Garlasco: Andrea Sempio ripercorre il trauma dell’omicidio Chiara Poggi e la vita segnata da indagini e paranoia a Chi l'ha Visto? tra stalking e pregiudizi
Nell’ultima puntata di Chi l’ha visto? trasmessa ieri su Rai 3, Andrea Sempio ha svelato con voce tremante le conseguenze psicologiche legate al suo coinvolgimento nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco e l’uomo – oggi 37enne – ha descritto un’esistenza trasformata in un incubo: “Non riesco più a vivere come prima, evito i contatti con gli amici temendo che si trovino anche loro indagati e perseguitati” ha confessato, mentre il volto tradisce un mix di stanchezza e angoscia.
La riapertura delle indagini lo ha riportato al centro di un turbine giudiziario – con ripercussioni che a sua detta oltrepassano il piano legale – intaccando la sua stabilità emotiva: “Sento occhi su di me ovunque: cambio strade, orari, abitudini, è come se qualcuno mi stesse stalkerizzando” ha aggiunto, volendo rendere visibile a tutti come la paranoia stia erodendo sempre di più la sua quotidianità.
L’ombra di Garlasco, con il suo carico di misteri irrisolti, si allunga su ogni gesto di Sempio, mai condannato ma costantemente associato al delitto negli ultimi tempi, per poi voler ribadire di non aver mai avuto precedenti penali o comportamenti sospetti: “Mi vestivo di nero, avevo i capelli lunghi, la maglietta metal – forse sembravo diverso, ma non ho mai fatto male a nessuno”. Le sue parole rivelano un’amarezza visibile sostenuta dalla sensazione di essere giudicato per l’apparenza più che per i fatti: “Sto diventando prigioniero di un pregiudizio che non mi abbandona” ha concluso.
Andrea Sempio e gli anni dell’ombra: tra i pregiudizi di Garlasco e la solitudine
Prima che Garlasco diventasse sinonimo di tragedia, Andrea Sempio racconta di essere stato un giovane come tanti: introverso, legato a pochi amici e lontano dai riflettori: “Passavo le giornate tra partite di calcio e pomeriggi in piscina, non ero un discotecaro” ha ricordato, dipingendo un ritratto di normalità che stride con l’immagine pubblica costruita attorno a lui.
Quell’estate del 2007 – segnata dal brutale omicidio di Chiara Poggi – ha spezzato ogni equilibrio: “Ero in quella casa, come molti altri, se trovassero tracce ovunque, non mi sorprenderei” ha ammesso, riferendosi all’abitazione della vittima che era solito frequentare dato il legame con il fratello di Chiara.
Le dichiarazioni di Sempio, però, appaiono un grido di innocenza soffocato dal sospetto: “Se avessi commesso qualcosa, a Garlasco lo saprebbero tutti, non ho segreti”. Ma nonostante ciò, il peso delle indagini lo costringe a una vita claustrofobica, lontana dai luoghi e dalle persone che un tempo lo definivano: “Sono paranoico, mi sento una vittima di stalking. E’ comprensibile che uno le provi tutte, questa è la terza volta. Se la legge permette questo… ma ci sarà un momento in cui si dice ‘basta puoi essere finalmente libero” ha ammesso, in un momento di chiara vulnerabilità emotiva.
La sua storia, intrecciata a doppio filo con quella di Garlasco, rimane un rompicapo irrisolto in attesa di ulteriori sviluppi di indagini sempre più intricate.
