Nuove proteste in Turchia contro l'arresto di Imamoglu: Istanbul "contro" Erdogan, il caos verso le Elezioni e le prossime mosse del "Sultano" in crisi
“SIAMO 2 MILIONI”: ANCORA FOLLA IN PIAZZA IN TURCHIA CONTRO L’ARRESTO DI IMAMOGLU
Non si placa il movimento di protesta su ampia scala che da giorni coinvolge le principali piazze della Turchia: l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, e la conseguente vittoria alle primarie del CHP per competere contro l’AKP di Erdogan alle prossime Elezioni Presidenziali nel 2028, hanno portato il Paese davanti ad una spaccatura interna forse mai raggiunta prima in era erdoganiana. Una folla oceanica da quasi 2 milioni di cittadini ha inondato Piazza Maltepe, sulla sponda asiatica di Istanbul sul Bosforo, nell’ennesimo weekend di proteste dopo l’arresto a sorpresa dello scorso 19 marzo 2025.
Al netto della consueta diversità di “vedute” e di “cifre” tra Governo e opposizioni, la piazza di Istanbul nelle immagini è comunque impressionante a prescindere se siano o no due milioni di turchi contro l’arresto di Imamoglu e sopratutto contro la Presidenza di Erdogan: è un enorme segnale politico che rischia di trascinare un Paese cruciale come la Turchia – nello scacchiere NATO in Medio Oriente – verso una possibile “guerra civile” per ora solo ipotetica.
Sul palco ieri, oltre al leader del Partito Repubblicano che appena una settimana fa lo eleggeva candidato Presidente alle primarie (con 14,6 milioni di presenze record alle urne, ben oltre i tesserati del CHP), i familiari e la moglie Dilek: la donna è salita sul palco centrale davanti alla fiumana di persone con la bandiera turca e l’immagine di Kemal Ataturk, il padre-fondatore della Turchia a cui Erdogan si ispira ma che più volte ne ha tradito gli ideali “democratici” (posto che ci sarebbe da discutere anche sulle origini dello Stato moderno turco, visto il genocidio compiuto sul popolo armeno…).
LA LETTERA (CON L’AI) AI GIOVANI: IMAMOGLU È L’ANTI-ERDOGAN
Durante l’ultima grande maxi-manifestazione di questo weekend, è stata letta dai familiari e dai responsabili del Partito Repubblicano turco una lettera scritta dal carcere dello stesso Imamoglu, e riprodotta in piazza con l’ausilio dell’intelligenza artificiale per far giungere meglio il messaggio: si appella ad Allah e al senso di giustizia della nazione turca, «non perdete mai la speranza, la legge della corruzione perderà e la nazione vincerà».
Il team di Imamoglu mostra con orgoglio le foto dell’ondata di gente scesa in piazza da Istanbul ad Ankara per protestare contro l’arresto del candidato ufficiale del CHP alle prossime Elezioni Presidenziali: «non ho paura anche se so quali altri complotti potranno avvenire in futuro», avverte il primo cittadino ipotizzando che da qui alla data delle Elezioni – specie se saranno davvero anticipate – potrebbero avvenire altri soprusi da parte del Governo contro la libera campagna verso le Presidenziali.
Nella lettera-messaggio inviata a giovani di Turchia (non solo del movimento repubblicano CHP), Imamoglu chiede a Erdogan di non imbrogliare la competizione, ascoltando e non silenziando – a suon di arresti e impedimenti – la voce della piazza in opposizione al suo Governo. «Ovunque è Taksim, ovunque è la resistenza», qui lottiamo per «legge, giustizia e diritti», scandisce Imamoglu in “unità” ideale con la piazza turca.
Aziz milletim;
Asla umudunuzu yitirmeyin.
Göreceksiniz; haktan ve hukuktan nasibini almamış bir avuç insan kaybedecek, millet kazanacak.Milyonlar bugün iradesine sahip çıktı.
Teşekkürler İstanbul. pic.twitter.com/sEqTHN4b7E
— Ekrem İmamoğlu (@ekrem_imamoglu) March 29, 2025
INTANTO IL “SULTANO” SI PREPARA A MODIFICARE LA COSTITUZIONE DELLA TURCHIA
In tutto questo caos tra Governo e opposizione, con un patto tutto ancora da verificare tra Erdogan e i curdi del PKK per lo scioglimento del partito curdo armato e la “distensione” della decennale guerra civile tra Ankara e la minoranza curda, il leader “maximo” è alle prese con problematiche politiche molto poco “eroiche” e “alte”. Se nel 2028 Imamoglu pensa di poter combattere contro Erdogan alle urne per le Elezioni – al netto di come andrà il processo che lo vede imputato per corruzione e alto tradimento – è perché tutti in Turchia sono convinti che il Presidente si ricandiderà, pur dopo 3 mandati consecutivi.
Il punto è che per la Costituzione turca non potrebbe, ma è da mesi che starebbe tentando di trovare un escamotage in grado di rimetterlo in sella dell’AKP per guidare la continuità di Governo in Turchia: se non con Elezioni anticipate – dove eventualmente potrebbe correre da candidato ufficiale – l’alternativa studiata da Erdogan è la modifica della Costituzione in essere. Per farlo ha bisogno di una maggioranza di voti in Parlamento molto più ampia di quella attuale: per questo motivo sono in corso trattative più o meno “limpide” con altri partiti in modo da ottenere il via libera.
Come spiegavamo già nei giorni scorsi, il “Sultano” starebbe pensando a trattare con la destra nazionalista di Devlet Bahceli, leader del MHP, anche lui forte sostenitore della necessità di sciogliere il PKK e porre fine alla lotta armata contro i curdi: la mossa di Bahceli, che ha trattato direttamente con Abdullah Öcalan lo scorso ottobre, vedrebbe concorde Erdogan il quale in cambio chiede appunto il sostegno per cambiare la Carta Costituzionale e permettergli di ricandidarsi.
Non è tutto così semplice, sia perché la distensione con i curdi per ora resta solo a parole, sia perché la piazza dei cittadini – già in collera per l’arresto di Imamoglu – potrebbe vedere nell’ultima spericolata mossa di Erdogan un passaggio definitivo verso la dittatura, davanti al silenzio “rumorissimo” e “attonito” di un’Unione Europea che condanna l’arresto del sindaco ma non dice/fa nulla contro Ankara.
