NASCE LA “BUSSOLA SULLA COMPETITIVITÀ IN EUROPA”: I “PILASTRI” FISSATI DA VON DER LEYEN
3 pilastri, 5 fondamenta, 1 piano da cui partire e una risposta da dare – per ora ancora troppo “timida” – allo “shock” per i provvedimenti della Presidenza USA: Ursula Von der Leyen ha presentato questa mattina a Bruxelles la “tabella di marcia” promessa nel recente discorso al Forum di Davos 2025, parlando nello specifico di una “Bussola sulla Competitività” in Europa che possa tradurre in fatti il report presentato lo scorso autunno dall’ex Premier Mario Draghi. L’obiettivo è quello di rilanciare l’economia europea, e con essa l’intera comunità UE, oltre gli ostacoli della competitività con USA, Cina, Russia e India, puntando ad una maggiore crescita che vada di pari passo alla sicurezza di un Continente che “paga” lo scotto di una crisi demografica e di innovazione piuttosto pesanti.
Von der Leyen nel presentare la sua “bussola” prova ad entrare nel dettaglio delle varie proposte, anche se con risultati non solidissimi vista la “patina” di burocrazia e tecnicismi che resta purtroppo cucita addosso alle istituzioni europee: i 3 pilastri citati dalla Presidente della Commissione UE prendono diretto spunto dal report di Draghi, e riguardano la produttività tramite innovazione; la competitività con la decarbonizzazione; la riduzione della dipendenza dai Paesi extra UE, aumentando sicurezza e resilienza. 3 pilastri costruiti su 5 solide fondamenta, ovvero semplificazione, qualità lavoro; coordinamento; finanziamenti, abbassamento delle barriere nel mercato unico.
Secondo la leader UE, la “Bussola” presentata oggi dovrà trasformare le eccellenti raccomandazioni del report Draghi «in una tabella di marcia», basata sulla competitività in risposta alle pressanti direzioni intraprese da Washington e Pechino per questo nuovo 2025. Un vero mea culpa manca per la Presidente dell’Unione negli ultimi 5 anni di governo, anche se alcuni elementi fissati nel piano UE presentato oggi sembrano ammettere l’intento di modificare la tabella di marcia vista durante la precedente legislatura: «dobbiamo correggere i nostri punti deboli per recuperare competitività», non smentendo del tutto il Green New Deal ma aprendo ad una maggiore flessibilità su obiettivi e crescita delle aziende, che ad esempio non deve andare a discapito delle politiche sostenibili (se fosse realizzato sarebbe un vero cambio di passo deciso rispetto alla scorsa Commissione). La risultanza immediata è che Socialisti & Democratici, il gruppo di centrosinistra che sostiene con Iratxe Garcia la presidenza Von der Leyen, non appoggia tale Bussola e anzi teme che un’eccessiva semplificazione nasconda un passo indietro sugli standard europei.
DAL PIANO DRAGHI ALLA SFIDA SULLE POLITICHE GREEN: LA (TIMIDA) RISPOSTA UE AGLI USA DI TRUMP
Tra gli elementi richiamati dal piano sulla competitività della Commissione Europea si trovano non solo gli obiettivi “green” della decarbonizzazione, ma anche un maggior investimento sull’innovazione, sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e anche la Deregulation con un taglio della burocrazia fino al 35% (per le piccole medie imprese soprattutto) per provare a ridurre il divario economico e geo-politico con i colossi mondiali Cina e USA. In questo senso, l’apertura fatta dalla Commissione Von der Leyen su possibili aiuti di Stato è comunque una novità rispetto al recente passato: «veloci e flessibili», così la Presidente in quota PPE spiega che saranno valutati gli aiuti di Stato, tenuto sempre conto della dimensione globale anche oltre i semplici confini dell’Unione Europea.
Come invitava l’ex Premier italiano Mario Draghi nel riaccendere il motore dell’innovazione, l’Europa deve tornare a correre per non aumentare ulteriormente il divario con i partner internazionali: deregulation, investimenti ingenti sul mondo AI e sgravi con semplificazioni per le aziende, specie le start-up nel campo tecnologico. «Il mondo non ci aspetta» sottolinea ancora la Presidente Von der Leyen provando a rispondere alle richieste di “interventi” europei in risposta alle azioni ultra-incisive dell’Amministrazione Trump. In particolare sul Green New Deal, Von der Leyen prova a “mantenere la faccia” difendendo la riforma della scorsa legislatura, ma ammettendo qualche cambiamento in vista: «restiamo sulla rotta del Green Deal», in contrasto con il “repulisti” trumpiano contro le politiche ambientaliste della Presidenza Biden, ma aggiunge sempre da Bruxelles che serve intervenire con maggiore velocità per «ridurre la complessità». Serve avere meno regole e più interventi rapidi, per garantire una piena modernizzazione e innovazione in tutte le industrie, a partire da quella centrale dell’automobile: in tal senso, occorre una migliore flessibilità per impedire che le enormi multe promesse dal Green New Deal verso le aziende dell’automotive gravino su un’economia già di suo in ginocchio. Von der Leyen nel presentare la Bussola per la competitività 2025 resta un po’ “cerchiobottista” nell’affermare che serve sicuramente equità «nel sistema perché alcuni hanno investito già e hanno avuto successo nel soddisfare gli obiettivi», ma al contempo occorre garantire azioni pragmatiche e flessibile per risolvere un problema ancora molto complesso. Nel giro di poche settimane, garantisce Ursula Von der Leyen, verrà presa una decisione sul tema chiave delle sanzioni all’automotive, facendo intendere che qualche passo indietro rispetto alla linea dura del passato potrebbe anche avvenire.
It is time to restart Europe’s innovation engine.
We have the Compass.
We have the political will.
Now, what matters is speed and unity.
Because the world is not waiting for us ↓ https://t.co/4iollrSWxi
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) January 29, 2025