«Sulla propria strada Maria ha incontrato due uomini, uno peggiore dell’altro, che le hanno fatto del male fino a privarla della vita». Così Amore Criminale conclude il racconto della storia di oggi. L’ultima puntata è stata dedicata infatti a Maria Tino, la donna scampata ad un femminicidio e poi uccisa dall’uomo che l’aveva salvata pochi mesi prima. Sono tanti gli spunti di riflessione su questa vicenda, uno lo offre Selvaggia Lucarelli. La giornalista del Fatto Quotidiano su Twitter ha commentato un aspetto tutt’altro che secondario di questa vicenda: «E comunque se non avesse incontrato il secondo criminale, dopo pochi anni, vista la sentenza mite, si sarebbe ritrovata di nuovo l’ex marito libero di finire quello che non gli era riuscito. Una donna con un destino davvero infame». Questo perché l’ex marito fu condannato a 8 anni e quattro mesi, anche in Appello, mentre l’ex compagno è stato condannato in primo grado per l’omicidio a 19 anni di carcere, in attesa della sentenza del processo di secondo grado che potrebbe confermare la condanna. (agg. di Silvana Palazzo)
ERA SCAMPATA A FEMMINICIDIO…
Scampata alla morte quando l’ex marito provò ad ucciderla, Maria Tino è stata poi uccisa dall’uomo che l’aveva sottratta a quel destino la prima volta. Quella della 49enne è una storia tremenda, al centro della quarta puntata di Amore Criminale su Raitre. Una vicenda assurda perché per quaranta giorni aveva lottato tra la vita e la morte, riuscendo poi a tornare a casa, finalmente al fianco dell’uomo che amava. Una storia di femminicidio intrisa di gelosia. Maria, dopo aver reagito alle violenze del marito, aveva capito che neppure col nuovo compagno le cose potevano funzionare perché era geloso alla follia come l’ex marito. Per questo decise di lasciarlo. Ma lui non si era rassegnato alla rottura e aveva cominciato a spiarla, proprio come faceva l’ex marito condannato a 13 anni di carcere. Uccisa dall’uomo che aveva sentito al telefono le sue urla strazianti e gli insulti del marito. Si riprese e tornò a casa del suo nuovo compagno, l’uomo che poi le ha tolto la vita con tre colpi di pistola al petto. (agg. di Silvana Palazzo)
LA STORIA DI MARIA TINO AD AMORE CRIMINALE
La storia di Maria Tino, 49enne uccisa a Dragoni, in provincia di Caserta, il 13 luglio 2017, sarà al centro della nuova puntata di Amore Criminale, in onda nella prima serata di oggi su Raitre. Quella di Maria è una storia emblematica in quanto la donna, prima di essere uccisa dal compagno Massimo Bianchi, rischiò di morire a causa della violenza dell’ex marito, Angelo Gabriele Ruggiero, che solo un anno prima aveva tentato di ucciderla sferrandole 28 coltellate. Se da quel tentativo assurdo di omicidio Maria era riuscita a salvarsi, così non fu un anno dopo, quando a finirla ci pensò colui che definiva il suo “salvatore”. Dopo un anno di relazione, anche quella storia per Maria era destinata a terminare ma proprio quando lo riferì a Massimo, l’uomo 61enne dipendente di una comunità montana e che aveva conosciuto quando Maria stava ancora con il marito, quest’ultimo decise di portare a termine ciò che il suo ex non era riuscito a fare: ucciderla. Maria è morta in piazza a Dragoni, freddata da tre colpi di pistola al petto esplosi in successione dall’uomo per il quale aveva lasciato il marito nella speranza di poter finalmente vivere il suo sogno d’amore.
OMICIDIO MARIA TINO, UCCISA DAL COMPAGNO MASSIMO BIANCHI
Un femminicidio che sconvolse la Campania e l’Italia intera, quello che vide vittima Maria Tino, una donna la cui esistenza è stata sempre caratterizzata, fino alla fine, dalla violenza degli uomini. Se dal marito e padre dei suoi due figli era riuscita a salvarsi semplicemente lasciandolo, così non avvenne dopo un anno con il suo ultimo compagno, Massimo Bianchi. Con lui Maria aveva sperato di poter finalmente vivere una storia d’amore e una vita migliori delle precedenti. Quando si innamorò di Massimo e decise di comunicare al marito l’intenzione di lasciarlo, fu accoltellata con 28 fendenti ma riuscì a salvarsi. L’ex marito per quel tentato omicidio fu condannato a 8 anni e 4 mesi, con sentenza confermata anche in Appello. Massimo la illuse di poterla “salvare” dal male che spesso travolge l’uomo, promettendole una vita migliore. Eppure, non si rivelò affatto così diverso dal suo ex. E così, di fronte alla decisione di Maria di porre fine anche a quella relazione, Massimo decise che avrebbe preferito vederla morta piuttosto che accettare l’idea di perderla. Da qui la decisione folle di porre per sempre fine alla sua vita, in quella che fu quasi come un’esecuzione in pubblica piazza.
MASSIMO BIANCHI: “MARIA MI VOLEVA LASCIARE”, LA CONFESSIONE
Maria Tino era seduta su una panchina del paese, in piazza Municipio, quando nel pomeriggio del 13 luglio di due anni fa, intorno alle 17.00, fu raggiunta da Massimo, l’allora suo compagno che voleva lasciare. L’uomo giunse in auto, forse i due avevano un ultimo appuntamento. Ma alle parole preferì i fatti: le puntò la pistola al petto, le lasciò appena pochi istanti per farle comprendere ciò che stava accadendo, infine esplose tre colpi in successione rapida. Quindi rimase lì, davanti al corpo senza vita della donna che diceva di aver salvato, in attesa dei carabinieri. Giunti sul posto, i militari non poterono fare altro che procedere con il suo arresto. Bianchi non tentò neppure la fuga: “Sono stato io, mi voleva lasciare”, ammise, confessando il vile gesto. Per Maria non ci fu nulla da fare: il suo corpo fu ritrovato piegato sulla panchina di ferro battuto e legno. L’ex compagno è già stato condannato in primo grado per il suo omicidio a 19 anni di carcere, in attesa del processo in Appello che potrebbe confermare la condanna.