Amici di Maria De Filippi non è plagio/ Cassazione l’assolve dopo 16 anni di processo

- Silvana Palazzo

Amici non è plagio: Maria De Filippi assolta dalla Cassazione dopo 16 anni di processo. Le era stato chiesto anche risarcimento di 500mila euro

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Ora lo dice anche la Cassazione: il programma tv “Amici” non è un plagio. Maria De Filippi è stata assolta dall’accusa. Lo ha stabilito la prima sezione civile della Corte di Cassazione, presidente Francesco Genovese, con un’ordinanza comunicata ieri. La conduttrice non ha copiato un precedente format tv, ponendo fine ad una battaglia legale durata oltre 16 anni. Dunque, la Suprema Corte ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Giorgio Assumma, confermando le due precedenti pronunce del tribunale di Roma e della Corte d’Appello.

La vicenda risale al 2004, quando lo sceneggiatore Roberto Quagliano citò in giudizio Maria De Filippi in qualità di autrice del programma Amici con l’accusa di aver plagiato un suo prodotto tv precedente, intitolato “Scuola di spettacolo“. Inoltre, chiese che la conduttrice e la casa di produzione del programma, Fascino PGT, fossero condannate in solido al risarcimento dei danni di 500mila euro. Come riportato dall’Ansa, tale richiesta è stata respinta dai giudici e per un motivo ben preciso.

AMICI DI MARIA DE FILIPPI, LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

Per il tribunale i due programmi televisivi sono assolutamente diversi, in quanto “Scuola di spettacolo” era un reality show, mentre Amici di Maria De Filippi è un talent show. Inoltre, non c’è alcuna similitudine anche dal punto di vista contenutistico. Differente, infatti, è anche la struttura narrativa: il primo programma è focalizzato sull’aspetto umano e relazionale, Amici invece su crescita e competizione tra nuovi talenti.

Una disposizione confermata dalla Corte d’Appello nel 2016, così come fatto ora dalla Cassazione, che così ha posto fine alla vicenda, condannando lo sceneggiatore Roberto Quagliano al rimborso delle spese dei tre gradi di giudizio a favore di Maria De Filippi. La sola scrittura non è sufficiente per un format per veder tutelato il diritto d’autore, perché dall’idea bisogna passare ai dettagli. Come nel caso esaminato, quando sussiste «una mera scrittura dello stesso, esso deve contenere una specificazione sufficiente, degli elementi formali in cui si esprime l’idea alla base dello stesso, sì da potersi apprezzare una forma creativa tutelabile».







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