Martedì 19 di questo tiepido Ottobre nella sua incompletezza si è celebrata in una giornata un po’sporca un po’ grigia l’ennesima udienza del processo penale al calcio italiano quando il calcio italiano era Luciano Moggi. Nell’aula 216 del Tribunale di Napoli, il solito. Una nutrita sfilata di teste a discarico. Volti noti al grande pubblico per un’aula chiusa alla gente. Chiamati a corroborare con i loro cognomi pesanti le arringhe finali. Sono gli ultimi fuochi di quello che è stato un grandissimo incendio. Durato quattro anni di mal di testa. Quattro anni a spegnere vite. Ma non è così facile fregare gli eventi.
Ce ne vorranno di più per spegner le teste. L’accusa? Aspetta. Chiusa fuori come noi altri. Il primo a deporre è Alessandro Del Piero. Il più importante degli affidavit all’americana che le difese stanno selezionando pescando nell’albo d’oro. A chiudere in bellezza questo Ottobre di rara bruttezza. E’ il primo e probabilmente l’ultimo. La gente fatica a memorizzare più di un nome ad udienza. Interessa alla difesa di Massimo De Santis.
Dopo le dovute e forse retoriche scaramucce su titoli vinti e brillante carriera e complimenti per la trasmissione, il difensore dell’ex arbitro ed ex capo della oramai defunta combriccola romana porta l’attaccante della Juve nella zona di sua competenza. I capi d’imputazione relativi al suo assistito. Gara Lecce-Juventus del 14/11/2004: De Santis è accusato di aver fatto continuare la gara in condizioni impervie per favorire la Juve. E di essere stato ricompensato per questo con magliette e magliette. Del Piero smentisce. Il campo era praticabile, il terreno pesante semmai avrebbe sfavorito la Juve. Fondamentale.
La decisione di giocare e non interrompere la gara sarebbe stata presa non da De Santis ma dai due capitani delle due squadre. Del Piero, appunto, e Ledesma. Il quale ha già confermato la cosa nell’udienza di sette giorni prima. Bel colpo per Gallinelli. Ma era facile. Era la prassi che tutti pure i tifosi anzi soprattutto i tifosi son tenuti a conoscere quando vanno allo stadio e fuori piove. Bisogna sempre sapere con chi prendersela nella vita specie nel caso fermino il gioco. E hai pagato il biglietto. Bastava studiare.
Bel colpo comunque per l’avvocato coi ricci. Potrà citare un campione nell’arringa finale di un processo per brocchi. Dopo la difesa De Santis, tocca all’avvocato Vitiello per nome e per conto della Juventus. Vitiello fa i conti con Alex. Gli chiede quanti giocatori Juve ed ex Juve fossero nella finale Italia-Francia. Quanti goal, quanto talento. E soprattutto.
A quanto ammontasse nella Juve vincente e punita l’investimento. Sembra una prova generale della richiesta di risarcimento. Certo. Nel caso a Napoli esca la madre di tutte le assoluzioni. La pistola fumante della propria innocenza. Si fa una cifra. Centocinquanta milioni. Non è poco. Non si sa nemmeno se poi sia questo il quanto. Magari è semplicemente l’inizio. Magari è soltanto quel tiratardi del danno.
(Vincenzo Ricchiuti – www.uccellinodidelpiero.com)
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