CHARLIE GARD/ Video, le pressioni di Trump su Theresa May (ultime notizie)

- Niccolò Magnani

Charlie Gard, ultime notizie di oggi 7 luglio 2017: mamma, "stanno per staccare la spina", Vaticano tenta manovre in extremis. GOSH, "giusto riaprire il caso con le nuove cure"

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Con la decisione di sottoporre, ormai con ogni probabilità, il piccolo alla cura sperimentale, potrebbe aprirsi un nuovo capitolo nella storia di Charlie Gad. Per il bimbo di dieci mesi per il quale era stata disposta l’eutanasia, si è mobilitata anche gran parte dei capi di Stato. In particolare Donald Trump ha fatto grandi pressioni su Theresa May, Primo Ministro inglese, affermando come il Presidente degli Stati Uniti concordasse fortemente con le posizioni di Papa Francesco, per la difesa della vita e per tentare in tutti i modi di dare una chance di salvezza al piccolo Charlie. I colloqui fra Trump e la May sono stati abbastanza fitti, con il Presidente americano che ha avuto modo anche di confrontarsi con il leader laburista, Jeremy Corbyn. Le pressioni di Trump sembrano essere andate a buon fine, con il Presidente che si è raccomandato alla massima sensibilità nei confronti della famiglia e del caso di Charlie Gard. (agg. di Fabio Belli)

Clamorosa novità che rischia di riaprire davvero il caso del piccolo Charlie Gard: pochi minuti fa la Bbc fa sapere che la direzione generale dell’ospedale inglese dove è ricoverato Charlie e dove si sarebbe dovuti passare al distacco dei macchinari (Great Ormond Street Hospital, GOSH), ha riaperto il caso e la speranza dei genitori. «Il Great Ormond Street Hospital di Londra si è rivolto all’Alta Corte per una nuova udienza sul caso del piccolo Charlie Gard alla luce delle richieste relative a possibili altri trattamenti». Si apre uno spiraglio dunque dopo il protocollo inviato dall’ospedale Bambino Gesù di Roma proprio questa mattina e dopo le parole dei genitori che avevano spiegato come alcuni medici ritengono possibile, non certo, ma possibile, una cura funzionale sul corpo del piccolo Charlie Gard. Si riapre tutto dunque, con i prossimi giorni che diverranno ancora più caldi e tesi per vedere cosa risponderà il tribunale inglese in seguito a questa nuova clamorosa decisione.

Il protocollo dell’ospedale Bambino Gesù di Roma per curare Charlie Gard può funzionare: ora ci sono evidenze in laboratorio a dimostrarlo. Lo sostiene l’ospedale romano, che ha inviato una lettera al Great Ormond Street Hospital chiedendo ufficialmente ai medici inglesi di somministrarla al bimbo. Il documento è stato pubblicato dalla zia di Charlie Gard sul profilo Facebook a suo sostegno, Charlie’s Army. Gli esperti dell’équipe internazionale in questione propone una terapia a base di deossinucleosidi, molecole simili a “mattoni” del Dna. Nel documento che hanno firmato dimostrano che sono in grado di superare la barriera emato-encefalica e quindi di avere effetto sull’encefalopatia che ha colpito Charlie. Si tratta di una terapia sperimentale, che andrebbe testata su modelli murini, ma i medici chiedono di procedere con il trattamento perché non c’è tempo sufficiente per svolgere questi studi. «Alla luce di questi importanti nuovi risultati riguardanti la biodisponibilità dei deossinucleotidi somministrati per via esogena nel sistema nervoso centrale, chiediamo rispettosamente che questa terapia possa essere somministrata a Charlie Gard», scrivono nel documento inviato a Londra.

Proseguono le ore di forte angoscia in Inghilterra per il destino del piccolo Charlie Gard: dopo l’appello di ieri sera della mamma, questa mattina i genitori del bimbo affetto da sindrome da deplezione mitocondriale hanno rilasciato altre parole e richieste alla stampa inglese, in particolare al Daily Mail. Per prima cosa richiedono un intervento del premier May, “ci sostenga come stanno facendo gli altri”, facendo evidente riferimento alla mobilitazione che Papa Francesco, il governo italiano e Donald Trump in Usa, giusto per citare i primi per importanza, hanno dimostrato in questi giorni convulsi. Ma l’appello di Chri e Connie prevede anche un altro tema, forse centrale: mentre infatti le cure e i trattamenti sperimentali sono in corso di svolgimento tra l’ospedale Bambin Gesù e le strutture americane – stamattina è stato consegnato il protocollo scientifico al Great Ormond Street Hospital di Londra – i genitori di Charlie spiegano come tutto quanto stanno facendo non è accanimento terapeutico. «Noi non siamo genitori cattivi, siamo lì per tutto il tempo, siamo completamente devoti.

