Maremma Wine&Food Shire/ C’è modo migliore per raccontare l’Italia?

- Paolo Massobrio

PAOLO MASSOBRIO da Grosseto racconta la Wine&Food Shire, e consiglia i migliori ristoranti della Maremma. C'è modo migliore per raccontare l'Italia?

briganti_maremma_ridotta briganti Maremma

E poi arriva Maggio e manco hai tempo d’accorgerti del miracolo di una stagione che scoppia di verde. Se non avessi il privilegio dei lunghi viaggi in auto non mi accorgerei dell’ordine delle cose, del tempo che cambia e ti coglie come una carezza.

Ieri sera, ad esempio, da Alba in assaggio di Barolo e Barbaresco, dove tutta la città già festeggia i 50 anni della Nutella, mi son messo in viaggio per la Maremma, dopo aver goduto di una riobiola di Roccaverano perfetta (son quelle di maggio le migliori). Non c’era nessuno in autostrada e la luce di maggio è rimasta accesa fino alle 21. Puoi correre e affannarti, ma quando vedi il mare al tramonto, nelle coste selvagge dell’Alberese, qualcosa ti riconcilia, ti rimette al centro di un fenomeno e ti senti un poco più piccolo. Arrivi in albergo la sera tardi, all’ottimo Aironi (Grosseto è una città bellissima e tutte le volte che l’ho detto a qualcuno questi è andato fra le mura che cingono il centro e poi mi ha dato ragione) e il personale non fa una piega quando chiedo un prosciutto tagliato al coltello col pane sciocco e un bicchiere (anche due) di Morellino di Scansano (azienda Mantellassi, ve lo consiglio!).

Sono in Maremma: ora che ho la pancia assecondata lo posso dire. Sono qui per vivere Maremma Wine&Food Shire, che è un grido di passione che coinvolge tutto il territorio, dai patitii del golf a quelli dei cavalli, che sono in carovana da una settimana, lungo l’antica via Clodia. Le pappardelle le vado a mangiare al ristorante Gran Tosco (via Solferino, 4 – tel. 056426027) racchiuso tra le mura della città, mentre la scottiglia me la fa Moreno Cardone de L’Uva e Il Malto (via Giuseppe Mazzini, 165 – tel. 0564411211).

Ma che buone le cucine da Claudio – La Buca di San Lorenzo e della Locanda de’ Medici, due locali ambientati proprio dentro i bastioni della città. Non vedo l’ora di assaggiare il Ciliegiolo in purezza di qualche produttore di vino maremmano, oppure il Montecucco che è una delle Doc in auge della Maremma (Salustri di Poggi del Sasso è il mio vate e lì vicino c’è il monastero di Siloe dove i monaci coltivano otto tipi di peperoncino, oltre ad altre specialità). Clamorosa nella zona industriale di Grosseto è il fishfood della Pescheria Guadagnoli, dove puoi assaggiare 50 modi di pesce cucinati al momento, a mo’ di fast food. Nelle cinque piazze di Grosseto, fra i 130 produttori ci saranno anche quelli del Caseificio Il Fiorino di Roccalbegna che fanno dei pecorini straordinari, e poi Ovis, che produce il Raveggiolo.

Cercherò i pescatori della laguna di Orbetello, che insegnano come si cucina un pesce povero. E chiederò a Federico Ferrero, il vincitore di Masterchef alle 19 di sabato a Grosseto, cosa ne pensa della spesa in questa zona, fra pesce, legumi, carni, caci e salumi… e anche zafferano. C’è un ragazzo che stimo moltissimo, Pierpaolo Pincelli Bernard che ha creato la Bottega Maremmana, per vendere i migliori prodotti dei piccolissimi produttori on line. E va avanti con passione, dimostrando che basta buona volontà per promuovere e vivere dei tesori che ci sono in una terra. Il suo sito è www.bottegamaremmana.com. ed è da visitare. E forse anche da imitare. Dalla Maremma, insomma, non si vuole venir via: è una passione, non ci sono dubbi: è come il Mal d’Africa. Sandro Vannucci, volto noto di Linea verde, ha preso dimora qui, come tanti altri personaggi. E domenica arriverà a cavallo a capo della carovana della via Clodia, in città. Io andrò in giro coi Briganti della Maremnma a fare i canti di maggio, mentre la Dante Alighieri di Roma, ha inventato un gioco, “adotta una parola”, per far conoscere l’identità della Maremma a chi verrà tra gli stand e userà lo smart phone per twittare.

Ci sarà musica, teatro, gusto, ma anche silenzio. Ora mi chiedo: c’è un modo migliore di questo per raccontare l’Italia? Eccolo il segreto mai scritto dei territori che si preparano all’Expo ma non ce la fanno: fermarsi a pensare, con una regia certa e coi giovani e mettere in piazza, cioè a sistema, tutto ciò che vale. Ma chi lo sta facendo davvero? Datemi ancora un poco di tortelli amici!





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