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Home » Educazione » Scuole Superiori » SCUOLA/ “L’amore più grande che c’è”: e la Commedia di Dante, da lettera morta, prende vita

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SCUOLA/ “L’amore più grande che c’è”: e la Commedia di Dante, da lettera morta, prende vita

Gianluca Zappa
Pubblicato 16 Giugno 2025 - Aggiornato alle ore 12:16
Dante Alighieri (Pixabay)

Dante Alighieri (Pixabay)

Un bravo prof e la Commedia di Dante come tema per i gruppi estivi (Grest) in una diocesi italiana. Accade il “miracolo” che toccherebbe alla scuola

“Grazie professore, grazie davvero per quello che ci ha fatto capire!”. Sono cinque o sei a farmi un circoletto intorno e lo vedo che vogliono comunicare, o che vorrebbero ancora sentirmi parlare. Siamo all’interno di una chiesa parrocchiale, mancherà all’incirca un quarto d’ora alle ventitré. Cos’è accaduto di tanto speciale?


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La commissione per la pastorale giovanile della mia diocesi quest’anno ha avuto un’idea geniale: per il Giubileo della speranza ha pensato di proporre a tutti i Grest (gruppi estivi) di mettere a tema la Commedia di Dante, un “cammino di speranza”.

E mi è stato chiesto di condensare il grande poema in quindici puntate, tante quante sono previste da tre settimane di Grest. Niente di più esaltante e di più stimolante, per un appassionato come me. Ne è nato un libretto che è diventato il copione da seguire ogni giorno, corredato di domande e stimoli alla riflessione sulla base degli eventi raccontati. Ovviamente ho dovuto fare delle scelte ed operare dei tagli e, nello stesso tempo, creare un testo che fosse interpretabile dai giovani “animatori” che di solito gestiscono questi gruppi estivi rivolti ai più piccoli.


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Altri hanno curato la grafica, proposto giochi a tema, pensato ai nomi dei gruppi delle varie squadre e ai loro simboli. Insomma, la Divina Commedia, anche solo in fase di progettazione, ha mostrato tutta la fecondità della propria trama, dei personaggi, tutta la ricchezza di un universo genialmente costruito dal suo autore.

E visto che normalmente la giornata di un Grest comincia con un inno da ballare tutti insieme, ecco che in quattro e quattr’otto con un amico musicista, Marco Del Papa, abbiamo creato la canzone adatta per un ballo di gruppo, rigorosamente ispirata alla vicenda di Dante (la potete ascoltare a questo link).


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Tutto a posto? No. Perché non si può lasciare la Commedia in mano a dei ragazzi delle scuole superiori senza prepararli adeguatamente e devo dire che proprio questo è stato il punto debolissimo del progetto. Me ne sono reso perfettamente conto l’altra sera, quando sono stato chiamato per la prima e forse unica volta a parlare ai giovani di una di queste parrocchie.

Ne avevo almeno una trentina davanti ed erano molto stanchi, dopo una giornata passata a preparare il Grest che inizierà presto. Ero stato invitato da mio figlio, uno dei responsabili di tutto il gruppo, il quale mi aveva avvertito: “Papà, tieniti dentro una mezz’oretta, non di più”. Sono stato obbedientissimo, un padre che obbedisce al proprio figlio!

E così, stringendo al massimo, ho detto loro che non dovevano aver paura di Dante e del suo poema; che dovevano rendersi conto di avere una vera bomba tra le mani; che dovevano scrollarsi di dosso quel Dante fatto di parafrasi, figure retoriche, miti, biografie di dannati o beati, leggi del contrappasso e interpretazioni delle allegorie, quel Dante da studiare per il voto che è quello che si incontra purtroppo a scuola.

Ho detto loro che lì, in quel poema, in quella vicenda, c’era la loro vita, c’era la storia di uno come tutti noi. Uno che a un certo punto della vita ha perso la speranza, la stima di sé, che letteralmente non “riesce ad iniziare”; c’è la storia di un poveraccio che ha bisogno di essere salvato e che grida per essere salvato. E che a un certo punto scopre che è amato, di quell’amore vero che è amore al bene, alla felicità dell’altro.

Il suo poeta preferito, la donna di cui si era innamorato… Questi diventano le sue guide in un viaggio straordinario nel quale per prima cosa egli dovrà incontrare il male che regna nel mondo, dovrà vedere gli uomini perduti, rovinati dai loro idoli. E poi dovrà purificarsi e riflettere su tutto quello che ha visto e patito, lavandosi dal nerume che l’inferno gli ha gettato addosso. E infine sperimenterà la gioia del Paradiso, l’amore più grande che c’è, la piena realizzazione di sé. Ecco, questa è la “bomba” che abbiamo tra le mani. Chi non sarebbe felice di vivere un’avventura tanto bella?

Tutto questo l’ho detto in una manciata di minuti. Mi seguivano attentamente, e alla fine mi hanno ringraziato. Io mi sono schernito più volte: “Ma non vi ho detto quasi niente!”. Già, ma quel niente era comunque tanto. Mi ha colpito una ragazza che ha detto: “Ora ho capito che c’entra la Divina Commedia col Grest!”. Il suo stupore, di rimbalzo, ha stupito anche me e mi ha fatto riflettere.

È stato chiaro, evidente, che la letteratura studiata a scuola è lettera morta, non c’entra con la vita. La ragazza sgranava gli occhi perché intuiva che quel poema dal titolo anche troppo famoso, che genera una certa soggezione, era qualcosa che parlava a lei di lei. Forse per la prima volta. E che per un Grest, cioè per un momento intenso di vita e gioco con dei bambini, poteva andare più che bene.

L’anno scolastico si è appena concluso, i programmi sono stati svolti, messi nero su bianco, pubblicati sulle bacheche dei registri elettronici, condivisi. Bene, ma molti di quei contenuti, che sono stati studiati e ripetuti e verificati, sembrano non aver lasciato traccia. Sono passati, scivolati addosso, come l’acqua, nemmeno tanto fresca. Ma il problema siamo sempre noi, noi che abbiamo il compito di trasmettere questa tradizione, di renderla viva, di farla diventare carne e sangue.

Noi, i primi che dobbiamo stupirci di quanto un verso ci legge, i primi che dobbiamo impegnarci seriamente con la nostra vita. Perché quando un giovane sente un accento di verità, sente qualcuno che gli parla di qualcosa con il cuore in mano o le lacrime agli occhi, allora capisce che quel qualcuno gli sta mettendo tra le mani un tesoro. E magari gli viene davvero la voglia di scoprirlo anche lui.

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