Torna a parlare a La vita in diretta il signor Sandro, papà della neonata che è morta durante il parto presso la casa comunità Il nido a Roma
La Vita in diretta è tornata a parlare con Sandro, il papà della piccola Matilde, la neonata nata morta in una casa comunità al Testaccio, in quel di Roma.
L’uomo era presente durante il parto, un parto senza medicalizzazione, come scelto dai genitori della piccola, e ieri è tornato a parlare con i microfoni de La Vita in diretta, spiegando: “Non c’era il defibrillatore, io non l’ho visto, loro hanno provato con le mani a rianimare la bimba, sentivo il conteggio”. Quando Sandro ha visto quella scena a quel punto ha subito capito che ormai era finita: “Dentro di me la speranza è rimasta fino alla fine, ma avevo capito fin dall’inizio”, che non ci sarebbe stato un esisto positivo.
E ancora: “Mi ricordo tutto, ho visto da sopra la bimba, sono stato forse il primo a vederla e capire che qualcosa non andava bene, non parlava non emetteva suoni, non piangeva”, dei segnali tipicamente allarmanti visto che appena un bimbo viene al mondo inizia a urlare.
NEONATA MORTA A ROMA, IL PADRE: “HO VISTO UNA BIMBA CHE NON ERA IN VITA”
“Ho visto una bimba che non era in vita – racconta drammaticamente il padre – ho pensato che fosse finita, da una cosa simile non torni indietro”. Sandro spiega che inizialmente, a caldo, aveva pensato semplicemente che il parto fosse andato male, ma rivedendo attraverso la propria mente quanto accaduto, si è convinto che quella morte si sarebbe potuta evitare con qualche accortezza in più.
“All’inizio non ho avuto questa sensazione che fosse colpa delle ostetriche. Il primo approccio è stato che il fato fosse stato avverso verso di noi – racconta – poi rivedendo la situazione dentro di me è cambiato molto, secondo me si poteva salvare”. E ancora: “L’ospedale non so se è stato avvertito, bastava una semplice comunicazione per mettere in contatto la casa con l’ospedale”.

NEONATA MORTA A ROMA, IL PADRE: “VOGLIAMO CHE IN FUTURO NON CAPITI MAI PIU’”
Quindi conclude: “Io e mia moglie volevamo tornare a casa con la bimba e ora quella casa è vuota, stiamo cercando di dare un senso a questa vicenda e non lo troveremo mai, ma vogliamo che questa cosa non accade mai più a nessuno, si prova a dare un senso ma non è vivibile”. Sulla vicenda della neonata morta nella casa comunità si è espressa anche la scrittrice e attivista Francesca Bubba, che ha dedicato spazio in particolare a dei video in cui la stessa casa comunità sembrava mettere in luce il parto medicalizzato, quello classico che avviene negli ospedali.
Francesca Bubba parla in particolare di “pericolose teorie antiscientifiche”, ma anche di “terrorismo sugli ospedali”, invitando a “diffidare dal personale sanitario”. Alla luce di questa denuncia la Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica ha inviato una diffida alla giornalista, a trattare questi temi, parlando di strumentalizzazione mediatica.
