Coronavirus Bergamo/ 27% decessi Lombardia, Gori choc: “Tanti morti in casa”

- Carmine Massimo Balsamo

Coronavirus Bergamo, situazione emergenziale: il direttore de L'Eco di Bergamo rivela che "i necrologi non finiscono di arrivare. Le ultime notizie.

gori lombardia tamponi Lombardia, Governatore Attilio Fontana col sindaco di Bergamo Giorgio Gori (LaPresse, 2019)

Coronavirus Bergamo, situazione di piena emergenza nella città orobica. Tra le più colpite città d’Italia e della Lombardia, registra una percentuale di decessi impressionante: come denunciato dall’Ordine delle professioni infermieristiche, a Bergamo vengono registrati un quarto dei nuovi casi di contagio da Covid-19 della Regione. Ma non solo: a Bergamo si registra il 27% di decessi di tutta la Lombardia, una media di 50 morti al giorno. Gianluca Solitro e Guido Marinoni, i presidenti degli ordini provinciali degli infermieri e dei medici di Bergamo, hanno evidenziato: «La situazione è insostenibile ma non perché i nostri professionisti non possono o non devono ammalarsi: ciascuno di noi dedica se stesso ad aiutare i cittadini e mai si tirerebbe indietro». Per fronteggiare l’emergenza ospedaliera – ieri sono ufficialmente finiti i posti in terapia intensiva – è in arrivo l’ospedale da campo dell’Associazione Nazionale Alpini.

CORONAVIRUS BERGAMO, GORI: “TANTI MUOIONO IN CASA”

Una situazione a dir poco complicata, dunque, come certificato dal sindaco Giorgio Gori ai microfoni di Agorà: «Anziani che muoiono in casa e che non vanno in ospedale? Purtroppo è così, non tutti possono essere portati in ospedale: sono anziani con condizioni cliniche già complicate. Oltre al triste conteggio di decessi diffuso dalle fonti ufficiali, ci sono tante altre persone che stanno morendo in casa o nelle case di riposo». Il primo cittadino ha poi evidenziato: «Secondo me è abbastanza chiaro a tutti gli amministratori locali, che in questi giorni contano un numero di decessi nei loro comuni molto superiore a quello che viene attribuito ufficialmente al virus e molto superiore a quello di questo periodo uno o due anni fa». Infine, da segnalare la toccante testimonianza del direttore de L’Eco di Bergamo Alberto Ceresoli: «Quanti necrologi pubblichiamo? Dieci pagine al giorno da una settimana. Prima chiudevamo alle 21.45, adesso dopo mezzanotte perché i necrologi non finiscono mai di arrivare. In tanti anni di mestiere non mi era mai capitata un’esperienza del genere. Il giornale è l’unico modo per ricordare i propri cari, infatti oltre ai necrologi dedichiamo tante pagine alle storie di chi non ce l’ha fatta e ovviamente di chi resiste», le sue parole a La Stampa.





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