La ripartenza del calcio con Juventus Milan di Coppa Italia dopo il lungo stop per Coronavirus ha portato con sé inevitabili discussioni, ad esempio sul distanziamento sociale che è evidentemente impossibile da rispettare nel corso di una partita, come ha evidenziato Natalino Balasso. Il celebre comico, attore e scrittore ha pubblicato su Facebook una foto dei giocatori del Milan ammassati attorno all’arbitro Orsato per protestare in occasione del rigore concesso alla Juventus, con tanto di espulsione per il rossonero Rebic.
La didascalia con cui Balasso ha commentato l’assembramento calcistico in Juventus Milan è chiarissima: “Vorrei capire meglio quella questione che a teatro si possono fare solo monologhi, oppure letture con leggio distanziato di 2 metri. Sì, vorrei capire meglio com’è che ci stiamo facendo prendere per il culo”.
Non serviva nemmeno la foto di una protesta attorno all’arbitro: sarebbe bastato un contrasto, o una mischia su calcio d’angolo. Se si gioca a calcio (o più in generale a quasi ogni tipo di sport, specie se di squadra) gli assembramenti sono inevitabili: resta comunque legittima la domanda di Balasso, perché effettivamente si crea una sorta di classificazione degli assembramenti, alcuni leciti ed altri no.
JUVENTUS MILAN, GLI ASSEMBRAMENTI E… DA BALASSO A SCANZI E BIASIN
Il giornalista Andrea Scanzi lo ha ripreso, aggiungendo sempre su Facebook: “In effetti è da un po’ che ho lo stesso dubbio”, facendo il paragone fra una partita di calcio che è “un assembramento (e un trionfo di sputazzi e contatti), e i soliti stronzi a dover rispettare le regole più ferree sono (siamo) sempre i teatranti e i musicisti? Capisco la rabbia di Natalino”, condividendo i ragionamenti di Balasso su Juventus Milan.
Un altro giornalista molto attivo sui social, e molto più vicino di Scanzi alle faccende calcistiche, è senza dubbio Fabrizio Biasin, che ieri prima di Juventus Milan aveva ironizzato più su altri aspetti, come il ritorno delle discussioni di coppia su cosa fare la sera quando c’è la partita, aggiungendo poi: “Rigore, palo, cartellino rosso in 16 minuti. Beh, un ritorno tranquillo per il calcio…”.
D’altronde, chi segue abitualmente lo sport aveva sollevato questo tema già tra fine febbraio e inizio marzo, quando c’era stato il tentativo di andare avanti a porte chiuse, ma nel pieno della pandemia era impossibile pensare anche solo a quella formula. Ora festeggiamo il ritorno del calcio come un altro tassello della vita normale che abbiamo recuperato: sperando naturalmente di poter andare al più presto a teatro – dove d’altronde la presenza del pubblico è davvero necessaria, mentre nel calcio (anche se con immensa tristezza), per cause di forza maggiore almeno per un po’ se ne dovrà fare a meno.