RIFORMA PENSIONI NOVITÀ 2017 / Verso la seconda fase del confronto: nuovi interventi sulla Legge Fornero (ultime notizie live e news, 18 gennaio)

- La Redazione

Riforma pensioni novità: pronto un emendamento per fermare il prelievo dell'Inps. Tutte le novità e le ultime notizie sui principali temi previdenziali di oggi, 18 gennaio 2017

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La Uil ha chiesto al Governo di dare piena attuazione al documento firmato lo scorso anno e, quindi, di avviare la seconda fase prevista dall’accordo. Sono tanti i temi da affrontare: dai giovani alle donne, passando per l’introduzione del bonus di contribuzione figurativa, senza dimenticare la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale e la reintroduzione di una fiscalità incentivante. Il verbale di intesa firmato lo scorso settembre prevede nuovi interventi sulla Riforma Fornero e in particolare la riduzione strutturale del cuneo contributivo sul lavoro stabile dopo la fase di esoneri temporanei, l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia per garantire importi adeguati per le pensioni medio-basse e la parificazione della tassazione sulle prestazioni di previdenza complementare dei dipendenti pubblici al livello di quella dei privati. Sono previsti interventi per favorire la flessibilità in uscita, per adeguare la speranza di vita, tenendo conto delle diversità, e il ritocco della perequazione dei trattamenti pensionistici.

Non è certo importante quanto una riforma delle pensioni, ma l’annuncio dato dal ministero del Lavoro è comunque importante per molti pensionati. In una nota di via Vittorio Veneto, infatti, si legge: “In riferimento al recupero del differenziale negativo dello 0,1% sulle pensioni a fronte dell’inflazione più bassa registrata nel 2015 rispetto a quella prevista, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali informa di aver predisposto un emendamento al Decreto Milleproroghe con il quale si prevede di prorogare al 2017 la norma che ha consentito di non procedere al recupero nel corso del 2016”. Dunque il Governo sembra intenzionato a fermare le trattenute che l’Inps ha detto che opererà a partire dal mese di aprile. Una scelta importante che con tutta probabilità verrà votata favorevolmente dai parlamentari. Qualcuno potrà comunque far notare che si poteva intervenire prima. Del resto Ivan Pedretti, Segretario generale dello Spi-Cgil, aveva chiesto già alla fine del 2016 di prendere provvedimenti.

Al Senato oggi Andrea Orlando ha voluto commentare la scelta dell’Associazione nazionale magistrati di non prendere parte all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione in aperta contestazione con i mancati provvedimenti sull’età pensionabile e i trasferimenti dei magistrati. Per il ministro della Giustizia, esiste “una sproporzione tra le reazioni che sono venute e l’oggetto del contendere, tenuto conto che il Governo e il presidente del Consiglio sono cambiati”. Secondo quanto riporta corrierequotidiano.it, il ministro ha spiegato, durante la replica al dibattito in Senato sulla relazione annuale in materia di giustizia, che la priorità dell’esecutivo è quella di “rispondere alle richieste di organico aumentando i concorsi e quindi i magistrati”. Una risposta che potrebbe non essere sufficiente per l’Anm, considerato che ci vorranno dei tempi per indire questi concorsi, mentre i pensionamenti di molti magistrati scattano da subito, provocando delle carenze di organico non indifferenti. Non resta quindi che vedere se le parole del ministro porteranno a una replica da parte dei magistrati.

La Uil pensionati chiede al Governo Gentiloni di proseguire il cammino della riforma delle pensioni riaprendo il confronto con i sindacati. Romano Bellissima, Segretario generale del sindacato, ha infatti ricordato che il precedente esecutivo si era “impegnato a valutare ulteriori interventi di riforma a partire dalla separazione della previdenza dall’assistenza, bisogna poi discutere dello studio di un nuovo paniere Istat e di un diverso indice per l’individuazione dell’inflazione, più rappresentativi dei consumi dei pensionati e infine la ricostituzione del montante come base di calcolo della nuova indicizzazione per chi ha subito il blocco negli anni 2012-2013”. Certo il Governo è cambiato, ma i ministri chiave no, compreso quello del lavoro, Giuliano Poletti, che ha firmato il verbale di fine settembre con Cgil, Cisl e Uil. Bellissima ha quindi annunciato che la Uil Pensionati, insieme a Fnp-Cisl e Spi-Cgil, ha inviato una lettera a Poletti per chiedere le convocazione del tavolo di confronto.

