Vittorio Sgarbi, il sottosegretario alla Cultura sarebbe "indagato per autoriciclaggio di beni culturali". Ma lui nega: "Non ho ricevuto avvisi". E va al contrattacco: "Accuse fantasiose"
Per Sgarbi si tratta di «ennesima diffamazione» e accusa Il Fatto di mentire. Il fascicolo su Sgarbi sarebbe stato aperto dalla procura di Imperia, come derivazione di un’altra indagine per esportazione illecita di opere d’arte, riguardante Valentin de Boulogne. Secondo Il Fatto, il fascicolo è stato inviato alla procura di Macerata per competenza, in quanto Sgarbi dichiara il domicilio a San Severino Marche, di cui fu sindaco nel 1992, luogo designato dal critico d’arte per gli interrogatori. Ma Sole 24 Ore non esclude che il fascicolo possa essere trasferito poi ad un’altra procura e che venga cambiata anche l’ipotesi di reato. Comunque, i carabinieri hanno sentito il restauratore e i titolari dell’impresa di Correggio (Reggio Emilia) che avrebbe eseguito una copia dell’opera.
M5S VUOLE LA REVOCA PER SGARBI, LUI ATTACCA “ACCUSE FANTASIOSE E RIDICOLE”
Il Movimento 5 Stelle domani chiederà alla capigruppo della Camera di calendarizzare subito la mozione di revoca per Vittorio Sgarbi, già depositata ad ottobre e ora integrata. Lo riferiscono fonti pentastellate, citate dal Sole 24 Ore, secondo cui anche al Senato, nella capigruppo di oggi, i grillini faranno lo stesso, depositando una mozione simile. Le stesse fonti spiegano che, se le notizie venissero confermate, tale vicenda confermerebbe la gravità della posizione del sottosegretario alla Cultura che «lede l’onore delle istituzioni e non può mantenere il suo incarico».
Dal canto suo, Sgarbi nei giorni scorsi ha dato mandato ai suoi legali di denunciare di nuovo Report e Il Fatto Quotidiano per le «fantasiose e ridicole accuse». In merito all’opera esposta a Lucca, ha precisato che «non ha niente a che fare con quella rubata e proviene da una villa del viterbese dov’era documentata dal 1649». Il sottosegretario alla Cultura ha aggiunto che quelle di Report e Il Fatto non sono inchieste giornalistiche, «ma una chiara aggressione politica. Saranno denunciati penalmente per le bugie, le ricostruzioni fasulle e la continua diffamazione, oltre a essere citati per il risarcimento dei danni».