Arriva la condanna per evasione fiscale per Stefano Lepri, 26enne youtuber noto con il nome di St3pny: “Continuate a credere a quello che leggete...”
Non si registrano aggiornamenti da parte di Stefano Lepri, noto ai suoi follower di YouTube con il nickname di St3pny, che sui social network non ha rilasciato commenti ufficiali circa la vicenda giudiziaria che lo riguarda da vicino e che si è chiusa con una condanna ai suoi danni a otto mesi di reclusione (pena sospesa), giunta al termine del procedimento aperto per evasione fiscale e avviato nei suoi confronti dal pm Christine Von Borries.
Addirittura, l’accusa aveva richiesto per il giovane una condanna ammontante a sedici mesi, mentre la difesa puntava all’assoluzione totale: alla fine, le parti si sono incontrate a metà strada, con il giudice Gugliotta che ha concesso al ragazzo le attenuanti generiche, considerato il pagamento effettuato nelle scorse settimana da quest’ultimo al Fisco. Peraltro, la formula di cessione del diritto d’autore utilizzata da Lepri per la pubblicazione di banner sui propri video non prevede versamento di Iva e questa sentenza potrebbe davvero fare giurisprudenza in un settore, quello degli youtuber, che si trova attualmente in una fase di regolamentazione. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
STEFANO LEPRI CONDANNATO PER EVASIONE FISCALE
E’ stato condannato a 8 mesi per evasione fiscale Stefano Lepri, noto youtuber conosciuto con il nome di St3pny, con circa 2.5 milioni di follower su Instagram. La notizia ha fatto il giro del web ed ha avuto una grande eco in quanto è la prima volta che emerge un caso di questo tipo. Al momento Stefano Lepri non ha commentato se non una stories sulla propria pagina social in cui, con tanto di foto con il pollice alzato, scrive “Continuate a credere a quello che leggete, io sono a casa”. Le sue ultime foto sono invece state invase, come prevedibile, da moltissimi utenti che hanno voluto commentare in maniera ironica, riferendosi appunto alla condanna per evasione di cui sopra. “Fra, non è che hai 76mila euro da prestarmi?”, scrive uno, riferendosi appunto all’Iva evasa dal ragazzo. Un altro invece scrive: “ci vediamo tra 1 anno e 4 mesi”, la condanna che era stata richiesta dal pm, ma che non è stata accolta, mentre un altro aggiunge: “comunque mi mancheranno le tue foto ogni giorno:’)”. Simile questo commento: “Mi mancheranno le tue foto giornaliere. Grazie per esserci sempre stato durante quest’anno Per averci sempre fatto compagnia e averci strappato un sorriso Grazie di tutto, ti vogliamo un bene dell’anima”. Il ragazzo si è sempre dichiarato innocente, sottolineando di aver agito in buona fede. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
STEFANO LEPRI, YOUTUBER ST3PNY CONDANNATO: 8 MESI DI RECLUSIONE PER EVASIONE FISCALE
Stefano Lepri, in arte St3pny, è stato condannato a 8 mesi di reclusione per evasione del Fisco. Secondo quanto riporta Fanpage.it, quello che si evince dalla sentenza del Tribunale di Firenze in seguito alla richiesta del pm Christin Von Borries che aveva chiesto per lui una pena di 1 anno e 4 mesi andando contro la richiesta della difesa che aveva chiesto l’assoluzione per il proprio clienti per via del pagamento fatto dal 25enne nei mesi scorsi saldando il debito con il Fisco. A quanto pare questo non è successo e adesso lo Youtuber dovrà fare i conti con la condanna in seguito all’evasione dell’Iva nel 2017 per un totale di 76mila euro. Nei mesi scorsi, quando su di lui sono piovute le accuse di evasione avanzate dalla Guardia di Finanza, si è difeso con forza mentre le Fiamme Gialle, secondo quanto spiega Il Messaggero, quello di Lepri era un “sistema rodato” attraverso il quale nascondere al fisco ricavi e Iva.
STEFANO LEPRI, CONDANNATO PER EVASIONE: LA QUESTIONE DEI DIRITTI D’AUTORE
Secondo le accuse, St3pny avrebbe stipulato contratti con agenzie pubblicitarie per la pubblicazione di banner sui propri video usando l’escamotage della cessione del diritto d’autore e, quindi, evitando così il versamento dell’Iva ma questo cozzava con la sua attività continuativa professionale. A questo punto si è deciso di aprire una partita Iva d’ufficio per calcolare l’ammontare dei presunti importi nascosti fino ad allora arrivando a cifre davvero esorbitanti che lui nega comunque di aver incassato. Lepri spera che adesso la sua categoria e il suo lavoro possano essere regolamentati ma è vero anche che la sentenza potrebbe fare storia e mettere nei guai tutti coloro che hanno usato, anche per un solo periodo, il sistema dei diritti d’autore.