L’Inps, con una circolare, ha fatto sapere che da aprile provvederà a recuperare la perequazione data in più nel 2015 operando delle trattenute sulle pensioni, pari allo 0,1%. Tuttavia in alcuni casi l’Istituto nazionale di previdenza sociale si è trovato a dover riconoscere dei pagamenti non effettuati ai cittadini. Come segnala la Cgil Toscana, infatti, da qualche anno l’Inps non invia il Modello Obis-M, che rappresenta la “busta paga” dei pensionati. Un documento molto utile, perché esaminandolo si possono scoprire degli errori di calcolo. Il Sindacato pensionati italiani ha quindi reso disponibile un servizio per i pensionati, consistente proprio nel verificare la correttezza dell’importo della pensione erogata. E nella sola provincia di Firenze si è scoperto che nel 23,2% dei casi l’Inps aveva sbagliato i conti e sono stati quindi “recuperati” più di 119.000 euro. In generale ai pensionati conviene quindi rivolgersi ai sindacati e ai patronati per far svolgere questo tipo di verifica, che potrebbe portare, come si è visto, anche a delle sorprese positive.

Cesare Damiano, dopo l’approvazione della riforma delle pensioni, è tornato a rilasciare dichiarazioni su temi previdenziali. L’ex ministro del Lavoro ha deciso di schierarsi dalla parte di Ivan Pedretti “a proposito della circolare dell’Inps relativa alla restituzione dello 0,1% degli importi pensionistici”. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera riconosce che si tratta di importi modesti, ma evidenzia altresì che la “decurtazione” potrebbe avere “un effetto penalizzante agli occhi dei pensionati”. Per questo, suggerisce al Governo “di utilizzare il decreto Milleproroghe attualmente in discussione al Senato al fine di rimandare il taglio al 2018”. Secondo Damiano, un intervento di questo tipo avrebbe un costo di circa 185 milioni di euro. Dunque l’esecutivo potrebbe benissimo con un emendamento effettuare il rinvio senza che vi siano grosse ripercussioni sulle casse pubbliche.

La decisione dell’Inps di procedere, a partire da aprile, a recuperare dagli assegni dei pensionati la perequazione data in più nel 2015 non lascia indifferente lo Spi-Cgil. Ivan Pedretti, infatti, aveva fatto già notare alla fine dello scorso anno che senza un intervento del Governo si sarebbe arrivati a questo risultato e aveva quindi chiesto a Giuliano Poletti di fare qualcosa. Il ministro del Lavoro non ha però accolto “l’invito” e l’Inps ha quindi emanato la circolare in cui ha annunciato questa “decurtazione” in arrivo. “Stiamo parlando di piccole cifre, ma per chi è già in difficoltà un euro in più o in meno al mese fanno la differenza. Per questo ci aspettavamo una soluzione del problema che invece non si è voluta trovare”, ha evidenziato Pedretti in un post sulla sua pagina Facebook. Per un ministro che ha chiuso il 2016 con una polemica sui giovani, ora potrebbe aprirsene un’altra sugli anziani.

Dopo la riforma delle pensioni varata dall’Inpgi, i giornalisti pensionati che hanno assegni superiori ai 38.000 euro lordi all’anno si vedranno applicare per tre anni un contributo straordinario di partecipazione al riequilibrio finanziario della gestione previdenziale che varierà a seconda dell’assegno percepito: ovviamente più quest’ultimo sarà alto, tanto più sarà elevata la percentuale del contributo richiesto. Franco Abruzzo, Presidente dell’Unione nazionale pensionati per l’Italia, ha diffidato Padoan e Poletti ad approvare la delibera del cda su questo contributo di solidarietà, spiegando che “la riduzione forzosa dei vitalizi dei giornalisti pensionati italiani è arbitraria perché l’Istituto non ha titolo di sostituirsi al legislatore; perché adottata unilateralmente in mancanza di una autorizzazione legislativa a monte e perché in contrasto con le sentenze 116/2013 e 173/2016 della Corte Costituzionale”.

