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Home » Esteri » Africa » LIBIA, BOMBARDATO CENTRO MIGRANTI: 60 MORTI/ “Raid aereo è crimine di guerra”

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LIBIA, BOMBARDATO CENTRO MIGRANTI: 60 MORTI/ “Raid aereo è crimine di guerra”

Niccolò Magnani
Pubblicato 3 Luglio 2019 - Aggiornato alle ore 12:25
Bombe su migranti

Bombe sul centro di detenzione migranti in Libia (LaPresse, 2019)

Libia, bombardamento contro centro di detenzione migranti: raid di Haftar causa 60 morti. Inviato Nazioni Unite: "Crimine di guerra"

Libia, bombardato centro migranti: almeno 60 morti, ma si teme che il bilancio sia decisamente più alto. Un raid aereo effettuato dalle forze del generale Khalifa Haftar, sostenuto da Francia e Emirati Arabi, con l’inviato delle Nazioni Unite Ghassan Salamè che ha affermato: «Questo attacco contro i civili è chiaramente un crimine di guerra». Attesi aggiornamenti sulle condizioni degli oltre 100 feriti, con il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi che ha appreso «con sgomento del bombardamento notturno a Tajoura, nei pressi di Tripoli, che ha colpito un centro per migranti causando la morte di decine di persone, tra cui donne e bambini». Il titolare della Farnesina ha dichiarato che in Libia è necessario «garantire da subito misure di seria protezione per i civili e trasferire i migranti che si trovano nelle strutture di raccolta in luoghi al sicuro dai combattimenti e sotto la tutela delle Nazioni Unite». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)


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LIBIA, BOMBARDATO CENTRO MIGRATI: DECINE DI MORTI


Un ignobile raid compiuto nella notte alla periferia di Tripoli risveglia le luci attorno alla Libia la cui guerra fratricida in corso da mesi troppo spesso la stessa comunità internazionale “dimentica”: è stato bombardato un centro di detenzione migranti accanto alla base militare di Dharman compiendo un’autentica strage. Sono per ora 60 morti e almeno 80 feriti i primi bilanci effettuati dai soccorsi intervenuti dopo il raid in piena notte. La base militare colpita assieme al centro di detenzione è uno dei luoghi in cui il Governo libico del Presidente al-Serraj e le forze alleate di Misurata hanno concentrato da settimane le loro riserve nella infinita guerra contro il generale Haftar. «Nell’hangar in cui alloggiavano c’erano almeno 120 migranti» ha spiegato un portavoce del Governo di Tripoli, con le ricerche dei corpi sotto le macerie create dalle bombe che stanno proseguendo anche in questa prima mattina.

CHI HA BOMBARDATO IL CENTRO DI DETENZIONE MIGRANTI IN LIBIA?


Il caos assoluto ha regnato sovrano nella notte con i migranti terrorizzati per il pericolo di nuovi raid e per ricercare i compagni, le moglie e i bambini dispersi sotto il lancio di bombe che ha devastato il centro di detenzione: al momento non è chiaro chi sia l’effettivo responsabile dell’attentato ma per il Governo della Libia il vero e unico sospettato sarebbe al momento proprio il generale dell’Esercito Nazionale Libico, l’uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar. Giusto lunedì scorso il generale aveva fatto sapere che avrebbe iniziato una serie di attacchi aerei su diversi obiettivi della capitale Tripoli dopo che gli scontri su terra si erano esauriti e non avevano portato grandi risultati in avanzamento per le truppe della Cirenaica. Secondo quanto riportato da Formiche.net, l’attacco della notte contro i migranti sarebbe una vendetta dell’Esercito di Haftar dopo i raid delle truppe di Misurata sull’altopiano di Gharyan fino a poco fa dominato proprio dalla forze anti-Serraj. Da lunedì dunque, mentre il premier libico era a Milano con Salvini per concordare nuove strategie sul fronte dell’immigrazione, Haftar annunciò pesanti raid contro Tripoli per lanciare l’offensiva finale con la Libia stessa che chiese dunque all’Italia un appoggio contro le mire dell’aggressore. Come stimano le ong operanti in Libia, sono almeno 3800 i migranti illegali detenuti all’interno dei centri detenzione (in alcuni casi anche veri e propri lager) e a forte rischio proprio per la guerra in corso tra Tripoli e Haftar.


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