Cosa sta succedendo con la guerra commerciale di Trump: dazi "reciproci" dal 2 aprile, scenari e rischi. Il monito di Bankitalia alla BCE sull'inflazione
I DAZI “RECIPROCI” SCATENANO LE BORSE (IN NEGATIVO): LA SITUAZIONE DAGLI USA VERSO IL RESTO DEL MONDO
Dopo l’annuncio del Presidente americano Donald Trump sui dazi reciproci al via in settimana praticamente con tutti i Paesi partner degli Stati Uniti, stamane le Borse internazionali accusano il colpo arrivando a perdere fino al 2% con Piazza Affari a Milano, la più in difficoltà in questa prima parte di giornata. La guerra commerciale sui dazi inaugurata dalla nuova amministrazione americana, al netto dei tanti proclami e altrettanti “dietrofront” della Casa Bianca, lascia incerti i mercati e le stesse cancellerie politiche.
Da questo punto di vista, l’incrociarsi con le tematiche altrettanto complesse sulle trattative di pace nelle guerre in Ucraina e Medio Oriente, rendono lo scenario internazionale incerto come non mai: in più, questa è la settimana decisiva per il fronte dazi visto quanto anticipato dallo stesso Trump sulla possibilità di “tariffe reciproche” con tutti i Paesi. Se negli scorsi giorni il Segretario al Tesoro Usa – Scott Bessent – aveva ipotizzato un inasprimento dei dazi sui “Dirty 15” (ovvero sugli Stati con maggiori squilibri commerciagli con l’America), il Presidente Usa ha escluso per ora questo scenario, allargando le maglie dei possibili prossimi dazi.
Dalle agenzie di rating vengono lanciati appelli e proclami verso la Casa Bianca per ridurre gli annunci «disordinati» e controproducenti, invocando invece una stabilità che possa fare bene ai mercati e, di conseguenza, agli stessi Paesi: per ora resta fermo l’impulso del Presidente americano sul via libera dal 2 aprile 2025 a dazi “reciproci” nei confronti di tutti i partner commerciali degli Stati Uniti che impongono barriere sui prodotti Usa; non solo, da giovedì prenderanno il via i dazi del 25% su tutte le auto importate in America, senza distinzioni (per ora) tra marche e componenti.
COSA PUÒ SUCCEDERE CON I DAZI DI TRUMP DAL 2 APRILE. L’ALLARME DI BANKITALIA ALLA BCE: “OCCHIO AL TAGLIO DEI TASSI”
Definito già da Trump come il “Giorno della Liberazione”, l’operazione dazi “totali” dal 2 aprile rischia di scatenare a catena conseguenze tipiche della guerra commerciale internazionale: non più solo Messico, Canada, Russia e Cina, l’aggressività in politica economica degli Stati Uniti potrebbe mutuare i rapporti commerciali con l’UE, il Regno Unito, l’America Latina e il resto dell’Asia.
Auto, acciaio, alluminio ma anche prodotti più nel dettaglio, tutto potrebbe rientrare nel “mare magnum” di dazi che l’America intende aprire con gli altri Paesi mondiali, sempre puntando sull’effetto “trattativa” bilaterale che possa a quel punto mettere sul piatto della bilancia qualche concessione agli States in cambio della sospensione dei dazi. «Questi Paesi ci hanno fregato», continua a ripetere il Presidente Trump nel motivare il perché alzare la più grande, potenziale, guerra commerciale nella storia moderna.
Dall’Italia, oltre alla strategia attendista del Governo Meloni in una equidistanza tra Ue e USA, è il Governatore di Bankitalia Fabio Panetta a lanciare i propri moniti in materia doganale: non tanto contro Trump, ma in direzione BCE. L’incertezza infatti che emerge dalle politiche sui dazi americani, alimentando ulteriori tensioni geopolitiche secondo il n.1 della Banca d’Italia: per questo motivo, «lo scenario impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali». Inflazione e tassi, due elementi da monitorare con attenzione per non scatenare un’ulteriore crisi economica globale: Francoforte insomma, secondo Panetta, non deve abbassare la guardia ritenendo vinta la guerra anti-inflazione, specie con l’incertezza in corso per i prossimi dazi dagli Stati Uniti.