Charlie non ha dolori e sofferenze e prometto a tutti che non vorrei stare lì a guardare mio figlio nel dolore e nella sofferenza, non potrei farlo», spiega la mamma alla stampa britannica. Importante novità invece riguarda proprio il GOSH: in giornata si incontreranno i vertici dell’ospedale e gli stessi genitori nella speranza che venga posticipata l’interruzione dei supporti vitali al piccolo. E la richiesta dei genitori è assai semplice: «Tutto quello che vogliamo sono 2 o 3 mesi per sapere se qualcosa funziona, se c’è la possibilità per lui di crescere come un bambino normale, ma non lo sappiamo. Perché non si può sapere finché non si prova».

Charlie Gard potrebbe avere un briciolo di speranza ancora accesa: questa mattina intervistata dalla tv inglese su Good Morning Britain, ha parlato Connie Yates, la mamma di Charlie, che dopo aver dato ieri sera l’annuncio disperato della possibilità forte che i medici stiano per staccare la spina, questa mattina rilancia con alcune novità molto importanti. «ci sono 5 medici, due inglesi, uno italiano uno americano e uno spagnolo che ritengono che le cure sperimentali possano avere un 10% di possibilità che funzionino», ha spiegato con forza nonostante l’evidente stato emotivo drammatico, la madre del piccolo bimbo inglese. Sempre questa mattina intanto il presidente di Mitocon Onlus, Pietro Santantonio ha fatto sapere che un documento firmato da esperti internazionali sulle malattie mitocondriali è stato inviato al GOSH: nello statement scientifico si legge un possibile percorso per il quale Charlie potrebbe essere curato. Sono piccole speranze ma dovranno essere valutate dall’ospedale inglese e dai giudici prima di dare il via definitivo alla sentenza europea.

La mamma di Charlie Gard ieri sera ha mandato un messaggio al presidente di Mitocon – l’associazione di Malattie mitocondriali come quella che affligge il piccolo bimbo inglese – con l’inquietante ultimatum: «stanno per staccare la spina, ci ha detto la mamma Connie Yates». Sono queste le parole del presidente Paolo Santantonio, che poi aggiunge un ulteriore appello, questa volta diretto all’ospedale inglese, «Fermatevi, il protocollo scientifico al trattamento sperimentale è pronto». Santantonio si riferisce al protocollo messo in atto dall’ospedale Bambin Gesù, in queste ore ancora in corso di sviluppo ma ormai prossimo alla definizione. Nel frattempo il Vaticano prova le ultime manovre in extremis: una pazza idea, ma che sta in queste ore prendendo i vertici della Santa Sede impegnati ad evitare almeno a breve di staccare la spina del piccolo Charlie Gard.

Mentre dal punto di vista medico l’ospedale Bambin Gesù sta provando ogni sforzo per collaborare in maniera trasversale tra Usa, Italia e Inghilterra nel tentativo di provare una ulteriore modalità di cura e un protocollo unico per una malattia talmente rara quanto ancora sconosciuta. Dal fronte diplomatico invece il Vaticano sta pensando di concedere la nazionalità al piccolo bimbo inglese per provare ad aggirare quei “motivi legali” addotti dall’ospedale inglese GOSH e dal governo stesso del Premier May (che però ieri sera, come potete leggere qui sotto, si è detta possibilista di trovare una soluzione). Il problema infatti è quella nazionalità inglese del bimbo e dei genitori che li vieta di portare all’estero un bimbo malato e su cui pende la sentenza UK ed europea di dover staccare la spina. Una pazza idea e una corsa contro il tempo: non si può certo dire però che non vi siano propositi e modalità di azione per evitare il danno considerato dalla Santa Sede come una “orribile decisione di un Tribunale che decidano sulla vita di una persona”.

Esprimono la propria voce anche l’associazione italiana dei genitori di bimbi affetti da malattie mitocondriali e dunque rarissime come il piccolo Charlie Gard: la Mitocon Onlus ha scritto un lungo comunicato pubblicato dal Quotidiano Sanità giusto ieri sera per poter dare un parere e offrire un punto di osservazione particolare e molto vicino alla situazione drammatica e molto delicata che sta colpendo da mesi Chris Gard e Connie Yates, i coraggiosi genitori di quel esserino ancora ricoverato nel Great Ormond Street Hospital. Il tema cardine e di drammatica discussione è sempre quello, l’accanimento terapeutico: «bisogna distinguere tra l’accanimento terapeutico, che è riferito a una terapia i cui costi sono di molto superiori ai benefici per il paziente e il supporto alle funzioni vitali: la nutrizione, idratazione e il supporto alla respirazione con la ventilazione assistita. Questi ultimi non possono e non devono essere considerati terapie. Anche perché, se lo facessimo, dovremmo riconsiderare i casi di decine e decine di tanti altri nostri bambini che vivono da anni con tali supporti e il cui diritto di vivere è assolutamente fuori discussione», spiegano dal Mitocon Onlus.





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