Altri gol e momenti significativi premiati con l’Oscar al miglior cortometraggio, in questo caso un sottogruppo della fotografia che considera azioni non istantanee, ma lunghe il tempo necessario per emozionarsi via via, e non all’improvviso. Prodezze individuali ma anche giocate di squadra
Impossibile non premiare lui. Il coast to coast del brasiliano Bruno Peres ha già un posto in vista nella galleria storica del Torino e dei derby di Torino, proprio nell’anno in cui i granata sono tornati a vincerne uno. Un gol che ha fermato il tempo ed anche gli avversari: Pogba ha allargato le braccia, Evra sta ancora rincorrendo, il guerriero Vidal ha rinunciato all’affronto. La galoppata da un’area all’altra ha fatto quasi passare inosservata la conclusione, un destro in diagonale di rara potenza e precisione andato a sbattere sul palo prima di riposarsi in rete. Da rivedere con la musica di Momenti di gloria.
23 novembre 2014, derby Milan-Inter, ore 21:08 circa: va in scena il miglior cortometraggio stagionale dell’azienda rossonera. Jeremy Menez ne è l’alfa e l’omega: passaggio ad El Shaarawy sulla sinistra, appoggio centrale su Essien che controlla e chiude il triangolo, cross di prima intenzione del Faraone e bacio volante dell’attaccante francese, che apre il piatto destro e serve in tavola il vantaggio milanista. Cinque passaggi per un gol da favola. Uno stralcio anche dai 22 gol del capocannoniere Luca Toni: il secondo rifilato al Sassuolo in data 26 aprile. E’ il 70′ minuto quando il numero 9 gialloblù addomestica un rilancio dalle retrovie, avanza sul centro-sinistra tenendo a distanza Brighi, si lascia alle spalle Biondini, entrando in area riporta il pallone sul mancino (Brighi definitivamente al bar) e manda la palla in buca d’angolo. Un fuoriprogramma emblematico per il gigante che più volte ha tenuto l’Hellas sulle spalle.
Bruno Peres ci ha però insegnato che non serve segnare tutte le domeniche per candidarsi ad un Oscar: come il brasiliano del Toro anche il romanista José Holebas ha interpretato la discesa libera sul prato del suo Olimpico. Roma-Inter del 30 novembre, inizio secondo tempo: il terzino greco prende palla a centrocampo, vede il varco e decide di andare; ci sarebbe Totti per l’uno-due ma ormai il treno è partito e non si può fermare: Kuzmanovic, Ranocchia e Juan Jesus infilati in sequenza, il sinistro che inchioda Handanovic è un colpo di clava degno del miglior Fred Flinstone. Maggico! Impossibile non ricordare anche…
…la fuga solitaria dell’Apache Carlos Tevez, dall’accampamento bianconero fino al fortino (non proprio inespugnabile) gialloblù. E’ successo in Juventus-Parma del 9 novembre: controllo dietro il centrocampo e resistenza al marcatore, letteralmente aggrappato, progressione a superare Lucarelli, tocco furbo per far fuori Felipe e appoggio facile davanti a Mirante. Doppietta personale e poker di squadra serviti all’unisono, tutti in piedi allo Stadium per l’eroe un pò gringo e un pò indio. Sergio Leone avrebbe apprezzato.
Di altro genere narrativo i cortometraggi che hanno per protagonista Mauro Icardi: per il primo restiamo allo Juventus Stadium, tornando al giorno della Befana. E’ l’86’ di Juve-Inter quando l’argentino e Pablo Osvaldo si ritrovano a zonzo per la metacampo bianconera: per due volte Icardi non passa la palla al compagno, posizionato meglio, poi cestina il pallone ciabattando in tribuna e subisce la veemente reazione verbale dell’altro. Caso da Forum: chi ha ragione? C’è qualcos’altro dietro? Soprattutto, come sarebbe finita se tra i due non si fosse intromesso il mite Guarin? Non importa, il campionato ha deciso che in questa storia il cattivo è l’oriundo furioso, che difatti non indosserà più la maglietta dell’Inter.
Un mesetto scarso dopo la seconda puntata della soap. Al termine di Sassuolo-Inter 3-1 Icardi si reca sotto lo spicchio dei tifosi interisti e getta la maglia. Solo che gli altri non ci stanno e, caso più unico che raro, la rigettano indietro. Maurito opta per la diplomazia: ‘pezzi di m…’. Arriva un altro mite, Ranocchia (quello di prima, Guarin, era anche lui a far muso duro), partono i titoli di coda. I fan si chiedono: e se ci fosse stato Osvaldo? Tutto da rivedere con la musica di casa Vianello…
(Carlo Necchi)