Malattia Lele Spedicato; nel 2018 il chitarrista dei Negramaro, colpito da un ictus che lo ha costretto a venti giorni in rianimazione... L'amore per la moglie Clio Evans
La vita privata di Lele Spedicato: il cuore del chitarrista dei Negramaro batte per Clio Evans
Forse non tutti sanno che nella vita privata e sentimentale di Lele Spedicato, chitarrista dei Negramaro, c’è una donna di nome Clio Evans. Lei è sua moglie dal 2018: classe 1981, nata a Roma dove si è diplomata come stilista di moda. Successivamente ha conseguito la laurea in Lingue e Culture straniere e iniziato a coltivare una passione straripante per il teatro. Ha studiato danza del ventre e preso parte come attrice a fiction di successo, tra cui I Medici e Tutto può succedere.
In un’intervista al magazine Belpaese, la moglie di Lele Spedicato ha dichiarato che l’incontro con il marito le ha restituito quella “fiducia” che aveva smarrito. Probabilmente si riferisce alla malattia con cui l’attrice ha dovuto combattere. Sui social, nel novembre del 2018, Clio ha infatti mostrato delle cicatrici misteriose.
Malattia Lele Spedicato, l’ictus e i venti giorni in rianimazione: “Non ho paura a dire quello che ho visto”
Anche il chitarrista dei Negramaro, Lele Spedicato, si è preso un brutto spavento nel 2018, quando fu colpito da un ictus durante un viaggio. L’emorragia cerebrale provocò venti giorni in rianimazione al musicista. Che in seguito, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha dichiarato: “Stavo in un’altra dimensione, quella che auguro a tutti di vivere, magari tra 100 anni. Ero in un piccolo giardino, con un cancello e un ulivo”.
“Lì ho incontrato mia nonna Nella e Gianfranco, il papà di Giuliano (Sangiorgi, il frontman del gruppo, ndr). Mi sembrava incavolato. ‘Vattene via, qi non c’è posto per te’, mi diceva. Così mia nonna mi ha preso per un braccio per accompagnarmi: appena uscito dal cancello ho aperto gli occhi ed ero nella rianimazione dell’ospedale. Non era un sogno, era reale. Non ho paura di dire quello che ho visto. La paura l’ho provata dopo”.
