Ema Stokholma ricorda la sua difficile infanzia segnata dalle violenze ricevute dalla madre, al Corriere della Sera rivela: "Quando mi torna in sogno..."
Ema Stokholma ricorda la difficile infanzia e le violenze della madre
Non è stata una vita semplicissima per Ema Stokholma, soprattutto nella fase della sua giovinezza segnata dalle violenze domestiche subite da parte della madre. La deejay e speaker radiofonica ha ancora impresse nella sua mente le ferite della sua infanzia, il difficile rapporto con la figura materna e il clima di tensione che si respirava in famiglia, arrivando anche a scrivere un memoir intitolato Per il mio bene, pubblicato nel 2020 e vincitore del Premio Bancarella.
Ora, in un’intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera, ha ripercorso la sua carriera e le tappe fondamentali della sua vita, non dimenticando le difficoltà vissute da giovane. “Lei non mi mandava a scuola quando i lividi si vedevano” ammette, ripensando alle violenze subite dalla madre. In merito poi alla sua famiglia, ha aggiunto: “E comunque non è che avessi dei modelli di riferimento positivi, tra gli adulti: persino mio padre mi diceva “ci vediamo lunedì”, e poi ricompariva dopo quattro anni…“.

Ema Stokholma: “Quando torna in sogno è sempre la mamma giudicante…“
Se con la mamma non c’è mai stato un effettivo rapporto e le violenze e percosse domestiche erano all’ordine del giorno, con gli altri componenti della famiglia il legame è diverso. Ema Stokholma, nel corso dell’intervista al Corriere della Sera, ha parlato del debole rapporto che la lega al padre, spesso assente nel corso della sua vita, ma “ogni tanto mi manda un messaggio“. Ad unirla al fratello Gwendal è invece un filo davvero speciale: “Per fortuna ci vediamo! In genere 5-6 volte l’anno, l’ultima un mese fa a Parigi“.
Un’infanzia difficile, una famiglia dai fragili equilibri e spesso riaffiorano nella speaker quei dolorosi ricordi. Anche durante la notte, quando le capita di tanto in tanto di sognare ancora sua madre. E, “le poche volte che succede, è sempre la mamma giudicante che mi disprezza“.
