Questa sera a Danzica, alle 20:45, Germania e Grecia si affrontano nel secondo quarto di finale di Euro 2012. Dopo la vittoria del Portogallo sulla Repubblica Ceca, conosceremo il nome di un’altra squadra che si giocherà la semifinale. La partita di questa sera sembra avere un esito scontato: da una parte la Germania, colosso del calcio europeo, sempre abituata ad arrivare in fondo nelle manifestazioni che contano e in possesso di una generazione di giovani talenti già affermati sulla scena internazionale. Dall’altra la Grecia, che pur avendo vinto l’Europeo nel 2004 resta una formazione dal basso livello tecnico, che non può proporre un gioco offensivo degno di questo nome. Riccardo Gentile di Sky Sport, intervistato in esclusiva (clicca qui per leggere), ha parlato di una Grecia in trincea; probabilmente sarà così, e contro i tedeschi sembra più un azzardo che altro. Naturalmente la partita è stata caricata di significati extra calcistici, ovviamente più da parte greca, per evidenti ragioni: l’hanno già soprannominata “il derby dello spread”, e a dire il vero anche in Germania non le mandano a dire: “Basta sprecare miliardi per aiutarli”, così dicono dal Ministero delle Finanze. Giocatori e tifosi in realtà ci pensano poco: per loro è un quarto di finale di un Europeo, non una sfida a chi ha più soldi.
La Germania è l’unica squadra ad essersi qualificata ai quarti di finale vincendo tutte le partite del suo girone. Non possiamo parlare di impresa vista la forza della squadra, ma comunque i tedeschi hanno messo in riga, oltre alla Danimarca, l’Olanda e il Portogallo, sempre brutti clienti. La dimostrazione di solidità e talento è stata evidente, il calcio espresso decisamente superiore alle altre nazionali, la formazione di Low non sembra avere troppi punti deboli. In patria si pensa a questa partita come a una formalità: “Cosa possono offrire i greci, se non i debiti?”, ha titolato la Bild, in maniera non troppo simpatica, e non c’è bisogno di spiegare l’associazione di idee. Ancora più tagliente Joachim Low, che almeno si è concentrato esclusivamente sugli aspetti extracalcistici: “Se anche l’Olanda ci ha affrontato chiudendosi, figuriamoci la Grecia, maestra di sopravvivenza in Europa”. Peraltro, non gli si può certo dare torto. Angela Merkel, tifosissima della sua nazionale, sarà in tribuna a seguire la partita, e si è già detta sicura della semifinale, non prima di aver nuovamente accusato gli orrori politici del governo di Atene.
Low naturalmente conferma la formazione vista fino a qui. Anche Thomas Muller, che certo non ha ancora offerto il rendimento al quale ci aveva abituati. Sicuramente paga un finale di stagione passato più in panchina che in campo, ma è anche vero che solitamente il trequartista del Bayern Monaco sale di colpi quando la posta in gioco si alza. Lo sa il suo CT, e allora lo schiera largo a destra con Ozil al suo fianco e Podolski a sinistra. Mario Gomez, capocannoniere del torneo insieme a Dzagoev e Cristiano Ronaldo, sarà la punta centrale. In porta Neuer, con la linea difensiva composta da Jerome Boateng e Lahm sulle fasce e Hummels-Badstuber coppia centrale. In mediana, Khedira e Schweinsteiger. La Germania ha fin qui subito due gol, ma quello che impressiona sono le folate offensive che questa squadra è in grado di produrre grazie al suo gioco sempre sviluppato in verticale e fatto di scambi nello stretto.
La Grecia arriva a questa partita a sorpresa. Diciamolo subito: in un altro girone, gli ellenici sarebbero con tutta probabilità tornati a casa dopo tre partite. Invece, inseriti in un raggruppamento facile, hanno sfruttato le pochissime occasioni create e si sono qualificati a spese della Russia, battuta nello scontro diretto e in quella che è stata la miglior partita giocata dalla nazionale di Santos. Attenzione ai precedenti: otto anni fa la squadra allora allenata da Otto Rehhagel riuscì a qualificarsi per i quarti di finale tra lo stupore generale, e poi proseguì indenne la sua corsa senza più subire gol e vincendo il torneo. Possibile che la favola possa ripetersi? “A rischiare sono loro: questa è una partita da 90 o al massimo 120 minuti, mica un campionato intero”, così ha dato la carica ai suoi capitan Karagounis, che non potrà giocare perché squalificato. Tecnicamente ha ragione: in una partita secca può succedere di tutto. Realisticamente, anche se c’è tutto un popolo che spera in un momento di gioia nella disperazione generale, appare improbabile.
Santos recupera – forse – Chalkias, ma il portiere resta Sifakis, che da quando è entrato in sostituzione del numero 1 designato non ha ancora subito gol. Davanti a lui, c’è la conferma di nove dei dieci uomini che hanno battuto la Russia, con l’eccezione di Karagounis. Lo schema sarà il 4-3-2-1 che molto spesso diventerà 4-5-1. Torosidis e Tzavellas sugli esterni di difesa, Kyriakos Papadopoulos e Papasthatopoulos al centro. A centrocampo, Katsouranis in cabina di regia con Maniatis e Makos ai suoi lati, Salpingidis e Samaras a supportare l’unico attaccante Theofanis Gekas.
Le quote SNAI, ovviamente, ricalcano quelli che sono i valori in campo: la Germania paga 1,30 la sua vittoria, 10 quella della Grecia. Il pareggio al termine dei 120 minuti è dato a 5.
Neuer; J. Boateng, Hummels, Badstuber, Lahm; Khedira, Schweinsteiger; Muller, Ozil, Podolski; Mario Gomez. All. Low
A disp: Wiese, Zieler, Schmelzer, Howedes, L. Bender, Mertesacker, Kroos, Gundogan, Scuhrrle, Gotze, Reus, Klose
Squalificati: –
Indisponibili: –
Diffidati: Badstuber
Sifakis; Torosidis, K. Papadopoulos, Papasthatopoulos, Tzavellas; Maniatis, Katsouranis, Makos; Salpingidis, Samaras; Gekas. All. Santos
A disp: Chalkias, Tzorvas, Holevas, Malezas, A. Papadopoulos, Ninis, Fotakis, Fortounis, Feftatzidis, Liberopoulos, Mitroglu
Squalificati: Karagounis
Indisponibili: –
Diffidati: Torosidis, K. Papadopoulos, Salpingidis, Holebas
Arbitro: Skomina (Slovenia)