Da inizio anno nel nostro Paese ci sono stati cinque casi di infezione grave da West Nile Virus, che è piuttosto diffuso
Dall’inizio del 2025 in Italia ci sono già stati 32 casi segnalati di infezione nell’uomo da West Nile Virus, virus del Nilo occidentale, di cui 23 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva. Bisogna ricordare che nel 2024 i casi riportati in Italia sono stati più di 280, principalmente limitati ai mesi estivi.
Questi casi in realtà sono la punta dell’iceberg di un’infezione più diffusa. Infatti, circa otto casi di infezione con questo virus su dieci risultano asintomatici, per cui le persone infette non si accorgono dell’infezione. Invece, due persone infette su dieci possono manifestare una sintomatologia leggera con febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati o sfoghi cutanei; mentre una persona infetta su centocinquanta può arrivare ad avere delle sintomatologie neurologiche, che purtroppo possono essere anche permanenti. Infine, una su mille può manifestare un’encefalite letale.
Il virus si trasmette per mezzo della puntura di zanzare, principalmente del genere Culex, che agiscono come vettori, ed è di origine africane. È stato isolato infatti per la prima volta in Uganda nell’area a ovest del Nilo, da cui il suo nome, ma la sua provenienza sembra essere il Sud Africa.
I primi report della sua presenza in Europa risalgono alla fine del secolo scorso, dove probabilmente è arrivato grazie a uccelli migratori infetti. Da allora il virus si è diffuso in Europa innanzitutto per la continua presenza di uccelli migratori che lo trasportano dall’Africa all’Europa e viceversa, con un continuo di scambio di virus tra i due continenti. Le zanzare si infettano pungendo gli uccelli e quindi possono trasmettere il virus ad altri animali.
Gli uccelli, migratori e stanziali, sono quindi il serbatoio principale del virus e svolgono un ruolo molto importante nell’amplificazione e diffusione del virus in nuove aree geografiche. Le zanzare si infettano pungendo un uccello con un’elevata quantità di virus in circolo; il virus si replica nelle zanzare localizzandosi a livello delle ghiandole salivari, e può poi essere trasmesso a un nuovo ospite vertebrato con il successivo pasto di sangue. Oltre all’uomo, il virus può infettare anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli.
Un elemento positivo è che l’uomo è considerato un “ospite a fondo cieco” in quanto i livelli di virus che circolano nel sangue di una persona infetta non sono sufficientemente elevati per consentire l’infezione di una seconda zanzara che pungesse la persona infetta. Per cui una persona infetta non funge da nuovo serbatoio di infezione.
Purtroppo, però, quindici regioni italiane su venti sono considerate ormai endemiche per il West Nile Virus, cioè sono regioni in cui la circolazione del virus è segnalata stabilmente in uccelli, zanzare, cavalli e quindi anche sempre più di frequente nell’uomo. L’Istituto Superiore di Sanità coordina la sorveglianza perché è chiaramente molto importante monitorarne la presenza negli animali citati (uccelli, cavalli e zanzare).
Purtroppo non esistono ancora né vaccini, né terapie per questo virus, per cui il principale modo è di proteggersi è evitare le punture di zanzare. Anche perché il West Nile Virus non è l’unico virus che a livello mondiale si sta diffondendo in Italia grazie a questi insetti e potrebbero diventare anche loro stabili nel nostro Paese.
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