Inchiesta per la morte di Camilla Canepa diversi scienziati avevano chiesto al Cts limitazioni agli Open Day per evitare danni da vaccino Astrazeneca
I pericoli della somministrazione del vaccino Astrazeneca ai giovani furono ignorati dal Cts e da Aifa, che continuarono ad autorizzare gli Open Day aperti a tutte le età nonostante i decessi e gli appelli di diversi scienziati che già evidenziavano lo squilibrio del rapporto rischio-beneficio soprattutto su determinati soggetti più esposti ai possibili danni da effetti collaterali, in particolare la trombosi. Il quotidiano La Verità continua a pubblicare i verbali delle riunioni del comitato tecnico scientifico nominato dal Ministero, nei quali emerge chiaramente la mancata volontà di introdurre restrizioni al prodotto, nonostante gli allarmi lanciati da una parte della comunità scientifica.
Lo evidenzia soprattutto un documento, inviato dopo il caso della morte di Camilla Canepa, la 18enne deceduta dopo la dose del farmaco, per la quale era stata aperta un’inchiesta che aveva raccolto anche pareri di autorevoli ricercatori, che chiedevano agli esperti di bloccare la campagna rivolta ai ragazzi e di provvedere ad imporre un limite al di sotto dei 60 anni per evitare “scelte sconcertanti“.

Inchiesta Camilla Canepa, la mail delle accademiche sul rischio trombosi da vaccino Astrazeneca ignorata da Cts e Aifa
Dopo il caso della morte di Camilla Canepa, come confermano i verbali delle sedute del Cts durante l’inchiesta, furono molti gli scienziati che provarono a chiedere ai tecnici nominati dal governo e all’agenzia per il farmaco, di provvedere a limitazioni di età sulla somministrazione del vaccino Astrazeneca, considerato pericoloso soprattutto per gli under 60 più esposti al rischio trombosi. Già a maggio 2021, alcune accademiche, avevano inviato una mail all’ex direttore di Aifa Nicola Magrini, al comitato e al ministro Speranza mettendoli in guardia dai possibili danni causati dalle adesioni alle giornate di Open Day senza limitazioni nonostante fosse già stato chiarito che l’uso del prodotto andava riservato a determinate fasce di età.
La decisione del governo però fu quella di proseguire, perchè, come dichiarò la coordinatrice Cinzia Caporale, non erano emersi problemi dopo la consultazione di esperti di immunologia. Alla risposta, il gruppo di ricercatrici tentò di nuovo di lanciare un appello, inviando un secondo messaggio, che conteneva anche dati evidenti sull’incidenza, anche se rara di effetti avversi potenzialmente letali, nuovo allarme che però fu completamente ignorato.
