Nuovi aggiornamenti sul caso di Prato: al vaglio dei periti i telefoni e i pc della professoressa e dell’alunno quindicenne, da ciò che emergerà dalla perizia si potranno delineare i contorni della storia che sta facendo parecchio discutere sui social ma non solo. Intervenuto a La vita in diretta, l’avvocato Nistri ha precisato: «Non siamo qui per precisare quella che è una strategia difensiva, la persona indagata si è sottoposta a interrogatorio spontaneamente». Il legale, che cura gli interessi della donna, ha poi proseguito: «I fatti sono in corso di accertamento, vedremo cosa la Procura vorrà fare e sicuramente acconsentiremo a eventuali iniziative. Vogliamo ristabilire degli argini di questo fiume in piena che ha coinvolto le famiglie». Un’importante precisazione circa i virgolettati del marito della professoressa: «Ciò che è uscito sulla stampa non esiste, sto smentendo che le dichiarazioni uscite sulla stampa siano riconducibili ai familiari», una presa di posizione non dovuta «a fini ulteriori, ma per il rispetto dei minori coinvolti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“LASCIATECI QUEL BIMBO”
Il caso di Prato è talmente “unico” nel suo genere in Italia che in maniera anche troppo “mediatica” sta aumentando l’interesse e le polemiche attorno ad un fatto di certo assai poco frequente (per fortuna): una professoressa che per diversi mesi ha avuto diversi rapporti sessuali con lo studente 15enne (all’epoca dei fatti tra i 13 e i 14 anni d’età) e che per di più rimane incinta con il dna che ha confermato ieri la paternità di quell’adolescente, non lascia certo indifferenti. Simonetta Matone, magistrato, a Porta a Porta ieri sera ha spiegato «la donna rischia moltissimo per atti sessuali con minorenni. Se le vittime hanno meno di 14 anni il reato viene equiparato alla violenza sessuale e sono previste pene enormi a seconda dell’età del soggetto». Sono poi tutti reati procedibili di ufficio se il soggetto ha dei genitori che lanciano denuncia (ed è questo il caso): il consenso, anche se c’è, «essendo sotto i 16 anni non viene minimamente considerato dalla legge». Il professore Paolo Girardi, psichiatra, ha rilanciato sempre ieri nel programma di Bruno Vespa «verso i 15 anni tutti siamo facilmente impressionabili, l’influenzamento che un adulto può esercitare su un giovane è facilissimo e purtroppo assai frequente. Innamorarsi? Sì, non conosce un’età anagrafica però attenzione al ruolo che tale adulto esercita». Qui il video della puntata di Porta a Porta
LA MAMMA DEL 15ENNE: “COSÌ HO SCOPERTO COME È DIVENTATO PAPÀ”
In una ricostruzione sulla Nazione di oggi parla il marito della prof oggi indagata e mamma del piccolo esserino nato dalla relazione “scandalosa” con il 15enne: «Non voglio perderlo, lo sento ancora mio», ha raccontato agli inquirenti che lo hanno ascoltato in Questura a Prato dopo l’esplodere della notizia sui circuiti mediatici nazionali. «Un marito che sapeva tutto da tempo – così è emerso durante le indagini – ma che non ha mai lasciato da sola la donna, neppure quando lunedì si è presentata in procura assieme agli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri per rendere dichiarazioni spontanee», spiegano dalla Nazione. Intanto intervistata dal Messaggero ha parlato la madre del 15enne finito nella bufera per i continuati rapporti sessuali con la sua insegnante: è stata proprio lei a ricostruire ieri in questura la vicenda, portando in procura anche gli screenshot dei messaggi su WhatsApp, raccontando che «mio figlio taciturno ha svelato poco a poco quel peso che aveva dentro e che era troppo grande per lui». Come spiegano i colleghi del Messaggero, la donna ha svelato come, messa sull’avviso da quel sesto senso delle madri, «abbia incalzato il giovanissimo papà e come lui, un po’ alla volta, le abbia alla fine raccontato di quel rapporto nato durante le lezioni di inglese e, più tardi, della gravidanza comunicata dalla stessa 35enne».