La Chiesa ha sei nuovi Venerabili, cioè persone assunte come modelli e testimoni del Vangelo. Ben quattro sono italiani; si tratta di Gaetano Francesco Mauro, Giovanni Barra, Maria Margherita Diomira del Verbo Incarnato e Bertilla Antoniazzi, a cui si aggiungono gli spagnoli Miguel Costa y Llobera e Vicente López de Uralde Lazcano. I nuovi Venerabili sono stati promulgati in seguito all’autorizzazione di Papa Francesco in udienza al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Riconoscendone così le virtù eroiche di Servi di Dio.
Gaetano Francesco Mauro nacque nel 1888 a Rogliano, nel Cosentino. Sacerdote diocesano, fu catturato durante la Prima Guerra Mondiale, conobbe i campi di concentramento austriaci e si ammalò di tubercolosi. Ritornato in Calabria si dedicò a opere di evangelizzazione per contrastare la miseria, l’ingiustizia e l’ignoranza religiosa dei contadini. Nel 1928 fondò la Congregazione dei Pii Operai Catechisti Rurali. Nei suoi diari parlò di una “notte oscura”, una forma di depressione che lo accompagnò fino alla fine, ma che visse sempre saldo nella fede. Giovanni Barra nacque nel 1914 in provincia di Torino, nel 1943 a Pinerolo istituì una sezione della Federazione Universitari Cattolici Italiani, mentre a Pragelato aprì la “Casa Alpina”, un luogo di preghiera e incontro per i giovani e le famiglie durante l’estate. Dal 1969 fu Rettore del Seminario Vocazioni Adulte di Torino. Ammalatosi alla fine della sua vita, sperimentò la malattia come espressione della pienezza di vita in Dio.
Sei nuovi Venerabili della Chiesa: due donne italiane, una fu laica
La Chiesa ha sei nuovi Venerabili, di cui quattro italiani. Tra i nomi che sono stati scelti da Papa Francesco c’è quello di Maria Margherita Diomira del Verbo Incarnato, all’anagrafe Maria Allegri, vissuta appena 26 anni tra il 1651 ed il 1677 in Toscana. Nella sua vita si autoinflisse penitenze e mortificazioni e si oppose alla volontà di suo padre entrando prima nel monastero delle Camaldolesi di San Giovanni Evangelista di Boldrone a Firenze e poi nel Monastero delle Stabilite nella Carità di Gesù Buon Pastore. La sua vita fu segnata da profezie, visioni, estasi e ricevette anche le stimmate. Morì a Firenze a causa della tisi.
Laica invece la Venerabile Bertilla Antoniazzi, che visse tra 1944 e il 1964 in Veneto. A 9 anni di vita fu ricoverata a Vicenza per una grave dispnea dovuta ad endocardite reumatica, e la malattia la costrinse a stare sempre in casa. Dedicò la sua vita a consolare le persone sofferenti, offrendo la vita e la sua infermità. Nel 1963 si recò in pellegrinaggio a Lourdes, chiedendo alla Madonna non la guarigione bensì la santità. Negli ultimi due anni di vita sperimentò piaghe da decubito, il cuore andò in insufficienza valvolare e i polmoni in edema.
Sei Venerabili della Chiesa, chi sono i due nomi originari della Spagna
Tra i sei nuovi Venerabili della Chiesa spiccano anche due personalità spagnole. Miguel Costa y Llobera nacque nel 1854 sull’isola di Maiorca da una famiglia facoltosa e morì improvvisamente nel 1922. Intraprese la vita religiosa contro il volere del padre e, per volere di San Pio X, divenne Canonico della Chiesa Cattedrale di Maiorca. Considerò i beni materiali come mezzo per fornire aiuto ai poveri e aiutare i malati.
Vicente López de Uralde Lazcano visse in Spagna tra il 1894 e il 1990. Fu sacerdote professo della Compagnia di Maria, ma anche insegnante, cappellano e confessore del Collegio “San Filippo Neri” di Cádiz, dove rimase per 62 anni. Nel corso della guerra civile quando non esitò a difendere i ragazzi del collegio dall’occupazione dei miliziani e a mettere in salvo l’Eucaristia.