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Home » Esteri » Ucraina » Zelensky “pronti alla pace sotto leadership Trump”/ Dietrofront Ucraina dopo blocco armi Usa: “ok terre rare”

  • Ucraina
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Zelensky “pronti alla pace sotto leadership Trump”/ Dietrofront Ucraina dopo blocco armi Usa: “ok terre rare”

Niccolò Magnani
Pubblicato 4 Marzo 2025
Trump e Zelensky

Donald Trump accoglie il Presidente ucraino Zelensky alla Casa Bianca (ANSA-EPA 2025)

La replica dello Zelensky ‘prodigo’ al blocco di armi Usa in Ucraina: “pronti a parlare di pace sotto la leadership di Trump”. Dal Cremlino intanto...

IL “ZELENSKY PRODIGO”: LA RISPOSTA DELL’UCRAINA DOPO LO STOP DELLE ARMI USA A KIEV

Il ritorno del “figliol prodigo” o, in questo caso, del “Zelensky prodigo”: non è passata neanche una giornata dall’annuncio dell’amministrazione Trump di sospendere con effetto immediato tutti gli aiuti militari e le armi verso l’esercito ucraino, che da Kiev giunge netta risposta. E non è affatto negativa, specie se si pensa che neanche una settimana fa alla Casa Bianca andava in scena lo scontro clamoroso tra i due Presidenti dopo la mancata firma sull’accordo per le terre rare ucraine.


Incontro Russia India, accordo commerciale "Contro le pressioni Usa"/ Aumenteranno scambi di petrolio e armi


«Siamo pronti a lavorare velocemente per porre fine alla guerra»: così su X il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky prova a “chiudere” la polemica con Washington, provando a dare quella «promessa ambiziosa di pace» richiesta dallo stesso Trump per riprendere all’invio di armi e aiuti verso il fronte.


Macron e Merz a Zelensky: "Attento a tradimento Usa"/ Spiegel rivela call Ue: "Non lasciamo sola l'Ucraina"


Pur considerando deplorevole lo scontro avvenuto con il Presidente Trump, il leader ucraino conferma l’intento di non volere una guerra infinita, dicendosi pronto a sedersi al tavolo dei negoziati per raggiungere una vera pace duratura. Zelensky si dice disponibile fin da subito a sedersi al tavolo di pace per lavorare «sotto la forte leadership di Trump», negoziando anche con la Russia la fine della grave offensiva iniziata da Putin ormai tre anni esatti fa. È sempre il Presidente ucraino sui social a far presente quali potrebbero essere i primi elementi di un ipotetico accordo di pace con Mosca: una fase di cessate il fuoco, con immediato rilascio dei prigionieri, che ponga fine alle ostilità in arrivo dal “cielo”.


UCRAINA/ "Merz e Macron cercano la guerra, ma il primo ostacolo alla pace è l'ambiguità Usa"


Droni, missili, bombe e sabotaggi delle infrastrutture energetiche: Zelensky chiede che in una prima fase della tregua possa giungere lo stop di ogni attacco aereo, seguito da quelli via mare e via terra. L’Ucraina si dice pronta a interrompere qualsiasi tipo di combattimento, se anche la Russia prenderà il medesimo impegno: in merito a tutte le altre fasi della tregua, Kiev conferma la volontà di concordare con gli Usa un accordo finale duraturo.

Dopo lo scontro, il tono calmo e deferente di Zelensky sembra essere la prima conseguenza della richiesta in sede NATO e Ue di smorzare i toni e ricucire con la Casa Bianca: il Presidente ucraino ringrazia il suo omologo americano dicendo che la vera svolta della guerra in questi ultimi mesi è quando Trump ha fornito come aiuto all’Ucraina i missili Javelin.

I would like to reiterate Ukraine’s commitment to peace.

None of us wants an endless war. Ukraine is ready to come to the negotiating table as soon as possible to bring lasting peace closer. Nobody wants peace more than Ukrainians. My team and I stand ready to work under…

— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) March 4, 2025

DA ZELENSKY A TRUMP, COSA PUÒ CAMBIARE ORA PER LA PACE: INTANTO AL CREMLINO…

Il ringraziamento di Zelensky è punto per punto tutto quello che non è avvenuto in presenza nell’ormai storico incontro alla Casa Bianca di venerdì 28 febbraio 2025: dopo aver appunto definito deplorevole la modalità con cui si è arrivati allo scontro, il Presidente di Kiev è pronto ad andare oltre (specie dopo il blocco delle armi americane minacciato oggi dagli States), sia sedendosi al tavolo di pace e sia accettando i termini dell’accordo sulle terre rare cedute all’America. Addirittura Zelensky definisce questo accordo come un passo chiave verso maggiori sicurezza e garanzie per il popolo ucraino, che è poi esattamente quanto chiedeva il leader ex comico all’inizio del confronto-scontro nello Studio Ovale.

Appena prima dell’intervento pubblico di Zelensky, anche il Parlamento ucraino aveva ringraziato largamente il popolo e la politica americana per i Tati aiuti forniti in questi tre anni di guerra contro la Russi: «Il popolo ucraino desidera la pace più di chiunque altro al mondo e crede che il ruolo personale del presidente Donald Trump e i suoi sforzi di mantenimento della pace saranno decisivi per la rapida cessazione delle ostilità», si legge nel comunicato diffuso dalla Verkhovna Rada di Kiev.

Dopo che ancora nelle scorse ore Trump si era detto impaziente di raggiungere un accordo con il Governo Zelensky, solo appunto a patto di un dietrofront imponente del leader ucraino, nelle stesse ore in cui l’effettivo passo indietro veniva fatto è ancora il vicepresidente Vance a far intuire i termini della questione.

Secondo il n.2 della Casa Bianca, la presenza economica americana in Ucraina – con le terre rare e con gli aiuti militari – è una migliore garanzia rispetto a 20 o 30mila soldati europei che non combattono guerre da quasi 40 anni. Quella di Vance è una risposta a distanza alla proposta (per ora solo ipotetica) di Macron e Starmer in merito all’invio di soldati peacekeeping in Ucraina come garanzia post-guerra: come già la stessa Presidente del Consiglio Meloni aveva cassato durante il vertice di Londra, la posizione americana rimane fermissima.

Come riconosciuto del resto anche dallo Zelensky “prodigo”, la miglior garanzia e sicurezza è dimostrata dagli accordi economici e politici degli Usa con Kiev. Dopo lo stop delle armi Usa, il Cremlino con il portavoce di Putin aveva sentenziato che la sospensione imposta da Trump potesse essere la “spinta” giusta per convocare il tavolo di pace, costringendo Kiev al negoziato: ora che Zelensky il passo (almeno a parole) lo ha fatto, occorre capire quale sarà la contro-risposta americana. Vista però la rapida e “schizofrenica” evoluzione dei fatti in questo contesto geopolitico intricatissimo, potremmo non attendere molte ore…

Tags: Volodymyr ZelenskyDonald TrumpVladimir Putin

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