Zelensky incontra la Meloni che nonostante la vicinanza a Trump non può far molto per lui. Il presidente USA vuole che la guerra in Ucraina finisca in frett
Trump dà l’ultimatum a Zelensky per accettare il piano di pace per l’Ucraina. Il presidente ucraino vuole presentare agli Stati Uniti le modifiche concordate con gli europei, ma il presidente americano sembra aver perso la pazienza. Il leader ucraino ha incontrato ieri a Roma Giorgia Meloni e ha dichiarato di fidarsi di lei e del contributo che l’Italia può dare alle trattative. Ma la linea riarmista pro Kiev sostenuta finora dal governo italiano e la decisione di Trump di porre fine alla guerra senza protrarla fino alle elezioni di midterm nelle quali potrebbe essere sconfitto, spiega Marco Bertolini, generale della Brigata Folgore e comandante di numerose operazioni speciali in Libano, Somalia, Kosovo e Afghanistan, rendono molto difficile se non impossibile il compito di una mediazione di questo tipo, anche se la Meloni si è sempre smarcata dalle iniziative di Macron, Merz e Starmer, che tanto fanno infuriare il presidente americano.
Nelle trattative sulla guerra in Ucraina l’Italia cerca di fare da ponte fra USA ed europei. È possibile mediare o dovrà scegliere da che parte stare?
In effetti la posizione dell’Italia non è semplicissima. La Meloni ha già espresso il suo sostegno al piano di Trump e si è in un certo senso smarcata dalle posizioni che sono state prese da Macron, Merz e Starmer, artefici della revisione del piano USA di 28 punti, ridotti a 20. Meloni, tuttavia, deve anche fare i conti con la linea di sostegno all’Ucraina che ha tenuto fino ad ora. Infatti ha confermato gli aiuti a Kiev anche se si tratta di generatori elettrici che possono supportare gli ucraini in un momento di grave difficoltà per i civili. Dunque il supporto all’Ucraina continua, ma forse la presidente del Consiglio capisce che stiamo arrivando alla fine di un ciclo e che bisogna trarne le conseguenze: l’Ucraina non ha bisogno di un accanimento terapeutico, ha bisogno di arrivare alla pace, lo dice anche Zelensky.
Il fatto che il presidente ucraino ora sia disponibile alle elezioni cosa significa?
È molto debole dal punto di vista politico e l’inchiesta sulla corruzione ha fatto fuori diversi suoi collaboratori.
A maggior ragione in questa situazione la Meloni può fare da trait d’union tra USA ed Europa?

È molto difficile. L’Italia è sempre stata un anello di congiunzione, ma è anche vero che sulla guerra in Ucraina sono state espresse posizioni estremamente radicali, parlando di supporto fino alla vittoria, fino a quando necessario. Certo, Meloni è un personaggio autorevole a livello internazionale, è vicina anche a Orbán che è su posizioni filorusse: potrebbe anche cercare di mediare, ma non può cambiare troppo radicalmente.
Zelensky dice che si fida della Meloni e che presenterà a Trump il piano di pace emendato con gli europei. Spera che proprio la presidente del Consiglio riesca a convincere Trump a considerarlo?
Non vedo Trump così malleabile sul da farsi. La National Security Strategy che la Casa Bianca ha presentato in un documento è molto dura con l’Europa, in particolare sul fatto che non vuole che questa guerra continui e che vuole disimpegnarsi addirittura dalla NATO. L’Italia da sola non basta a convincerlo.
Il Financial Times riporta che c’è un ultimatum di Trump a Zelensky per accettare il piano di pace. Siamo all’aut aut?
Trump ha già fatto dichiarazioni di questo tenore, così come il suo vice Vance. Il presidente americano vuole chiudere il conflitto, non c’è spazio per cambiare la sua posizione. Certi Paesi europei che non possono più puntare sulla sconfitta di Putin stanno puntando su quella di Trump, cercano di tirare in lungo per portarlo alle elezioni di midterm e vederlo ridimensionato. Ma anche il presidente USA sa che c’è questa deadline ed è per questo che sta accelerando sulle trattative e sulla fine del conflitto. Ora è nel suo interesse continuare nel dialogo con la Russia.
Se Zelensky e gli europei non accettano l’ultimatum di Trump si va verso una rottura USA-Europa?
L’Europa non esiste. Esistono Gran Bretagna, Germania e Francia, che però oltre un certo limite non arriveranno allo scontro con gli Stati Uniti. Più di tanto non possono fare. Al massimo possono sperare di rivalersi l’anno prossimo su di lui se dovesse essere ridimensionato dalle elezioni negli USA, anche se poi bisognerà vedere quale situazione ci sarà allora. Sulla guerra in Ucraina, tuttavia, Trump ora ha fretta e Zelensky non ha più risorse.
(Paolo Rossetti)
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