In California l’attivista democratico Marcus Evans è intenzionato a presentare un referendum per chiedere l’indipendenza dagli Stati Uniti in una sorta di risposta alla recente rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca: una proposta certamente controversa e che davanti a sé ha una strada completamente in salita, ma che al contempo potrebbe anche trovare terreno fertile in quello che è considerato lo stato più schierato a sinistra – oltre che il più ricco – degli USA; mentre è anche bene ricordare che il tema dell’indipendenza della California era già stato sollevato nel 2016 (in occasione ovviamente del primo mandato presidenziale di Trump) tracollando a causa delle posizioni vicine alla Russia espresse dall’allora presidente californiano Louis Marinelli.
Allo stato attuale la richiesta di indipendenza della California – già soprannominata ‘Calexit’ – è ancora ad uno stato totalmente embrionale perché ha ottenuto la sola autorizzazione alla raccolta firme: se entro il 22 luglio di quest’anno almeno il 5% degli elettori che si sono presentati alle urne nel 2022 (ovvero poco meno di 550mila persone) dovessero apporre la loro firma al testo, nel 2027 verrà istituita una commissione statale incaricata di studiare la fattibilità della proposta; mentre l’ultimo step – a fronte del via libera da quest’ultima commissione – è quello delle elezioni del 2028 nelle quali gli elettori troveranno il referendum assieme ai nomi dei candidati in corsa con un quorum fissato al 50% degli elettori totali e il 55% di voti favorevoli.
Cosa cambierebbe se la California ottenesse l’indipendenza: il parere della Corte Suprema frena le mira indipendentiste?
Insomma, la strada del referendum per l’indipendenza della California sarà tutt’altro che semplice e ad aggiungere un ulteriore grado di complessità ci pensa la stessa Costituzione americana: dopo le famose battaglie secessioniste tra Nord e Sud – infatti – la Corte Suprema con una storia pronuncia stabilì che nessuno degli stati poteva diventare indipendente se non a fronte di una rivoluzione o con il consenso da parte della totalità degli altri stati; vanificando – forse – il lungo percorso indipendentista californiano che si stima costerà qualcosa come 10 milioni di dollari per la sola raccolta firma ed altri 2 milioni all’anno per la commissione citata prima.
La conseguenza – forse ovvia – è che pur passando tutti gli step ed ottenendo il consenso popolare richiesto, l’indipendenza della California potrebbe restare solamente un vessillo politico di opposizione a Donald Trump e (più in generale) ai Repubblicani; ma dall’altra parte se il percorso indipendentista portasse ai risultati sperati cambierebbero completamente gli equilibri mondiali perché l’indipendente stato californiano sarebbe a tutti gli effetti la quinta potenza economica al mondo (di poco inferiore al Giappone) con tutto il diritto per entrare a far parte del G7.