nonostante sia passato più di un anno dall’esplosione del coronavirus in Italia, il 40 per cento delle persone ricoverate per covid in terapia intensiva non riesce a superare la malattia e muore. Spiega perchè il luminare Maurizio Viecca, primario di cardiologia all’ospedale Sacco di Milano, che intervistato da Sanitàinformazione.it ha detto: «Oggi ancora si muore di Covid perché i pazienti arrivano in ospedale in una fase tardiva e la causa ultima è una sovra infezione. Come se il sistema immunitario ad un certo punto fosse stanco e non più in grado di difendersi dal virus e da tanti altri batteri. Infatti, ad aggravare irrimediabilmente la situazione sono le complicanze batteriologiche resistenti anche agli antibiotici. Il paziente va incontro ad un marasma: non risponde più all’infezione virale e batterica e il danno si propaga in diversi organi, polmoni, reni, intestino, cervello e cuore».
Al di là di ciò, resta il fatto che sono ancora troppi gli italiani che si comportano in barba alle misure di restrizione, come denunciato dallo stesso Viecca: «Alcuni comportamenti sono incomprensibili, come quanto accaduto ieri (domenica ndr) in Darsena o la scorsa settimana allo stadio San Siro in occasione del derby tra Milan e Inter, o ancora a Bergamo a margine della partita Atalanta Real Madrid dove c’erano centinaia di persone senza mascherine. È importante che passi il concetto che su 100 nuovi casi di infezioni, 99 sono dovuti ad imbecilli che non utilizzano la mascherina. L’equazione da tenere sempre a mente è: mascherina più vaccino, per ritornare ad una vita normale».
VIECCA: “SCANDALIZZATI DALLA CAMPAGNA VACCINALE”
E a proposito di vaccini, ieri il commissario Domenico Arcuri è stato sostituito dal generale Figliuolo, una mossa che potrebbe accelerare la campagna di vaccinazione in Italia: «Siamo abbastanza scandalizzati se non cambia l’organizzazione, finiremo le vaccinazioni a gennaio 2022 e se così fosse, ci sarebbe la necessità di ricominciare il giro ad ottobre dal momento che la copertura è di cinque o sei mesi, con il conseguente caos organizzativo per il reperimento del vaccino. Fa bene il presidente del Consiglio, Draghi, a porre come obiettivo 500 mila vaccinazioni al giorno, ovvero un numero dieci volte superiore a quello attuale. Ma è importante trovare le dosi, per questo dovremmo guardare al vaccino russo, già utilizzato in alcuni paesi europei. Potrebbe essere una soluzione». C’è spazio infine per una ‘polemica’ sui numeri del Sacco, dopo che negli scorsi giorni Galli aveva denunciato la presenza di molti casi di varianti nella sua struttura: «E’ importante non accrescere la paura. Nei giorni scorsi si è detto che al Sacco eravamo pieni di nuovi casi. Non è vero. Oggi l’ospedale è nella stessa situazione di quindici giorni fa, un mese o due mesi fa. Usiamo la scusa delle varianti per non dire che mezzi pubblici, apertura delle scuole e ristoranti hanno fatto risalire un po’ l’indice di contagiosità».