Nel corso della sua lunga chiacchierata questo pomeriggio a Un Giorno da Pecora, Sandro Piccinini ha svelato alcuni aneddoti relativi alla sua lunga professione di telecronista, interrotta solo la scorsa primavera per decidere, arrivato a 60 anni, cosa voler fare da grande. Il giornalista romano e volto storico di Mediaset, dall’alto delle sue 1800 partite commentate, ha raccontato come la telecronaca più dura e stressante sia stata quella della finale di Champions League del 2003 che vide affrontarsi a Manchester la Juventus e il Milan: “Tutte quelle del Mondiale mi sono rimaste nel cuore ma la più stressante è stata quella finale: dopo il match ho avuto il mal di testa per una settimana” confessa Piccinini ai conduttori che poi svela come, quando gli capitava di sbagliare il nome di un calciatore, alcune volte non ci abbia dormito la notte. “Un presidente che mi chiamava per lamentarsi di come raccontavo la sua squadra? Durante la partita tenevo il telefono spento ma ricevevo però molte telefonate il giorno dopo a Controcampo… Però so di alcuni uffici stampa di società calcistiche che inviano messaggi a dei miei colleghi proprio durante la partita” ha concluso il telecronista. (agg. di R. G. Flore)
“SALVINI E’ COME GATTUSO, MENTRE DI MAIO…”
Sandro Piccinini ospite questo pomeriggio a Un Giorno da Pecora
, lo storico programma di Rai Radio Uno condotto da Franco Lauro e Geppi Cucciari: e fedele allo spirito dissacratorio del talk show, uno dei principi dei telecronisti sportivi italiani non solo si racconta ma si presta anche al classico giochino di trovare, come accaduto ad altri ospiti, dei curiosi parallelismi tra il mondo che conosce meglio, ovvero quel del calcio, e la politica, a quasi 300 giorni dall’insediamento del Governo guidato da Lega e Movimento 5 Stelle. Infatti il 60enne giornalista televisivo ha avuto innanzitutto una menzione per Alessandro Del Piero, uno dei pochi calciatori che secondo lui avrebbe una bella carriera politica: “Lui è diplomatico, intelligente e in gamba, anche se non so se siano qualità che possono andare bene ora” suggerisce Piccinini che poi, alla domanda su un paragone pedatorio con Salvini, spiega che il leader della Lega è come Rino Gattuso, “uno che ringhia”, mentre l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, è più un trequartista di qualità anche se un po’ di seconda fascia quale l’ex atalantino Domenico Morfeo.
SANDRO PICCININI, “VORREI FARE UN TALK POLITICO”
Tuttavia, nel corso della sua ospitata a Un Giorno da Pecora (che si può rivedere integralmente a questo link), Sandro Piccinini ha parlato anche della sua lunga carriera di telecronista, degli esordi ma ha pure confessato quale è il suo sogno per il futuro. “La politica è la mia seconda passione, o forse la prima… Io sono cresciuto a TeleRoma56, che all’epoca era la tv del Partito Radicale, spiega il 60enne giornalista, che poi ammette candidamente come, dopo aver lasciato la storica conduzione di “Controcampo”, avrebbe voluto un programma politico tutto suo. “Diedi all’azienda la mia disponibilità ma poi non se ne face nulla, ora però di talk show politici ce ne sono troppi: stesso schema, stessi opinionisti” spiega Piccinini che però dice di amare particolarmente Lilli Gruber e il suo stile di conduzione a “Otto e Mezzo”. “Ecco, a me piacerebbe fare una cosa del genere, ma stimo molto anche Giovanni Floris col suo “Di Martedì” e pure Corrado Formigli col suo programma e i reportage di qualità”.