Il nuovo Custode di Terra Santa: 'San Francesco oggi direbbe: vivete la fraternità prima di predicarla'.
“Il servizio che l’Ordine e la Chiesa mi hanno chiesto, immediatamente, mi ha fatto percepire l’enorme sproporzione tra la mia misera persona e il compito che mi viene richiesto, in particolare nell’attuale momento storico. A queste mie parole, il padre spirituale mi ha detto: ‘È bella questa sproporzione, questo non essere capace! Perché vuol dire che c’è lo spazio perché agisca qualcun altro, perché agisca lo Spirito Santo'”.
Sono le prime parole che padre Francesco Ielpo ha rilasciato ai media vaticani dopo la conferma della nomina a Custode della Terra Santa da parte di papa Leone XIV, avvenuta ieri. Subentra nell’incarico a padre Francesco Patton, classe 1963, che ricopriva il ruolo di Custode di Terra Santa dal 20 maggio 2016. “Sono grato a padre Patton e ai 200 frati francescani – ci dice subito al telefono – perché hanno fatto un lavoro prezioso e una grande testimonianza di fede in questi anni così difficili”.
Riusciamo a infilarci con la nostra telefonata tra una riunione e l’altra. “È stato così tutto il giorno” – ci dice padre Ielpo, parlando da Rocca Mulfina, in provincia di Caserta, dove sta concludendo una serie di riunioni con i capitoli francescani di diverse province del Sud. Arriverà definitivamente in Terrasanta verso la fine di luglio.
Padre Ielpo, la nomina arriva in un momento drammatico per la Terrasanta.
(Al cellulare sentiamo un grande sospiro, nda) “Il momento che si sta vivendo in Terrasanta ha raggiunto un vertice di violenza, di drammaticità e di dolore innocente che non ha precedenti. Tutto ciò rende il momento storico difficile, delicato e così particolarmente drammatico, tanto da darci un senso di impotenza”.
Padre Ielpo è nato a Lauria, in provincia di Potenza, il 18 maggio 1970. È professo solenne dei frati minori dal 1998 e nel 2000 è stato ordinato sacerdote. Insegnante a Brescia e attento educatore. Terminata la sua esperienza come parroco a Varese, da anni la sua vita si è sempre legata alla Terrasanta. Dal settembre 2013 al 2016 è stato Commissario di Terra Santa della Lombardia, continuando l’incarico dal 2016 al 2023 per la Provincia del Nord Italia. Dal 2014 è membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Pro Terra Sancta. Dal 2022 è presidente della Fondazione Terra Santa, delegato del Custode di Terra Santa per l’Italia, delegato generale per la ristrutturazione delle Province in Campania, Basilicata e Calabria.
Insomma, padre Ielpo, la Terrasanta è ormai diventata la sua seconda casa. La conosce da vicino. Quando parla di “sproporzione” cosa intende dire esattamente?
“Intendo che se uno guarda al servizio che gli viene chiesto in questo momento storico si sente inadeguato e penso che chiunque potrebbe sentirsi tale. Ma nello stesso tempo in questa sproporzione c’è spazio per l’agire di un Altro. Questa nomina arriva nel giorno in cui la Chiesa ricorda san Giovanni Battista che ebbe a dire: ‘È Lui che deve crescere; io devo diminuire’. Lasciare spazio a Lui, questo intendo dire anch’io. Sento che il primo grande compito è su me stesso”.
La Custodia estende il suo lavoro ben oltre Israele e la Palestina, coinvolgendo anche i territori della Giordania, della Siria, del Libano, dell’Egitto, di Cipro e di Rodi. Oggi su gran parte di queste terre risuonano le sirene, mentre le bombe e le scie dei missili illuminano la notte. È possibile credere in una possibile pace in queste terre?
“Bisogna innanzitutto capire che cosa si intende per pace. Questa è la vera domanda. Per esempio, c’è la pace romana, cioè la vittoria di qualcuno che impone all’altro la fine della guerra con la forza. La Chiesa ha sempre detto che la pace vera è quella che proviene dal Risorto, quindi noi siamo chiamati a essere testimoni di una pace data da un Altro. ‘Il Signore vi doni la sua pace‘ – diceva san Francesco. Noi possiamo essere testimoni di una pace che porta un Altro. Questo non vuol dire che possiamo stare fermi. Abbiamo da far sentire comunque la nostra voce e continuare instancabilmente ad appellarci al buon senso, alla ragione, alla politica, alla diplomazia”.
Da oltre 700 anni i francescani hanno avuto il compito di custodire i luoghi santi. Qual è il significato di questa vostra presenza oggi?
“Riprendendo le parole del cardinale Pizzaballa, occorre testimoniare un’altra Presenza con la P maiuscola. E insieme testimoniare una fratellanza tra di noi capace di aprirsi a ogni altro uomo. Essere maestri di fraternità. Lo dico con un po’ di pudore, capisco che in questi giorni la parola fraternità può suonare molto vuota. Per questo siamo chiamati a viverla noi stessi prima di dirla a voce”.
Tra i numerosi saluti e attestazioni giunti a padre Ielpo c’è quello del cardinale Pizzaballa. “Che la sua guida – queste le sue parole – sia caratterizzata da fedeltà, umiltà e saggezza pastorale nel servire la Chiesa, i pellegrini e i fedeli di Terra Santa”. Allo stesso tempo, il cardinale Pizzaballa rivolge i suoi “più sentiti ringraziamenti a padre Francesco Patton, i cui anni di fedele servizio come Custode sono stati una vera testimonianza di dedizione, discernimento e amore per la Terra Santa. Il Signore, che tutto vede, lo ricompensi abbondantemente e continui a benedire il suo cammino con pace, gioia e rinnovata forza”.
(Enrico Castelli)
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