Il cardinale Zen critica il pontificato di Papa Francesco: oggi è l'occasione per invertire la rotta del rinnovamento intrapresa da Bergoglio
È un posizione piuttosto dura quella espressa dal cardinale – e Vescovo emerito di Hong Kong – Joseph Zen Ze-kiun sul pontificato di Papa Francesco, ma che risulta al contempo piuttosto interessante a due passi dall’apertura nelle prossime ore del Conclave che porterà all’elezione del suo successore in un contesto di forti attriti tra correnti di pensiero: attualmente – infatti – non è certo se i cardinali aventi diritto di voto sceglieranno di proseguire nella missione di rinnovo della Chiesa intrapresa da Papa Francesco, oppure – e questa è sembra essere la linea del cardinale Zen – rompere con l’idea di Chiesa di Bergoglio per tornare (in una certo senso) alle origini.
Dal conto suo, il cardinale Zen ritiene che questo momento sia propizio per tornare a puntare lo sguardo della Chiesa al suo passato ritrovando la retta via dello Spirito Santo senza necessariamente dover conformare l’istituzione ecclesiastica allo “spirito del mondo e del tempo”: importante – sempre secondo il cardinale – sarà scegliere un nuovo Pontefice in grado di proseguire il “processo sinodale o di interromperlo risolutamente” perché solo così la Chiesa può salvarsi da un futuro incerto; facendo si che lo strumento del Sinodo non diventi un modo per creare rotture o divisioni tra correnti ecclesiastiche.
L’appello del cardinale Zen: “Papa Francesco voleva rinnovare, ma dobbiamo tornare alle origini del Concilio Vaticano II”
Entrando nel merito della sua – neanche tanto velata – critica al pontificato di Papa Francesco, il cardinale cinese si è concentrato proprio sullo strumento del Sinodo per ricordare che storicamente si trattava di un momento e un luogo di consultazione per permettere al Pontefice di obbedire alla dottrina e alle millenarie consuetudini della Chiesa: sotto Bergoglio – critica – è diventato invece una strumento di “cambiamento” come hanno dimostrato le ampie aperture manifestate durante i Sinodi della Famiglia, dei Giovani, sull’Amazzonia e – tra gli altri – sulla Sinodalità.
Proprio quello sulla Sinodalità secondo il cardinale Zen è il più critico perché introduce in via sperimentale alcune importanti novità alla dottrina con il concentro rischio di “avvicinarci alla pratica anglicana”: l’esempio da seguire – a suo avviso – sarebbe quello del Concilio Vaticano II che sancì l’importanza della pratica della collegialità episcopale per supportare il ruolo del Papa; in una visione completamente stravolta e rivoluzionata da Bergoglio.
