E’ pesantissima la crisi causata dalla mancanza del grano nel settore agroalimentare italiano, così come sottolineato dal quotidiano La Verità nel numero in edicola ieri, venerdì 11 marzo. Secondo quanto si legge nel “pezzo” a firma Carlo Cambi, in ballo vi sarebbero circa 150 miliardi di fatturato che diventano poi 350 con “annessi e connessi”. A preoccupare sono in particolare i mangimi, che mancano, e secondo Assalzoo, l’associazione dei produttori di alimenti per gli animali, le riserve basterebbero per soli 20 giorni, dopo di che, bisognerà “abbattere gli animali per evitare che muoiano di fame”.
La Coldiretti ha fatto sapere che sarebbero già cominciati i razionamenti negli allevamenti per fronteggiare l’emergenza, ma le riserve basteranno per soli 20 giorni, dopo di che c’è il rischio di una soluzione decisamente drastica. Una crisi del settore che è indirettamente collegata alla guerra in Ucraina e alle sanzioni inflitte alla Russia, nonché allo stop delle importazioni da Mosca ma anche da Kiev e dall’Ungheria, nazione quest’ultima che vende all’Italia circa il 30 per cento del mais necessario. “Francia e Germania – aggiunge La Verità – non sono disposte a darci il loro grano tenero visto che quello che compriamo all’estero (oltre il 60%) è bloccato nei porti di Odessa. Ci manca il cibo per le vacche, ci sta per mancare il pane. È lo spirito comunitario!”.
CRISI GRANO, GLI INTERVENTI DI PATUANELLI E CENTINAIO
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro delle politiche agricole Patuanelli, secondo cui è fondamentale riorientare la Pac, la Politica agricola comune “e sbloccare gli aiuti di Stato al settore agricolo e agroalimentare”. E ancora: “Occorre posticipare la Pac e le misure volte a limitare la produzione, incrementare i pagamenti accoppiati per le produzioni per cui l’Ue non è autosufficiente, consentire l’utilizzo delle superfici lasciate a riposo e di tutti i pascoli; introdurre un contributo flat “ex- n ovo” per tutte le superfici agricole utilizzate, per ammortizzare l’incremento dei costi di produzione; rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare”.
Sulla questione ha detto la sua anche il senatore leghista Gian Marco Centinaio, che ha mandato un messaggio all’Ue: “Serve subito che si sblocchi un milione di ettari dal fondo di rotazione per salvare il salvabile e poi bisogna rafforzare i contratti di filiera per produrre più cereali”. Stando a La Verità, numerose aziende del settore stanno già risentendo di questa crisi, e in Sardegna, Cilento e in alcune zone delle Alpi, le stalle starebbero smettendo di produrre “significa – scrive il quotidiano – che non si fanno più formaggi”.