L'identikit per il Conclave 2025: chi sarà il nuovo Papa secondo il profilo avanzato dai 133 cardinali. Al di là del totonomi, ecco il "metodo" scelto
AL DI LÀ DEL TOTONOMI: L’IDENTIKIT DEI CARDINALI PER IL NUOVO PAPA
Capire chi sarà il nuovo Papa che uscirà dal Conclave 2025, sebbene sia materia in cui molti si sono esercitati in questi 16 giorni, non è affatto semplice: eppure tra i totonomi e le scommesse, tra i retroscena e i vari “rumors” dalle stanze in Vaticano, è emerso negli scorsi giorni una sorta di “identikit” formulato dagli stessi cardinali durante le ultime Congregazioni prima di accedere alla Cappella Sistina di oggi pomeriggio.
Dopo il papato di Francesco e Benedetto XVI, secondo i 133 cardinali elettori, il nuovo Papa dovrà avere un profilo di «pastore e maestro di umanità»: non solo, nella sequela dei suoi predecessori, il prossimo Pontefice dovrebbe essere capace di incarnare il volto di una Chiesa di Cristo «samaritana e vicina alle ferite dell’umanità». Nell’ultimo appello fatto ieri prima del Conclave 2025, la 12esima Congregazione dei cardinali ha sottolineato la centralità di formulare nuovi appelli di pace per un cessate il fuoco prolungato in ogni teatro di guerra: «Invitiamo tutti i fedeli a intensificare la supplica al Signore per una pace giusta e duratura».
Davanti ad un mondo così tormentato e funestato, l’identità del nuovo Papa potrebbe “rispondere” ad un ruolo di dialogo e apertura, con però la fermezza della non violenza: «si avverte con forza il bisogno di una guida spirituale che offra misericordia, sinodalità e speranza». A leggere così l’identikit formulato dai cardinali sembrerebbe portare ad un Pontificato molto vicino a Papa Francesco: potrebbe certamente essere così, anche se probabilmente il tema è ben più ampio con la possibilità di carismi e sensibilità diverse assieme alle istanze invece “comuni” all’ultimo Pontificato.
NON SOLO GLI ELETTORI: AL CONCLAVE PUÒ ANCHE USCIRE UN NOME NON TRA I CARDINALI
Sempre durante le riunioni dei cardinali dove si è in qualche modo “anticipato” il contenuto del Conclave 2025, i porporati non hanno nascosto la preoccupazione per le tante divisioni interno al corpo della Chiesa: questo significa che nell’identikit “ideale” del nuovo Papa occorrerà tenere conto del fattore dialogante, di un’unità da ricercare non tanto come fine ma come effetto di una rinnovata centralità data alla testimonianza di Cristo. Il Pontefice del resto è il Vicario di Gesù, Lui è il vero capo della Chiesa e il successore di San Pietro ha il delicato incarico di proseguire la dottrina e annunciare la Verità cristiana al mondo.
Se sarà uno dei cardinali “papabili” – da Parolin a Tagle, passando per Pizzaballa, Erdo, Turckson, Besungu, Grech o Aveline – o un nome a sorpresa (come in qualche modo fu Jorge Mario Bergoglio nel Conclave del 2013) – resta l’identikit e il profilo di un nuovo Papa chiamato al difficile compito di guidare la Chiesa di Gesù nel mondo secolarizzato e affascinato dalle filosofie “umanistiche” contrarie alla testimonianza cristiana.
Sebbene altamente improbabile, specie nel mondo di oggi, non è da escludere la possibilità “spericolata” di una nomina di un Papa che non sia uno dei 133 cardinali, o neppure un vescovo: la regola della Santa Sede è chiara in questo, per essere eletti Pontefice bastano come requisiti il battesimo e il celibato. Se clamorosamente si dovesse protendere un Conclave con numeri scrutini senza una convergenza su un unico candidato, ecco che l’ipotesi di una nomina “fuori” dalla Sistina non sarebbe da escludere: dagli altri cardinali ultra-80enni, a vescovi non ordinati cardinale, fino a sacerdoti e personalità della Chiesa “extra porporati”.
