Il caso di Yara Gambirasio a Uno Mattina: il commento del legale di Massimo Bossetti alla possibilità di accedere ai reperti all'origine della condanna

La trasmissione UnoMattina Estate è tornata oggi, mercoledì 25 giugno 2025, a occuparsi del caso di Yara Gambirasio sul quale si è tornati a parlare più o meno approfonditamente in queste ultime settimane dopo la discussa intervista rilasciata da Massimo Bossetti – già condannato da tutti e tre i gradi di giudizio all’ergastolo – ai microfoni della trasmissione Belve; mentre in questi ultimi giorni c’è stata anche un’inaspettata novità da parte della procura bergamasca.



Partendo proprio da qui, è di pochi giorni fa la notizia che il tribunale ha concesso ai difensori di Massimo Bossetti di accedere ai reperti del delitto di Yara Gambirasio che furono utilizzati per sostenere l’accusa contro il loro assistito: si tratterebbe, in particolare, del DNA e degli indumenti della giovanissima ginnasta uccisa nel novembre del 2010 e dei risultati del confronto tra il genoma di Bossetti e quello di “Ignoto 1“, quest’ultimo esauritosi in occasione delle prime indagini.



È da più di sei anni che Bossetti e i suoi difensori chiedono l’accesso agli atti ufficiali su Yara Gambirasio, ma la richiesta era sempre stata fermamente negata dagli inquirenti e dal tribunale per ragioni mai effettivamente comprese (si disse che erano spariti, poi che erano pochi, poi ancora distrutti); mentre al contempo è utile ricordare che lo stesso muratore ormai condannato si è sempre dichiarato del tutto innocente, sostenendo che non ci siano ragioni dirette per cui il suo DNA sia presente sulla vittima.

Yara Gambirasio, il legale di Bossetti: “Non c’è nessuna scienza dietro alla condanna”

Per parlare dell’argomento e, in particolare, di quelle tracce di DNA che ora saranno nuovamente analizzate (non in modo diretto) dai difensori dell’assassino di Yara Gambirasio è intervenuto proprio il suo legale, il dottor Claudio Salvagni, accompagnato dal dottor Marzio Capra, genetista e consulente di parte in forza proprio a Massimo Bossetti e che ora sarà incaricato di svolgere le nuove analisi sui reperti.



Omicidio Yara Gambirasio: Massimo Bossetti (Foto: web)

Partendo dal legale di Bossetti, nello studio di Rai 1 ha ricordato che “noi non abbiamo mai potuto verificare quel DNA” che collocava il condannato sulla scena del delitto di Yara Gambirasio, precisando che ancora oggi potranno farlo “solo sulla carta perché i reperti sono stati distrutti e non si potranno mai più analizzare”: in ogni caso, l’obbiettivo sarà quello di “incrociare i dati per trovare l’esistenza di possibili anomalie o errori che potrebbero aver portato a un’attribuzione errata“.

Secondo il legale, “il dato che viene spacciato come scientifico, in realtà non lo è” perché da Ignoto 1 mancherebbe “il DNA mitocondriale con un’assenza che non viene spiegata da nessuna parte, tanto che la cassazione affermò che ‘c’è, ma non si vede’”, con una posizione che secondo il legale di Bossetti sarebbe “senza senso”; mentre il genetista Capra ha spiegato che l’errore potrebbe essere legato alla contaminazione tra campioni e reperti di Yara Gambirasio.

“Noi – ha spiegato Capra – abbiamo una percezione spesso ottimistica degli strumenti usati, ma serve anche ricordare che ci troviamo spesso ad analizzare reperti chiusi in scatole qualsiasi inutilizzate e sappiamo per certo che capita che il DNA venga trasportato dai contenitori” e potrebbe essere stato proprio da uno di quegli scatoloni che è emerso il genoma dell’assassino di Yara Gambirasio.