Anna Frank, nata a Francoforte nel 1929, ha vissuto la sua infanzia in Germania con suo padre Otto e la padre Edith, insieme alla sorella maggiore Margot. Di origini ebraiche, la famiglia è cresciuta immersa nella cultura: il padre lavorava come imprenditore e si occupava inoltre dell’educazione delle figlie, stimolandole alla lettura grazie alla ricca biblioteca privata che possedeva. Le prime manifestazioni antisemite in Germania costrinsero la famiglia a trasferirsi nei Paesi Bassi, ad Amsterdam. Per diversi anni la famiglia visse più o meno nella normalità ma quando la guerra esplose, i Frank decisero di nascondersi in una soffitta retrostante all’edificio in cui aveva sede la ditta nella quale Otto Frank lavorava.
Ad aiutarli fu Miep Gies, la segretaria di Otto. La donna, insieme a suo marito e a due collaboratori, decise di aiutare i Frank. Il 6 luglio del 1942 i Frank lasciarono così la loro casa per trasferirsi nell’alloggio segreto. Nell’appartamento lasciarono un biglietto dicendo di essere fuggiti in Svizzera. Nell’appartamento si aggiunse anche il dentista Fritz Pfeffer. Per più di due anni, la famiglia visse nel ripostiglio. In quei momenti difficili, Anna cominciò a tenere un diario segreto che le era stato regalato in occasione del uso compleanno. La ragazzina, che aveva l’obiettivo di diventare una giornalista, lesse molti libri, migliorando il suo stile di scrittura e interessandosi a sempre più temi.
Anna Frank, la storia vera: la deportazione e la morte
Durante gli anni di prigionia, Anna Frank cominciò ad interessarsi anche a Peter van Pels, ragazzino che si trovava con loro nel nascondiglio. Inizialmente descritto come noioso, più avanti si innamorò del ragazzo: la relazione più tardi finì. Dal Diario di Anna Frank si scopre che Anna era a conoscenza su ciò che stava accadendo agli ebrei, con la deportazione. Il 4 agosto del 1944, la Gestapo fece irruzione nell’alloggio dove i Frank erano nascosti. Sarebbe stato un magazziniere della ditta a fare una soffiata. Anna fu portata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morì nel 1945.