La Procura della Figc deferisce Trentalange
La procura della Federcalcio ha stabilito il deferimento di Alfredo Trentalange, ex presidente dell’Aia dimessosi lo scorso dicembre. La decisione arriva dopo il coinvolgimento dell’ex presidente in merito al caso di Rosario D’Onofrio, il capo della procura arbitrale arrestato per traffico internazionale di droga. Respinta dunque la richiesta di patteggiamento avanzata da Trentalange, che aveva lasciato la presidenza dell’Aia lo scorso 18 dicembre. La Figc, nel comunicato, spiega che “il Procuratore Federale, esaminati gli esiti dell’indagine svolta nell’ambito del procedimento disciplinare instaurato in seguito alla nota vicenda ‘D’Onofrio’, ha deferito al Tribunale Federale Nazionale Alfredo Trentalange, all’epoca dei fatti presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (Aia)”.
La Procura della Figc, in merito alla vicenda riguardante l’ex procuratore nazionale dell’AIA, incolpa l’ex presidente di una serie di mancanze e omissioni. Secondo il procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, Alfredo Trentalange “ha omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, per accertare i reali requisiti professionali e di moralità del sig. Rosario D’Onofrio, con cui Trentalange aveva un rapporto personale consolidato di vecchia data, prima della proposta, fatta dallo stesso Trentalange, e conseguente nomina da parte del Comitato Nazionale AIA (nel marzo 2021), a Procuratore arbitrale dell’A.I.A., mentre il nominato era detenuto agli arresti domiciliari, perché condannato per gravissimi reati concernenti la detenzione di sostanze stupefacenti”.
Le motivazioni della Figc
Il deferimento da parte della Procura della Figc arriva con una serie di incolpazioni attribuite ad Alfredo Trentalange “per aver contattato telefonicamente il vicepresidente della commissione disciplinare nazionale, avv. Andrea Sandroni, che aveva riscontrato negligenza e inadeguatezza professionale in capo a D’Onofrio quale componente della predetta commissione, chiedendogli di non assumere nuove iniziative contro Rosario D’Onofrio”, “per aver omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, per controllare il possesso dei requisiti professionali e di moralità necessari per l’attribuzione al sig. Rosario D’Onofrio“.
E ancora, l’ex presidente dell’AIA è stato deferito “per aver omesso di assumere ogni e più opportuna iniziativa, anche la più minimale, diretta ad accertare e conseguentemente intervenire affinché il sig. Rosario D’Onofrio garantisse un contegno diligente e una presenza regolare presso l’Ufficio”, “per non aver adottato modelli organizzativi idonei ad assicurare uno standard minimo di trasparenza e di correttezza amministrativa (…)”, per aver distribuito un documento con informazioni non attendibili e veritiere nel corso del Comitato Nazionale AIA riunitosi a Caltanissetta e infine per aver reso dichiarazioni non veritiere nel corso del Consiglio Federale del 15 novembre 2022, nel quale si discuteva il “caso D’Onofrio”.