Una notizia importante arriva per quanti in queste ultime settimane hanno sperato che la riforma delle pensioni varata con la Legge di stabilità potesse subire delle modifiche. Il Governo potrebbe “cesellare il capitolo pensioni, a partire dall’Ape social, e ottimizzare altri interventi della legge di Bilancio 2017 magari recuperando alcuni correttivi rimasti bloccati per l’approvazione lampo in Senato dopo il referendum”. In effetti, anche dagli stessi parlamentari del Partito democratico erano giunte richieste di modifiche sul testo della manovra varato dal Governo e modificato alla Camera. Purtroppo al Senato, complice appunto la crisi dell’esecutivo che ha richiesto un’approvazione in tempi rapidi, non è stato possibile intervenire sul testo. Ma ora lo si potrebbe fare. Per il quotidiano di Confindustria si dovrebbe riprendere l’idea di “allargare” l’accesso all’Ape social, specialmente per gli invalidi. Inoltre, si fa strada l’idea di farvi accedere i lavoratori dell’Ilva di Taranto. C’è poi l’ipotesi di estendere l’uso del cumulo contributivo gratuito anche per l’accesso a Opzione donna. Il Sole 24 Ore non ne fa cenno, ma in questo senso c’era anche la richiesta di poterlo utilizzare per l’ottava salvaguardia degli esodati. Resta da capire se l’esecutivo interverrà realmente su questi punti e con quali tempi. Un’occasione buona potrebbe essere quella dei decreti attuativi riguardanti l’Ape, che in ogni caso andrebbero varati in tempi piuttosto celeri. Vedremo se il Governo Gentiloni comincerà a intraprendere dei passi che potrebbero poi portare anche all’avvio della famosa “fase due” nel confronto con i sindacati sulla previdenza.

L’Onorevole Vinicio Peluffo è voluto tornare nella sua città, Rho, per tenere un incontro in cui spiegare le novità della Legge di stabilità 2017, comprensiva della riforma delle pensioni. Il deputato del Partito democratico ha parlato ieri presso la sede locale del suo partito e, stando a quanto riporta rhonews.com, ha ricordato che il pacchetto previdenza è nato grazie al confronto tra i sindacati e il ministro Poletti e si basa su tre principi: la flessibilità in uscita, l’equità attuariale e l’equità sociale. “Abbiamo realizzato diversi interventi grazie all’anticipo pensionistico, al cumulo dei contributi in casse diverse e sui lavoratori precoci o impegnati in professioni usuranti. Per sostenere il reddito, invece, abbiamo esteso la no tax area e la 14esima ai pensionati. Il Governo, comunque, è intenzionato a ridurre il cuneo contributivo del costo del lavoro e lavorare sulla pensione contributiva di garanzia, sulla previdenza complementare e adeguare la tipologia di lavoro all’aspettativa di vita”, ha detto Peluffo, che ha quindi già anticipato quelle che potrebbero essere le direttrici di nuovi interventi in materia da parte dell’esecutivo.

Il tema dei vitalizi e delle pensioni dei politici torna a infiammare il dibattito. Vittorio Ferraresi, deputato del Movimento 5 Stelle, ha infatti partecipato alla trasmissione “Ho scelto Cusano”, in onda su Radio Cusano Campus, parlando dello scenario politico, in cui a suo modo di vedere M5S si trova nel mirino delle altre forze politiche, che stanno cercando in tutti i modi di fermarlo dato il consenso che registra nei sondaggi. Il tema più importante ora è quello della legge elettorale, che dovrebbe poi consentire di tornare alle urne. E a questo proposito il pentastellato ha detto: “Abbiamo proposto un proporzionale con alcuni correttivi. Una situazione in cui non abbiamo il coltello dalla parte del manico, ce l’hanno loro. Lo scontro è tutto sulle pensioni che matureranno i parlamentari e sulla legge migliore per farci fuori”. Già dopo le dimissioni di Matteo Renzi il tema dei vitalizi dei parlamentari era tornato in auge e anche adesso torna a riapparire nel dibattito.





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