L’epidemiologo Roberto Volpi è contrario all’introduzione di un nuovo lockdown in Italia. «Non solo è inutile, ma è anche dannoso», ha dichiarato nell’intervista odierna a La Verità. Ha citato gli esempi di Germania e Regno Unito, «la dimostrazione del fallimento delle misure più drastiche, che laggiù dove sono state prese hanno portato solo più vittime». A Berlino, ad esempio, il lockdown è scattato il 9 dicembre, ma la situazione non è migliorata: da una media di 2mila morti a settimana si è passati ad una di 6mila morti a settimana. «Se chiudi in casa i positivi con i negativi la gente muore. Esattamente quanto accaduto in Italia a marzo, a riprova che il lockdown uccide», ha aggiunto Volpi. Da ciò emerge, secondo l’epidemiologo, che l’andamento della pandemia Covid è slegato dalle strategie che vengono adottate dai vari Paesi.
Un pensiero controcorrente? Importa poco a Roberto Volpi: «Servono mascherine, distanziamento e igiene». A proposito, invece, del caos di voci di virologi, ritiene che abbia «un effetto depressivo sulla popolazione», quindi il ministro della Salute Roberto Speranza dovrebbe «richiamare all’ordine almeno i membri del proprio Comitato tecnico scientifico e i vari consulenti del ministero».
“INFLUENZA SPARITA? SERVE VIRUS ANTI COVID”
«La politica non dovrebbe avere paura di nulla, e invece ha una fifa matta della scienza, ha un complesso di inferiorità nei suoi confronti», ha osservato l’epidemiologo Roberto Volpi ai microfoni de La Verità. In merito all’altissimo numero di morti Covid in Occidente, ha le idee chiare. Non è ovviamente solo una questione di caratteristiche della popolazione, quindi di età. «Siamo organicamente più esposti, siamo quelli che hanno meno difese organiche rispetto a questo tipo di patogeni. Siamo i Paesi del pulito». Volpi ha evidenziato che in Occidente abbiamo un rischio relativo di morte da Covid che è 21 volte più alto rispetto al resto del mondo, un divario enorme. Uno dei problemi è «l’eccesso del pulito». Intanto l’influenza è sparita. «Se continua così, alla prossima stagione non avremo un vaccino contro l’influenza». Per Volpi i virologi avrebbero dovuto prevederlo e quindi non spingere per la campagna di vaccinazione antinfluenzale. «Questo coronavirus ha occupato tutto lo spazio eco-biologico, rendendolo indisponibile a qualsiasi altro virus».
Questa secondo Roberto Volpi è la prova che «un virus “forte” impedisce l’azione di un altro virus». Da qui il futuro della ricerca. La sparizione dell’influenza lascia intravedere una strategia di virus contro virus: «Cioè, virus “buoni” costruiti in laboratorio che contrastano l’azione di altri virus, invece “cattivi”, che possono sempre sopraggiungere».