SANREMO 2015/ Il Volo: adesso vogliamo “conquistare” l’Italia (intervista dall’inviato al Festival)

- int. Il Volo

Dopo aver trionfato alla 65esima edizione del Festival di Sanremo, il trio de IL VOLO (Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble) si racconta in esclusiva a ilsussidiario.net

ilvolo_foto_r439 Il Volo

Nati dal l’intuizione di Michele Torpedine, già manager di Andrea Bocelli, con il quale condivide il tipico stile dell’operetta e del bel canto, il trio vocale Il Volo, composto da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, ha cantato ed incantato il teatro l’Ariston ed il suo pubblico con il brano “Grande Amore”. A poche ore dalla loro proclamazione come vincitori del Festival di Sanremo edizione 65 riusciamo ad incontrarli e a scambiare qualche battuta sulle loro prime impressioni prima del rientro a casa.

Come avete vissuto la vittoria al Festival di Sanremo?

Il palco dell Ariston é uno dei palchi più importanti che abbiamo calcato, come il Radio City Music Hall di New York. Quando sali su palchi come questo, l”emozione è sempre come la prima volta. Sono davvero indescrivibili ed incontrollabili. Penso sia uno degli scalini più alti raggiunti nella nostra carriera di artisti.

Anche ottenere un riconoscimento a “casa” come quello del Festival?

Certo! Tutte le esperienze che abbiamo fatto all’estero si possono racchiudere in quel leoncino d’oro. Tenerlo in mano ci ha riempito di orgoglio. Quello che vogliamo, che abbiamo cercato sin dall’inizio di questo Festival, é farci conoscere dagli italiani che non ci conoscevano. Schiarire un po’ le idee, anche se molti ci ricordano sin dal programma di Antonella Clerici sei anni fa. Schiarirle sul fatto che quello che cantiamo non é solo lirica, ma é anche pop. Grande amore é una canzone pop. Ha le chitarre, la batteria. Insomma non cantiamo solo “O sole mio”.

Il confronto con le sonorità musicali di Andrea Bocelli nascono spontanee, sopratutto perché avete lo stesso manager.

Si é vero. Il mondo conosce e riconosce al nostro paese il Bel Canto, Bocelli ne é un esempio, e forse anche noi. Con umiltà cerchiamo di farlo al meglio. Il bel canto é il nostro genere preferito e credo che sia quello preferito da tutto il mondo.

Nel caso di Bocelli, la sua carriera é partita dal Festival. La vostra invece arriva dopo un grande riscontro all’estero. Profeti all’estero e non in patria? Oggi il percorso é ribaltato per chi vuole affrontare il bel canto?

Paradossalmente siamo degli stranieri che arrivano in Italia. Però io sono più siciliano di un siciliano – ci dice Piero – Tutto dipende dal fatto che abbiamo firmato un contratto con la Universal Americana e con Toni Renis. Devo dirti che sicuramente il progetto all’inizio ha trascurato un po’ l’Italia, ma ci siamo impegnati molto in giro per il mondo. Adesso torniamo in Italia, a casa, con un bagaglio di conferme è successi ricevuti in tutto il mondo. L’Italia però ci mancava. Vogliamo conquistare le persone che ancora non ci conoscono a pieno. Non vogliamo imporre Il Volo. Vogliamo proporlo e farlo conoscere anche a casa nostra. All’Italia.

Tra qualche giorno, il 17 febbraio, uscirà il vostro disco Sanremo Grande Amore. Raccontaci qualcosa!

Questo disco vuole essere un omaggio proprio al Festival di Sanremo. Infatti, oltre a contenere Grande Amore, abbiamo interpretato sei successi del festival di Sanremo secondo il nostro punto di vista vocale. Vacanze Romane, l’immensità, Piove e tante altre, oltre alla cover che abbiamo cantato all’Ariston Ancora. Irrompe gioioso Ignazio – Scusate. E che sono felice perché ritorno a casa con i mei genitori. Capisci! Quindi… ciao a tutti!

Salutiamo i ragazzi e con loro sorridiamo. Ecco che in questo momento con il Volo ritroviamo le fragilità e le gioie tipiche dei loro vent’anni. Quelle che meno si sono viste in questo Festival di Sanremo. Ma credo avremo modo di conoscere meglio questo fenomeno musicale che nel mondo é riconosciuto come “eccellenza”.

 

(Angelo Oliva)





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