La lettera inedita (del 2014) di Benedetto XVI che spiega il perché delle dimissioni: piena validità di rinuncia e Conclave successivo. Cosa dice Ratzinger
PUBBLICATA LA LETTERA INEDITA DEL PAPA EMERITO RATZINGER CHE SPIEGA IL VERO MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI
Da quel 11 febbraio 2013 il mondo intero, non solo la Chiesa Cattolica, si sono interrogati sul perché delle dimissioni dal Pontefice di Benedetto XVI: i suoi quasi 10 anni di ritiro dopo la storica rinuncia del ministero petrino nel ruolo di “Papa Emerito” ne hanno come acuito un senso di mistero, dando adito anche a diverse teorie sulle possibili cause.
È però una lettera inedita comparsa in questi giorni, autografata da Papa Benedetto XVI nel 2014, a ribadire con orza che la sua scelta non sarebbe dipesa da alcun caos interno alla Chiesa dell’epoca, ma solo per le sue condizioni di animo e corpo. Non solo, nello scritto pubblicato da Nicola Bux nel suo ultimo saggio – e datato 21 agosto 2014 – Joseph Ratzinger sottolineava che la sua è stata una rinuncia «piena e valida».

La lettera inedita di Benedetto XVI tenderebbe così a confermare ancora una volta che le sue dimissioni dal Ministero petrino furono valide e che dunque il Conclave successivo, dove venne eletto Papa Francesco, fu del tutto regolare. Lo scritto è stato all’epoca indirizzato a monsignor Nicola Bus che ora nel suo ultimo libro appena pubblicato riporta integralmente quella lettera scritta dopo che lo stesso sacerdote aveva scritto al Pontefice per esprimere tutti i propri dubbi sulla liceità ed effettiva validità della rinuncia avvenuta con la “Declaratio” di Ratzinger durante il Concistoro del febbraio 2013.
«Dire che nella mia rinuncia avrei lasciato “solo l’esercizio del ministero e non anche il munus” è contrario alla chiara dottrina dogmatica-canonica»: Benedetto XVI ribadisce che nelle sue dimissioni vi la piena rinuncia tanto al “ministerium”, quanto al “munus” di Pietro, ovvero che con quella rinuncia è stato lasciato sia l’esercizio pratico che il suo ufficio da Pontefice di Santa Romana Chiesa. Addirittura Ratzinger in quella lettera chiarisce come siano assurde le speculazioni avanzate da “storici e altri teologici”, che «secondo me non sono veri storici e neppure teologi».
LA LETTERA DI BENEDETTO XVI E IL “PENSIERO” DI SAN GIOVANNI PAOLO II AD UNA POSSIBILE RINUNCIA
Nel corso degli anni dopo le storiche dimissioni di Benedetto XVI venne ripercorso più volte l’effettiva validità di quella scelta dal punto di vista canonico, con il Papa Emerito che già in più occasioni spiegò di aver lasciato per l’incapacità di tenere il vigore di cuore e animo nel gestire l’ingente Ministero affidato dal Conclave dopo la morte di San Giovanni Paolo II. In questa lettera datata 2014, dunque un anno dopo l’ingresso nel Monastero interno ai giardini vaticani, viene spiegato dal Santo Padre tedesco che è canonicamente e dogmaticamente possibile che il Papa «rinunci liberamente» e che tale «valga pienamente, lasciando l’ufficio e tutto quanto connesso ad esso».

Nel corso della lettera pubblicata dal libro di Bud integralmente si ripercorre anche il fondato “parallelismo” che intercorre tra le dimissioni di un Vescovo diocesano e quelle del Vescovo di Roma, ovvero il Pontefice: la scelta della rinuncia è legittima, tanto che – rivela Benedetto XVI – anche Papa Wojtyla prese in considerazione l’idea delle dimissioni avvicinandosi al suo 75esimo compleanno e con le sue condizioni di salute molto precarie. «Ha seriamente riflettuto se non sarebbe corretto ritirarsi dal suo ministero petrino», si legge nella lettera oggi presente su molti dei quotidiani italiani, a cominciare dal “Corriere della Sera”.
Sebbene Ratzinger riconosca – come all’epoca fece San Giovanni Paolo II – che vi è una lettera differenza pastorale tra i due tipi di vescovi, è anche doveroso che il Santo Padre ne tenga sempre conto davanti a Dio e alla Chiesa. Nel libro viene indicata oltre alla lettera anche la fotocopia dell’invio ufficiale dal Vaticano, per confermare non si tratti di un falso o di uno scritto fake: come spiega “La Nuova Bussola Quotidiana”, la scelta di Bux di pubblicare tale lettera ora, 2 anni dopo la morte di Ratzinger, è per non alimentare con il Pontefice ancora in vita ulteriori polemiche, divenendo “strumento di inutili e feroci critiche”.
