Papa Leone XIV, cosa ha detto in Udienza Generale oggi: video e testo integrale. “Gesù ci guarisce per renderci liberi”: la preghiera per la strage di Graz
LA GUARIGIONE E LA MENDICANZA: L’UDIENZA GENERALE DI PAPA LEONE XIV SUL CRISTO CHE DONA LIBERTÀ
È il coraggio della “mendicanza”, assieme all’incarnazione della speranza in Gesù il tema chiave dell’Udienza Generale tenuta questa mattina da Papa Leone XIV in Piazza San Pietro: dopo i bagni di folla degli scorsi giorni con il Giubileo dei Movimenti, prosegue e si intensifica il rapporto sempre più “stretto” fra la comunità pellegrina cristiana e il Santo Padre eletto al Soglio Pontificio appena un mese fa. Il suo tono rassicurante assieme alla schiettezza delle sue catechesi e discorsi fa crescere l’affetto per il suo Pontificato appena agli inizi.
Concentrandosi oggi sul Vangelo di Marco, con l’incontro del Signore con il mendicante cieco a Gerico, Papa Leone XIV rilancia in Udienza Generale la centralità della comunione con cui Gesù si dona senza sosta al mondo cominciando dai più bisognosi e in difficoltà: è un continuo ascoltare il grido dell’uomo per poterlo poi guarire, donando al cuore umano la continua speranza di non essere mai abbandonato. Bartimeo è un mendicante a cui il cuore “urge” e grida per intercettare l’attenzione di Gesù: ma è proprio quel grido, quella preghiera anche “smodata”, a cui tutti possiamo guardare.
Anche se la via sembra senza uscita, con la speranza che quasi sparisce all’orizzonte, il Signore tramite l’incontro con quel mendicante in realtà parla a tutti noi: «Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù». Davanti a quel grido il Figlio di Dio si ferma, si rivolge a lui, lo rimette in piedi e lo invita a buttare via il suo mantello (ovvero quelle poche “sicurezze” che lo tenevano protetto) per proseguire la strada della vita: un passaggio chiave per la guarigione è l’esporsi completamente, l’essere vulnerabile perché disposto ad andare oltre il proprio sé.

Su questo il Papa rileva la grande testimonianza di quel mendicante cieco prima e dopo l’esser guarito dalla sua malattia: «non vuole solo tornare a vedere, vuole ritrovare anche la sua dignità», spiega ancora il Santo Padre in Udienza. Nella fede per Dio e con Dio, nella comunione con Lui, non si è «mai persi o abbandonati».
LA PREGHIERA PER GRAZ E LA SPERANZA PER UN MONDO DI “COMUNIONE”
Rivolgendosi poi alla Piazza, Papa Leone XIV chiede se l’umanità ha realmente voglia di guarire al giorno d’oggi, se vuole prendersi responsabilità e “rischi” non rimanendo fermi su quanto e come si è: ebbene, per poter rialzarsi occorre molto banalmente “alzare la testa”, guardare a chi non solo ci dà conforto ma stravolgendoci la vita ci aiuta a guarire realmente. Cristo salva Bartimeo come in realtà salva ogni figlio dell’uomo e, attenzione, non lo a in primis per un “proselitismo “ ma per un atto di amore e di comunione.
«Gesù ci guarisce perché possiamo diventare liberi», esclama il Pontefice al termine della sua catechesi sulla grazia della guarigione. Ci salva per liberarci dalle nostre chiusure, dal male e da ogni ostacolo all’amore per il prossimo: non si può seguire e amare Dio se non si è liberi, questo il grande insegnamento del cristianesimo nella sua dottrina così “rivoluzionaria”. Papa Leone XIV invita per questo motivo l’intera umanità a non sentirsi persa davanti al dolore enorme di sofferenze, guerre e malattie: serve invece gridare, rivolgersi al Signore affinché possa ascoltare e guarire fino all’ultimo uomo sulla terra.
Prima della benedizione finale all’Udienza Generale, il Pontefice rivolge un pensiero commosso alle vittime della strage avvenuta ieri in Austria a Graz, dove 10 vittime sono state accertate nella sparatoria in una scuola: Papa Leone XIV si fa vicino alle famiglie, a tutti i docenti e ai compagni di scuola, chiedendo al Signore di accogliere nella propria pace tutti i suoi figli colpiti e innocenti.
Inoltre, salutando i pellegrini in arrivo da Francia e Svizzera, il Santo Padre sottolinea come è solo portando tutta la nostra debolezza davanti a Gesù che possiamo trovare quella via d’uscita e speranza altrimenti “nascosta”, è quel grido di un cuore “mendicante” che chiede la libertà che permette l’incontro con la grazia di Dio che ascolta e lenisce ogni ferita.
