Chi era Ugo Tognazzi, com'è morto e malattia: la straordinaria carriera nel cinema e nella commedia all'italiana e l'ultimo saluto il 27 ottobre 1990
Ugo Tognazzi, chi era il grande regista ed esponente della commedia all’italiana
Questa sera, giovedì 19 giugno 2025, va in onda su Rai 3 il documentario Tognazzi. La voglia matta di vivere dedicato al ricordo del grande Ugo Tognazzi, genio del cinema italiano. Una raccolta di racconti e testimonianze di coloro che hanno vissuto la sua profonda umanità e il suo grande estro artistico, sbocciato in campo cinematografico. Nato a Cremona il 23 marzo 1922, è diventato uno dei massimi esponenti della commedia all’italiana assieme a colleghi del calibro di Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Alberto Sordi.
Il debutto al cinema avviene nel 1950 nel film I cadetti di Guascogna diretto da Mario Mattoli, diventando poi attore delle commedie cult anni ’60 e ’70 come La voglia matta, Romanzo popolare e L’anatra all’arancia, oltre a Marcia nuziale e La grande abbuffata; negli anni ’80, invece, si è maggiormente dedicato al teatro.
Ugo Tognazzi, com’è morto e malattia: stroncato da emorragia cerebrale
La storia artistica e personale di Ugo Tognazzi ha attraversato quasi tutti gli anni ’90, rendendolo immortale per il grande contributo che ha fornito al cinema italiano. Ma com’è morto l’indimenticato regista e quando è avvenuto l’ultimo saluto? Era il 27 ottobre 1990 quando Ugo Tognazzi morì nel sonno all’età di 68 anni presso la casa di cura Villa Nomentana a Roma, dove era ricoverato dopo essere stato colpito da emorragia cerebrale, malattia che non gli lasciò scampo.
Il figlio Ricky Tognazzi, il primogenito, più volte ha ricordato il padre in diverse interviste pubbliche, come quella rilasciata al Corriere della Sera nel 2021: “I miei genitori erano separati e quando l’estate trascorrevo le vacanze con papà passavo il tempo a vederlo recitare“. Da lui ereditò la passione per il cinema, anche attraverso un prezioso consiglio: “Ugo mi sconsigliò di fare l’attore, dicendo: è un mestiere limitato, sei nelle mani degli altri, perché non provi a studiare da regista, è un lavoro più completo“.