Catania, picchia moglie e dà coltello al figlio: “Feriscila”/ Ultime notizie: arrestato dopo anni di violenze

- Davide Giancristofaro Alberti

Catania, picchia la moglie e costringe figlio di 4 anni a ferirla: "Ora prendi il coltello", arrestato 26enne. La donna che veniva umiliata da diverso tempo, fermato un ragazzo rumeno

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Dopo averla segregata, picchiata e violentata, prova a coinvolgere uno dei due figli: gli arriva a chiedere di ferire la madre con un coltello da cucina. È successo a Catania, dove il Gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, un romeno di 26 anni, operaio, dal 2012 in Sicilia. La moglie, coetanea, è stata a lungo vittima di violenze: botte davanti ai figli di 4 e 2 anni, e costretta con minacce e percosse a rapporti sessuali. Per punizione è stata anche lasciata fuori all’addiaccio e privata anche di cibo e acqua calda. «Feriscila, colpiscila…», aveva detto al figlio di 4 anni. Il piccolo, seppur abituato alle scene di violenza, resta senza parole, poi lancia il coltello a terra e comincia a piangere. Le scene di ordinaria follia sono terminate grazie all’intervento della piccola comunità di romeni: qualcuno comincia a parlare di sospette violenze domestiche e la voce arriva ai Servizi sociali comunali che si attivano, denunciano il caso ai carabinieri, i quali trovano subito conferme. Partono le indagini che inchiodano il “marito-orco”. Ora l’uomo è in carcere, a Catania, e la donna e i suoi due bambini affidati invece alle cure di servizi sociali. (agg. di Silvana Palazzo)

LA LASCIAVA SENZA CIBO E ACQUA

Emergono altri raccapriccianti dettagli nella vicenda che ha portato quest’oggi in manette un uomo di nazionalità rumena di 26 anni, accusato di violenze domestiche nei confronti della moglie e di aver istigato anche il figlio di 4 anni ad accoltellare la donna dopo averla picchiata. Nonostante la segnalazione dei servizi sociali che hanno portato allo stato di fermo per l’uomo, la storia di violenze familiari che avvenivano in quel di Catania è stata costellata di diversi episodi: la donna infatti non solo veniva continuamente insultata e costretta a subire dei rapporti sessuali non consenzienti, ma veniva anche percossa in presenza dei suoi due figli: nell’ultima aggressione subita dal marito, la vittima ha riportato anche una frattura al costato (che comunque, stando alla prognosi dei medici della struttura sanitaria dove è stata ricoverata, dovrebbe avere una prognosi di circa un mese) ma non poteva chiamare i soccorsi ed è stata costretta da Milo, questo il nome del suo compagno, non solo a dormire al di fuori della piccola abitazione nei pressi del pascolo dove il 26enne rumeno lavorava, ma è stata privata anche di cibo e acqua calda, cosa che potrebbe essere successa già in passato. (agg. R. G. Flore)

PICCHIA LA MOGLIE E ISTIGA IL FIGLIO AD ACCOLTELLARLA

Un ragazzo rumeno è stato arrestato a Catania, dopo che ha malmenato e umiliato la propria moglie. Come sottolineato dai colleghi di TgCom24.it, il 26enne picchiava la consorte, la umiliava e la obbligava ad avere rapporti sessuali con lui. Ma non finisce qui, perché costringeva anche il figlio di appena quattro anni, a fare del male alla ragazza, dandogli in mano un coltello da cucina, e inducendolo ad accoltellare la propria madre, fatto gravissimo. I carabinieri di Catania, dopo appurate indagini, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip, e i reati ipotizzati nei confronti dell’uomo sono quelli di di violenza sessuale aggravata, lesioni personali aggravate e maltrattamenti in famiglia.

LE SEGNALAZIONI DEI SERVIZI SOCIALI

La donna, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, erano anni che subiva violenze, e l’uomo la picchiava brutalmente davanti ai due figli piccoli, di due e quattro anni, con tutto ciò che ne consegue per la psiche dei due bimbi. Pare che la ragazza venisse umiliata di continuo, chiudendola fuori di casa, togliendole il cibo e persino l’acqua calda per lavarsi. Le segnalazioni alle forze dell’ordine sono partite dai servizi sociali del comune di Catania, che sono riusciti ad intervenire ponendo fine a queste atrocità. La madre è stata “liberata” in condizioni fisiche non eccelse, complice le continue angherie: riportava infatti una frattura al costato, guaribile comunque in una trentina di giorni.





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