Una riunione d’urgenza in Lega Calcio con dirigenti, allenatori e capitani di Serie A che avrebbe dovuto fare chiarezza dopo le bufere sul Var nella giornata in cui gli arbitri Fabbri in Juventus-Milan e Abisso in Lazio-Sassuolo sono stati protagonisti di diversi episodi dubbi e contestati: ecco, il vertice voluto dal designatore Nicola Rizzoli lascia invece diversi dubbi ancora, facendo intuire come non vi sia ancora uniformità di giudizio tra la IAAF e le varie leghe nazionali. Andando con ordine, partiamo dall’episodio clou ovvero il mani di Alex Sandro sul cross di Calhanoglu nel primo tempo del big match allo Stadium: «Le indicazioni internazionali propendono per la punibilità di entrambi», riferendosi sia a questo episodio che a quello di Locatelli in Lazio-Sassuolo (in quel caso l’arbitro Abisso, quello della bufera in Fiorentina-Inter, dà il rigore mentre Fabbri ha ignorato l’invito del var Calvarese). Rizzoli ha provato a spiegare nel dettaglio davanti ai capitani e gli allenatori di Serie A: «Se l’intenzione è impattare la palla col corpo e il braccio è largo, poco conta che rimpalli su un’altra parte del corpo. Il fallo di mano è l’elemento più grigio e complesso da valutare. Il regolamento lo mette in una situazione difficile parlando di volontarietà. La discriminante è l’intenzione del difendente: se è di giocare la palla, marcare l’avversario o presidiare la zona, si propende per la non punibilità; al contrario, se l’intento è creare ostacolo con il corpo su un tiro o un cross, laddove rimangono zone grigie si propende per la punibilità».
DA LAZIO-SASSUOLO E JUVE-MILAN: “ERANO RIGORI”
Al netto di tutto però, l’arbitro Fabbri non sarà fermato come invece prospettato da qualcuno in questi giorni di veleni e polemiche contro la classe arbitrale: «È un discorso di gestione della squadra. Devo mettere in campo gente in forma e in condizione di fare al meglio. Fabbri ha un’ottima professionalità, buone capacità e un’ottime potenzialità. Sicuramente deve crescere come molti altri arbitri. Stiamo facendo un percorso di ricambio generazionale, nel giro di un paio d’anni perderemo arbitri con oltre 1.500 partite dirette. Bisogna far fare esperienza ai giovani. La forza di un arbitro passa anche attraverso questi errori. L’errore fortifica nel tempo e per paradosso dà più sicurezza e serenità. Lo dico per esperienza». Notevole polemica anche sul caso Mandzukic-Romagnoli, con il “calcetto” dato a palla lontana dal bomber della Juve contro il capitano rossonero: Rizzoli ha spiegato che il Var ha fatto bene a non intervenire visto che non ha riscontrato condotta violenta o chiaro errore dell’arbitro Fabbri: «La linea di intervento del Var è molto chiara: nelle situazioni di gioco deve esserci una violenza. Se fosse stata reputata come violenza, sarebbe intervenuto e avrebbe dato il rosso. Non è neanche chiaro dal campo se c’è il contatto. Il Var interviene solo quando lo reputa chiaramente un errore del campo. Evidentemente non è stato così», ha spiegato il designatore. A questo punto dunque sarà il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea a dover valutare tramite la prova tv eventuali provvedimenti sull’attaccante croato: domani è attesa la decisione, ma le polemiche non si placano.