Terremoto a Milano per l'inchiesta sull'urbanistica: indagato anche il sindaco Sala (che lo sa prima dai media). Quali accuse e cosa può succedere ora

ANCHE IL SINDACO SALA INDAGATO A MILANO: TERREMOTO A PALAZZO MARINO

È nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2025 che il sindaco Beppe Sala viene a conoscenza dal “Corriere della Sera” di essere indagato nella maxi inchiesta sull’urbanistica a Milano: dopo la giornata convulsa è stato richiesto l’arresto del suo assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, assieme ad architetti, imprenditori influenti e persone che gravitavano nel mondo dell’edilizia milanese.



Secondo le fonti in Procura del “Corriere” le ipotesi di reato sul sindaco Sala – che già ieri aveva sottolineato di non condividere l’impianto di accuse contro Tancredi, Catella, Boeri e Marinoni – sarebbero alla fine due: in primis le false dichiarazioni «su qualità personali proprie o di altre persone», e in secondo luogo l’induzione indebita a dare e/o promettere utilità in cambio.



Inchiesta urbanistica Milano: l’assessore Giancarlo Tancredi e l’imprenditore Manfredi Catella (ANSA 2025, Mourad Balti Touati e Matteo Corner)

In maniera più semplice, per i pm dell’inchiesta sull’urbanistica a Milano Sala sarebbe stato indotto dall’assessore Tancredi a nominare l’architetto Marinoni (l’ex presidente della Commissione Paesaggio, la stessa dove lavorava Giovanni Oggioni, il manager indagato e arrestato nel precedente filone di indagine a marzo 2025) di cui sapeva i vari conflitti di interesse per lavori e appalti.

LE ACCUSE SULL’INCHIESTA URBANISTICA: COSA È SUCCESSO (SECONDO I PM) A MILANO. SALA: “L’HO SCOPERTO DAI GIORNALI”

Come “prova” contro Sala vi sarebbe un messaggio vocale citato negli atti dove l’imprenditore CEO di Coima, Catella, parlando con l’archistar Stefano Boeri di un incontro in Comune a Milano con l’assessore alla Rigenerazione dicevano, «occorre far intervenire su Marinoni il sindaco Sala». Non solo, dalle intercettazioni e chat requisite a Boeri durante il sequestro dello smartphone mesi fa (per altri processi a carico dell’architetto, ndr) emergerebbe un tono di “comando” di Boeri nei confronti di Sala, che addirittura avrebbe mandato dei messaggi “warning” su decisioni da prendere e persone da nominare.



Inchiesta sull’urbanistica a Milano cantiere sotto sequestro (ANSA 2025, Andrea Fasani)

Tutte accuse però al momento in carico ai pm, con la difesa che avrà tutto il tempo e i modi per poter replicare: intanto è lo stesso sindaco Sala che si dice indignato per aver saputo ddi essere indagato solo dai media, «allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura». Lo spiega al “Corriere” lo stesso primo cittadino della giunta di Centrosinistra, rigettando poi tutte le accuse piovute sul Comune e sui vari progetti sotto accusa per corruzione ed espansione “incontrollata” dell’edilizia.

Porta Nuova, Villaggio Olimpico e il Pirellino, tutti al centro di progetti secondo l’accusa “spinti” dai costruttori che avrebbero per questo corrotto manager ed esponenti di rilievi di Palazzo Marino. Le prove dovranno tutte essere verificate, tanto du Sala quanto su tutti gli altri indagati che in queste ore si difendono sottolineando di non aver commesso illeciti e di non essere inseriti in nessuna “rete criminosa” che gestirebbe l’urbanistica a Milano.

I RISVOLTI POLITICI: IL SILENZIO DEL PD E IL GRAFFIO DI NORDIO, “NIENTE ARRESTI GRAZIE ALLA MIA RIFORMA”

Per un attimo i discorsi su dazi, guerre e riarmo si sono improvvisamente bloccati con il “crollo del sistema Milano”, avvenuto mediaticamente dopo l’esplosione (politica) dell’inchiesta giudiziaria sull’urbanistica nel Comune guidato da Beppe Sala. In maniera molto più roboante del primo filone aperto lo scorso marzo con l’arresto di Oggioni, le richieste di domiciliari per i 6 nominati ieri dalla Procura, con l’aggiunta delle indagini a carico del sindaco di Milano, aprono risvolti non da poco dal punto di vista politico.

Al netto dell’averlo saputo ancora una volta dai giornali prima che dalla magistratura, il continuo refrain di una politica messa alla “mercé” di inchieste, intercettazioni e “sentenze già scritte sui giornali” ha colpito negli anni tanto a destra quanto a sinistra. Quello però che evidenzia il Ministro della Giustizia Carlo Nordio nella sua intervista al “Corriere” è che il silenzio di queste ore dei leader di Centrosinistra fa intuire il grado di “complessità” dell’intera questione, ancora una volta tra garantisti e giustizialista.

«Con la riforma Nordio a Milano tutti hanno evitato il carcere: cosa ne pensa il Pd?»: lo dice il Guardasigilli, ma conferma e amplia il concetto anche il deputato di FI Enrico Costa, «A Milano va in scena il solito copione già visto e rivisto centinaia di volte». Sentenze scritte sui quotidiani, teorie presentate solo dall’accusa con le opposizioni che chiedono le dimissioni e la maggioranza che difende: Costa sta dalla parte di Sala e di tutti coloro che vengono accusati senza un minimo (e costituzionale) cordone garantista e per questo incalza su X, «su Sala silenzio dal Pd, che pur di non apparire garantista e non fare un dispetto a Conte, resta in scandaloso silenzio».